Aggiornato il 28 Novembre 2024
Per uno storico della scienza e della tecnica decidere di confrontarsi con una delle imprese più straordinarie dell’uomo è stata una vera e propria sfida. Quando ho scelto di proporre per il dottorato di ricerca un lavoro sulla storia della conquista della Luna, sapevo che il punto di forza del mio lavoro era la perfetta, strategica, coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell’evento. La scelta che ho fatto è stata quindi quella di individuare un percorso che mi permettesse di raccontare il viaggio verso la Luna senza sacrificare le visioni del passato, i fatti, lo slancio tecnologico, gli interessi politici e soprattutto la percezione nell’immaginario collettivo.
Il mio percorso di studi è stato fondamentale e mi ha permesso da un lato di confrontarmi senza esitazioni con acronimi, unità di misura, distanze e traiettorie di volo e, contemporaneamente, riuscire a completare una ricognizione dei fatti, dei contesti e soprattutto dell’impatto sociale e culturale che ha avuto l’allunaggio dai sogni degli albori fino ai prodigi della tecnologia. Anche il mio viaggio è partito da lontano: ho ripercorso le tappe letterarie, cinematografiche e musicali che sono culminate nella Moon mania e, sullo sfondo della Guerra Fredda, grazie a un’accurata scelta di fonti a stampa e video, mi sono immersa nelle atmosfere degli anni ’60. Ho ricostruito una rassegna stampa di oltre 1500 articoli di giornale italiani e ho realizzato delle interviste, tra gli altri a Piero Angela e a Tito Stagno, che mi hanno restituito quell’immediatezza, quel senso di attesa, quella suspence che hanno accompagnato le dirette di allora, dando alla mia ricerca un carattere personale quanto esclusivo.
Nel marzo del 2019 ho discusso presso l’Alma Mater di Bologna la mia tesi per il XIII ciclo di dottorato in Storia, Culture, Civiltà e nei mesi successivi è iniziato un vero e proprio tour spaziale, favorito anche dalla pubblicazione di un libro su argomenti affini alla tesi, Stregati dalla Luna, scritto con il mio supervisore, il Prof. Marco Ciardi, edito da Carocci Editore e che ha avuto il privilegio della prefazione proprio di Piero Angela. La mia ricerca ha dato origine a una serie di collaborazioni e partecipazioni a eventi e festival tematici che mi coinvolgono tutt’ora e una delle attività che mi ha dato più soddisfazioni è stata la partecipazione al progetto Destinazione Luna. Tra racconto scientifico e immaginario cinematografico, promosso dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con INAF (date un’occhiata al pdf del progetto). Nello specifico mi sono occupata di una parte dell’omonimo volume che, partendo dalla fantascienza approda alla scienza raccogliendo le più grandi eredità cinematografiche dedicate ai viaggi spaziali. Quello che mi ha molto gratificata di questo progetto è stato il target, appositamente rivolto a giovani, appassionati e curiosi, favorito da una veste grafica accattivante e ricca di citazioni e inserti con suggerimenti di lettura e di ascolto. Credo che Destinazione Luna abbia messo insieme competenze, passioni e visioni diverse grazie alla sinergia e al coinvolgimento di collaboratori dai profili eterogenei e vari. L’impresa lunare e più in generale l’impresa spazio si presta a questo tipo di lettura interdisciplinare e credo che proprio su questi argomenti, sulle nuove frontiere e sulle eredità del passato si debbano trovare sempre più spesso punti di convergenza, di dialogo e di scambio nella prospettiva di continuare ad appassionare e interessare le nuove generazioni.
Quando ho iniziato a raccontare i viaggi spaziali non avrei immaginato che dopo essere stata alla NASA avrei cambiato il mio modo di comunicare la grande impresa. Il 20 luglio del 2019 ho avuto la possibilità di festeggiare il “compleanno lunare” al Mission Control Center di Houston, dove ho vissuto quello che mi mancava: il senso di appartenenza, l’orgoglio della conquista, la coralità e la partecipazione popolare, ma soprattutto la certezza che l’uomo è in grado di fare cose grandi e che la scienza e la tecnologia possono andare anche oltre ciò che la fantasia ha solo immaginato.
Quando è arrivata la comunicazione che mi era stato assegnato il PhD Prize dall’International Astronomical Union per la categoria Education, Outreach and Heritage confesso che sono rimasta piacevolmente sorpresa. Avevo partecipato convinta di avere poche possibilità perchè la mia tesi di dottorato è in Storia della Scienza e delle Tecniche, afferisce ad un dipartimento umanistico e soprattutto, in una sua parte, sfrutta l’analisi del fenomeno mediatico italiano come campione per supportare la popolarità dell’allunaggio. Credo che la commissione abbia colto l’originalità del mio approccio e che sia rimasta colpita da come ho costruito la mia tesi nella convinzione che la conquista della Luna sia stato il più grande esempio di pop science.
Tutti i grandi viaggi partono da grandi fantasie e credo che questa sia una delle eredità più grandi dell’impresa lunare. Essa rappresenta il fondamento di quel sentimento condiviso che ci ha fatto guardare alla conquista dello spazio come un successo di tutta l’umanità , senza bandiere, senza confini.
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