Secondo una tradizione riportata nel Vangelo di Matteo, la nascita di Gesù fu accompagnata dalla visione in cielo di una stella (Poiché abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti ad adorarlo), stella che poi servì ai Magi come guida per trovare il luogo dove si trovava il bambino. Nel testo di Matteo (l’unico che riporta l’episodio) non si parla con maggiore dettaglio di quale tipo di evento astronomico si trattasse.
In effetti, per molti secoli, tutte le rappresentazioni della Natività al massimo aggiungevano, a corredo dell’avvenimento, la presenza di una stellina, come si può vedere per esempio nei mosaici della Cappella Palatina di Palermo.
Solo nel tardo Medioevo una tradizione presenta la stella come cometa, così come viene rappresentata per la prima volta da Giotto nel celeberrimo affresco dell’Adorazione dei Magi nella cappella degli Scrovegni a Padova, dipinto nei primi anni del Trecento. Da allora nell’immaginario collettivo la stella del Natale è diventata indubbiamente la cometa, che poi tecnicamente non è neanche una stella. Ma questo Giotto ai suoi tempi non poteva saperlo.
Se si è interessati al dibattito che dura da duemila anni circa la natura della “stella” del Vangelo di Matteo, oltre all’articolo uscito ieri, vi consiglio anche di guardare la video-pillola di Martina Cardillo su EduINAF: La Cometa di Natale che Cometa non è.
In ogni caso a tutti coloro che seguono le stelle, che portino o no a Betlemme, auguro un felice Natale a tutti i lettori di EduINAF!
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