Aggiornato il 28 Novembre 2024
Ottobre, sulla scia di settembre, regala un cielo di transizione tra quello estivo e quello dell’autunno avanzato. L’equinozio del 22 settembre 2020 ha segnato il passaggio astronomico tra le stagioni, con il Sole a transitare all’equatore scivolando da declinazioni boreali a declinazioni australi e portando autunno nel nostro emisfero e primavera in quello sotto il parallelo fondamentale.
La prima parte di autunno boreale ci porta in meridiano(1)Circonferenza passante per i poli di un pianeta, perpendicolare all’equatore – vedi il glossario dei termini astronomici – la zona solitamente più interessante poichè scenario più favorevole alle costellazioni del periodo, corrispondente all’orizzonte Sud dove gli astri raggiungono la maggiore altezza sull’orizzonte – un bagaglio di costellazioni con poche stelle particolarmente brillanti ma alzando gli occhi verso lo zenit(2)Punto sulla volta celeste situato sulla verticale di un osservatore – vedi il glossario dei termini astronomici – la zona che si trova proprio sopra la nostra testa e quindi nella parte più alta della nostra personalissima sfera celeste locale – le cose cambiano e il cielo si accende.
La sera fa buio sempre prima e questo è sicuramente un aspetto positivo per chi ha intenzione di dedicarsi un po’ all’osservazione del cielo, con un guadagno serale ancora maggiore che si avrà da domenica 25 ottobre, quando il ritorno all’ora solare ci imporrà di spostare le lancette un’ora indietro guadagnando un’ora di tenebra serale.
Aumentando le ore di buio aumentano anche le possibilità di osservare i passaggi più comodi della Stazione Spaziale Internazionale, la base orbitante che ospita da anni almeno tre astronauti. Molti l’avranno già vista attraversare la volta celeste ma molti ancora non sanno che è possibile vedere una vera nave spaziale a occhio nudo e con una facilità estrema: dedicheremo all’osservazione della SSI una miniguida, di prossima pubblicazione.
A inizio ottobre, quindi, il Sole “ nella Vergine – sorge al baricentro italiano alle ore 07:05 e tramonta alle ore 18:49 con i crepuscoli civili (corrispondenti a un Sole posto 6° sotto l’orizzonte) fissati rispettivamente alle 06:37 e alle 19:17. A fine mese, invece, il Sole “ spostatosi nella Bilancia “ sorge alle ore 06:39 e tramonta alle ore 17:04, con crepuscoli fissati rispettivamente alle ore 06:10 e 17:32. Da ricordare che gli orari di inizio mese sono espressi in TU+2 per l’ora legale mentre quelli di fine mese sono espressi in TU+1 per il ritorno all’ora solare.
Le costellazioni serali
Sull’orizzonte Ovest, quello delle costellazioni che stanno per salutarci, la prima serata continua a mostrare resti di cielo estivo, con particolare risalto alla costellazione del Cigno, ancora alta e sempre più a rappresentare la Croce del Nord, disponendosi in verticale sul terreno, mentre la Lira della stella Vega e soprattutto l’Aquila della stella Altair si abbassano prima. Insieme, queste tre stelle sono note come Triangolo Estivo (gli amici australi non saranno d’accordo, data la diversa stagione attraversata) da quando il compianto Patrick Moore (1923-2012) utilizzò questo appellativo durante il programma televisivo Sky and Telescope una quarantina di anni fa, anche più.
Molto bassi, oramai al termine del periodo osservativo migliore, vanno a tramontare i pianeti Giove e Saturno. Saranno ancora visibili “ e sempre più vicini fino a essere quasi sovrapposti a Dicembre 2020 “ ma per le osservazioni di dettaglio occorre fare presto, appena fa buio, oppure rimandare al futuro.
Chi vive distante dalle luci cittadine può ancora approfittare per un’ultima occhiata alla Via Lattea, che proprio al centro della costellazione del Cigno trova il massimo splendore in assenza di Scorpione e Sagittario, oramai divenute un puro ricordo estivo. Intorno al Triangolo Estivo è ancora possibile osservare le costellazioni minori che lo accompagnano, per le quali possiamo rimandare al cielo estivo.
Seguendo la Via Lattea, partendo dall’orizzonte basso a Ovest e risalendola, è quindi possibile passare da Aquila a Cigno fino a spostarsi sull’orizzonte Nord, dove la attendono Cassiopea, Perseo e, più bassa e verso Est-Nord-Est, la costellazione Auriga della brillante stella Capella.
L’orizzonte Nord presenta le costellazioni che alle nostre latitudini non tramontano mai ma che sono in giro stretto intorno alla fissa Stella Polare. A proposito: “Polare” è un nome temporaneo, giustificato dal fatto che questa stella, nella nostra epoca, indica il punto cardinale Nord con una certa precisione. In realtà il nome proprio è Yilduz o Mismar e il nome “Polaris” spetta in diversi tempi a diverse stelle come Thuban o Vega stessa, in seguito al moto di precessione degli equinozi proprio del pianeta Terra.
In prima serata l’Orsa Maggiore tocca il punto più basso del proprio giro, rasentando l’orizzonte. Per trovarla, quindi, potete cercare la classica forma del Grande Carro proprio appena sopra l’orizzonte Nord, per vederlo risalire lentamente con il passare delle ore lungo il versante di Nord-Est.
Se l’Orsa Maggiore è così bassa, vuol dire che le costellazioni diametralmente opposte rispetto alla Polare sono altissime e così, in alto nel cielo dell’orizzonte Nord, troviamo la tipica casetta del Cefeo in modalità rovesciata (punta del tetto “ la stella Alrai – rivolta verso il basso). Per trovare Alrai si parte dalle stelle che rappresentano il lato anteriore del Grande Carro (Merak e Dubhe) e se ne prolunga il segmento congiungente fino a trovare la Polare. Si continua fino alla prima stella più brillante (non molto, ma abbastanza) che si incontra e si giunge a Alrai, dalla quale è possibile ricostruire la “casetta” completa e stella che nel 4.000 d.C. sarà la più vicina al Polo Nord Celeste, rappresentando quindi la futura “Polaris“. Poco più a destra, la inconfondibile “W” di Cassiopea, che con il passare delle ore giunge allo zenit assumendo la forma a “M”, o “doppiavvù rovesciata”.
Spostandoci verso l’orizzonte Est, sempre più alta la costellazione di Perseo, ormai a destra di Cassiopea e caratterizzato da una forma che ricorda una figura umana stilizzata che corre con un braccio teso in avanti. Tra la “testa” di Perseo e la costellazione di Cassiopea spicca anche a occhio nudo, per i fortunati possessori di un cielo scuro, il Doppio Ammasso del Perseo (Xi e Chi Persei, o anche NGC 884), due ammassi stellari sovrapposti che, visti da Terra anche con un semplice binocolo, rappresentano un tripudio di stelle da non perdere.
Il versante Est è sicuramente interessante perchè presenta le prime perle del cielo autunnale e si prepara – con il passare delle ore – al cielo invernale. Spostando il nostro sguarda da Nord a Est, nella parte bassa del cielo, incontriamo soprattutto due stelle particolarmente brillanti: una brilla di luce gialla e l’altra, più a Est, di luce rosso-arancio. La differenza di colore delle stelle è data da differenti temperature superficiali, con la stella gialla (colore simile a quello del nostro Sole) più calda rispetto alla stella più tendente al rosso. La prima stella si chiama Capella e appartiene alla costellazione di Auriga mentre la seconda si chiama Aldebaran e si trova nella costellazione del Toro. Sopra Aldebaran, a metà strada tra la stella e la costellazione del Perseo, potete notare a occhio nudo un gruppetto di stelle molto simile al Grande Carro ma in formato decisamente più piccolo: si tratta di uno degli ammassi stellari più famosi del cielo, le Pleiadi. Avremo modo di parlarne più approfonditamente a Novembre poichè a Ottobre il Toro – così come Auriga – è ancora basso sull’orizzonte, ma i principali gioielli sono già visibili.
Salendo verso lo zenit troviamo un grande quadrato, non proprio preciso, di stelle: è il corpo del cavallo alato di Pegaso. Lo spigolo basso a sinistra del quadrato è rappresentato dalla stella Sirrah e, anche se non si direbbe, appartiene invece alla costellazione di Andromeda: le costellazioni sono state disegnate a tavolino per forma e confini e quella che un tempo era nota come delta Pegasi ora è divenuta di proprietà di Andromeda. Partendo da Sirrah e muovendoci verso “sinistra”, possiamo contare due stelle e fermarci. La stella che stiamo osservando ora si chiama Mirach (beta And) e se potessimo fotografarla noteremmo nelle sue vicinanze un piccolo batuffolo biancastro. Si tratta di una galassia distante, nota proprio come il Fantasma di Mirach. Da Mirach possiamo spostarci ancora di due stelle (stavolta più deboli ma visibilissime a occhio nudo), ma stavolta verso l’alto. Appena sopra la seconda stella è posta la Galassia di Andromeda, oggetto numero 31 del Catalogo di Messier e quindi nota come M31. Distante 2.5 milioni di anni luce, è una galassia come la nostra ma un po’ più grande e si sta dirigendo proprio nella nostra direzione, per un futuro che la vedrà unirsi alla Via Lattea (o Milky Way, all’inglese) per dar vita a una sola gigantesca galassia, probabilmente a spirale, già battezzata “Milkomeda“. Questo avverrà tra miliardi di anni, anche se in realtà ci sono prove che portano a pensare che gli aloni, giganteschi, delle due galassie siano già in contatto o quasi. M31 si nota già a occhio nudo come una tenue macchia sfocata sotto un cielo molto buio, ma anche un binocolo faciliterà notevolmente l’osservazione.
Non basta ancora! Torniamo alla nostra Mirach tenendo presente quel che abbiamo fatto per arrivare a M31. Disegniamo con gli occhi il segmento che unisce Mirach a M31 e riportiamolo quasi uguale verso il basso: troveremo un’altra galassia, sempre a spirale, nota come M33, o Galassia Girandola. Anche questa si trova più o meno alla stessa distanza di M31 (2.7 milioni di anni luce) ma è un po’ più piccola. Alcuni giurano di averla vista a occhio nudo, a me non è mai capitato. Provate voi, ma meglio con un binocolo!
Poco più sotto rispetto a M31 incontrerete una coppia di stelle abbastanza vicine: si tratta di Hamal e Sheratan e rappresentano le stelle principali della costellazione dell’Ariete. Ancora più sotto (potete fare riferimento alla mappa di seguito) è presente il pianeta Urano, talmente distante da risultare difficilissimo da vedere e soprattutto da riconoscere rispetto alle stelle, in assenza di un telescopio. Molto più semplice è far caso alla luce brillantissima posta più a sinistra di Hamal e Sheratan, proprio sotto il quadrato di Pegaso e rappresentante del pianeta Marte, nei Pesci.
L’orizzonte Sud in genere offre lo spettacolo migliore ma se questo mese lo abbiamo lasciato per ultimo è perchè, effettivamente, la zona risulta molto spenta a parte la zona più alta dello zenit della quale abbiamo già parlato. Per le altre stelle è possibile riconoscere Fomalhaut nel Pesce Australe e Diphda nella Balena, delle quali abbiamo parlato il mese scorso.
Possiamo dare una occhiata al centro della Balena, precisamente alla stella Mira (rispetto a Marte, in basso e un po’ più a destra): è nota come la “Meravigliosa” ed è tra le stelle più famose del cielo. L’appellativo di “Meravigliosa” venne assegnato da Johannes Hevelius ed è la capostipite di una classe di stelle a luminosità variabile. Può essere vista a occhio nudo, debolissima o molto brillante, senza una regola apparente, nelle condizioni migliori – per poche settimane all’anno – mentre la sua variabilità la porta a sparire per il resto del tempo.
Sciami meteorici
Dopo lo sciame delle Perseidi, il più famoso dell’anno, l’attività meteorica non si ferma e anche ottobre regala stelle cadenti. In particolare si registrano i seguenti picchi di attività , non eccezionali ma comunque sempre in grado di affascinare:
- Delta Aurigadi attive dal 22/09 al 23/10 con picco il 10/10 e ZHR 6
- Arietidi attive dal 01/10 al 31/10 con picco il 08/10 e ZHR 5
- Orionidi attive dal 06/10 al 27/10 con picco il 21/10 e ZHR 20
- Epsilon Geminidi attive dal 14/10 al 27/10 con picco il 18/10 e ZHR 2
In particolare, le Orionidi sono generalmente caratterizzate da belle scie e derivano dalla cometa di Halley, la prima riconosciuta come oggetto ricorrente “ con periodo di 76 anni “ da Edmund Halley.
La Luna
A ottobre 2020 la Luna presenta il proprio ciclo nel modo che segue:
Non sono previste eclissi, quindi si consiglia il panorama per i primi giorni, quando la Luna è in fase di plenilunio, riprese di dettaglio a notte inoltrata nella seconda settimana quando il terminatore amplifica le diverse zone superficiali, luce cinerea dal 18 ottobre fino al 20-21 per poi passare di nuovo alle riprese al terminatore fino alla prossima Luna piena.
I pianeti
Quali pianeti saranno visibili durante il mese di Ottobre 2020?
- Mercurio si mostra debole tra le luci del crepuscolo mattutino nella seconda metà del mese di ottobre, raggiungendo il massimo della visibilità a fine mese.
- Venere è visibile prima dell’alba, sorgendo alle 03:39 a inizio mese e alle 03:41 a fine mese, con orario solare.
- Marte è visibile per tutto il mese, sorgendo alle 19:37 a inizio mese e alle 16:09 a fine mese, con orario solare. A ottobre si trova in opposizione il giorno 14.
- Giove e Saturno sono vicini, visibili nella prima parte della notte, sorgendo alle 15:06 e alle 15:32 a inizio mese, rispettivamente, e alle 12:19 e alle 12:37 a fine mese.
- Urano sorge alle 19:59 a inizio mese e alle 16:58 a fine mese, mostrandosi per tutta la notte. In opposizione il 31 ottobre, ha comunque bisogno almeno di un binocolo per poter essere osservato.
- Nettuno è reduce dall’opposizione quindi si mostra per tutta la notte agli strumenti telescopici.
Eventi celesti principali
Il 3 ottobre, la Luna calante al 96% sarà in congiunzione ampia con Marte. La costellazione che ospita l’evento è quella dei Pesci e il momento di massima vicinanza si registrerà intorno alle 4:00, sebbene i due oggetti siano sopra l’orizzonte già dalla prima serata. Il fenomeno si ripete, simile, il 29 ottobre.
Il 5 ottobre, sempre a notte inoltrata, la Luna calante all’86% si trova in prossimità delle Pleiadi nel Toro, in una delle congiunzioni tipiche che verrà ripetuta ogni mese “ con maggiore o minore distanza “ da qui fino alla fine della visibilità del Toro. La sera dopo la Luna sarà vicina alla stella Aldebaran.
Il 14 ottobre, giorno di opposizione per Marte, la Luna va in congiunzione con Venere prima dell’alba.
La sera del 22 ottobre, una Luna crescente al 41% sarà in congiunzione tripla con Giove per passare a Saturno la sera successiva.
Passaggi della Stazione Spaziale Internazionale
Per il mese di ottobre 2020 la Stazione Spaziale Internazionale, al netto di modifiche dell’ultima ora, effettuerà passaggi serali fino al giorno 10 per poi iniziare una serie di passaggi mattutini a partire dal giorno 19. Di seguito riportiamo i principali passaggi per il Centro Italia, fermo restando che le altezze possono essere più o meno vantaggiose in base al luogo di osservazione. Per conoscere i passaggi per la vostra località potete fare riferimento al sito di AstronomiAmo: sarà sufficiente entrare per avere orari e mappe impostati correttamente.
2 Ottobre ore 20.17, da orizzonte N-O a orizzonte N-E e altezza massima di 37°
4 ottobre ore 20.21, da orizzonte N-O a orizzonte S-E e altezza massima 83°
5 ottobre ore 19.34, da orizzonte N-O a orizzonte E-S-E e altezza massima 60°
8 ottobre ore 18.59, da orizzonte N-O a orizzonte S-E e altezza massima 81° (crepuscolo)
23 ottobre ore 06.59, da orizzonte O-S-O a orizzonte N-E e altezza massima 80°
Note
↑1 | Circonferenza passante per i poli di un pianeta, perpendicolare all’equatore – vedi il glossario dei termini astronomici |
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↑2 | Punto sulla volta celeste situato sulla verticale di un osservatore – vedi il glossario dei termini astronomici |
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