Marco (13 anni, di Bari) racconta le aurore boreali per la rubrica 'Briciole Spaziali'.

Posso assicurare che effettivamente, quando ci si trova con la testa all’insù ad ammirare questa meraviglia della natura, la fantasia galoppa! A me personalmente è capitato: ho avuto la fortuna di ammirarla nelle fredde notti di febbraio in Lapponia e posso confermare che è una emozione indescrivibile assistervi. Le foto conservano la memoria visiva, ma le emozioni restano nel cuore.

Ma da cosa nasce questo fenomeno? Che cosa lo causa? Esso nasce dall’incontro e l’interazione di due elementi: il campo magnetico del vento solare e quello terrestre.
Sappiamo che il vento solare è un flusso di particelle cariche (principalmente protoni ed elettroni) emesso dal Sole in tutte le direzioni del Sistema Solare. Quando le particelle cariche si avvicinano al nostro pianeta, molte di esse sono deviate grazie al campo magnetico terrestre (quello che dà origine alla magnetosfera).
Tuttavia, a causa della particolare geometria di questo campo magnetico, le particelle cariche del vento solare vengono indirizzate verso i due poli magnetici della Terra, il polo nord e il polo sud: qui, alcune particelle riescono a penetrare nell’atmosfera terrestre e così vanno a colpire gli atomi o le molecole di gas (ossigeno e azoto) che si trovano negli strati più esterni dell’atmosfera stessa. In seguito agli urti, alcuni atomi si caricano di energia e diventano luminescenti, dando origine all’aurora, appunto “polare”.
Quindi l’aurora polare è il risultato della collisione tra particelle cariche rilasciate dal Sole e i gas dell’atmosfera terrestre.
Le aurore polari si manifestano in entrambi gli emisferi nord e sud, prendendo rispettivamente il nome di aurora boreale e aurora australe. Fu l’astronomo Galileo Galilei a usare il nome Aurora Borealis per descriverla, unendo il nome della dea romana dell’alba, Aurora, a quello greco Borea, ovvero la personificazione, nella mitologia greca, del Vento del Nord.

Le aurore danno il via a delle vere e proprie “danze”: come ho detto prima, sono stato fortunato ad assistere per tre volte a una spettacolare “danza” in cui, oltre a un verde intenso, i fasci avevano sfumature viola/fucsia…una vera magia. Oltre a degli archi “serpeggianti” ho potuto ammirare anche quella che, a detta del nostro accompagnatore, è la forma più bella in assoluto, la “corona” che si vede quando l’aurora boreale attiva è direttamente sopra e leggermente a sud dello spettatore e i suoi raggi sembrano andare in ogni direzione da un solo punto.
Le fonti del mio approfondimento sono:
- Audioguida Museo Artikum di Rovaniemi (FI)
- Sorvegliati Spaziali
- MediaINAF
- CNR

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