Il 14 marzo di ogni anno è meglio noto come il pi day, il giorno in cui si celebra la matematica e in particolare il pi greco, numero trascendentale definito come il rapporto tra diametro e circonferenza.
Il primo pi day propriamente detto venne organizzato nel 1988 da Larry Shaw presso il San Francisco Exploratorium e da allora è diventata una tradizione diffusasi in tutto il mondo. Anche la NASA ha deciso di festeggiare il “numero di Archimede” con Pi in the sky challenge, progetto iniziato nel 2014 e che propone una serie di poster con alcuni esempi di come gli astronomi utilizzano il pi greco nel loro lavoro attraverso alcuni semplici problemi da risolvere.
Ad esempio ecco gli “Investigatori solari“, primo dei problemi del Pi in the sky challenge 2018:
Se Kepler rileva un calo di luminosità dello 0.042% dalla stella Kepler-186, che ha un’area di 416000000000 km2, qual è il raggio dell’esopianeta noto come Kepler-186f?
Il pi greco, però, si trova nel cielo anche solo come nome delle stelle: ad esempio le sei stelle che costituiscono lo scudo di Orione o la stella doppia Pi Bootis che si trova poco sotto Arturo.
Si trova anche in una delle equazioni cosmologiche più importanti in assoluto, l’equazione della relatività generale di Einstein:
\(R_{ab} – \frac{1}{2} R g_{ab} + \Lambda g_{ab} = 8 \pi G T_{ab}\)
Lo vediamo sul lato destro, insieme con la costante di gravitazione universale, nel termine che identifica l’energia contenuta nell’universo. Il termine a sinistra, invece, è legato alla curvatura dello spaziotempo, ovvero alla sua geometria.
Maggiori dettagli matematici sul Carnevale della matematica #117.
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