Aggiornato il 28 Novembre 2024
Dal 13 al 16 dicembre, anche per quest’anno in “formato virtuale" si è tenuta la conferenza internazionale Fablearn Italy. Il tema della conferenza quest’anno è Innovation in Laboratory teaching with Making, Educational Robotics, Coding and Innovative technologies.
La missione delle conferenze FabLearn è mettere in contatto ricercatori, insegnanti, educatori e professionisti che lavorano per innovare l’istruzione applicando utilizzando la tecnologia: making, coding, educational robotics. La FabLearn Italy 2021 è associata infatti all’iniziativa globale FabLearn, che sostiene e supporta le esperienze di apprendimento costruzionista. Per l’appuntamento italiano il 2021 segna la sua quarta edizione, ed è organizzato come ogni anno da INDIRE.
Per prima cosa chiediamo a Beatrice Miotti, ricercatrice INDIRE lo stato dell’arte di questa conferenza e che tipo di comunità ha incontrato in questi anni. Ricordiamo che Beatrice insieme a Lorenzo è chair della conferenza e ha curato i proceeding delle edizioni passate. Proprio da qualche giorno è possibile scaricare i proceeding delle conferenze del 2019 per Springer e del 2020 "‹"‹per Carocci in open access.
Fablearn Italy ha raggiunto questo anno la sua quarta edizione, come la precedente a causa delle restrizioni, abbiamo optato per una conferenza virtuale. In questi anni abbiamo raggiunto un vasto bacino di utenti, che hanno proposto le loro attività inviando sia paper che poster: non solo ricercatori o persone legate all’ambito accademico, ma anche moltissimi docenti entusiasti di poter condividere i loro progetti e le loro attività di classe. Quest’anno abbiamo avuto anche alcuni contributi dall’estero, così che abbiamo allargato il punto di vista strettamente nazionale con esperienze di realtà in contesti molto diversi dal nostro. Per noi, che ci siamo impegnati in questi anni per la buona riuscita di questa Conferenza, è una grande soddisfazione vedere quanti hanno aderito e hanno partecipato anche come uditori. L’interesse verso le tematiche del coding, robotica, making e nuove tecnologie è alto e, nonostante le difficoltà degli ultimi due anni causate dalla pandemia, non è stato perso l’entusiasmo per affrontare la didattica in modo laboratoriale.
Quest’anno la Fablearn Italy ospita anche due eventi correlati: una conferenza sul PRIN PROSA e la presentazione del libro “Inventando si impara” curato da Lorenzo Guasti, interessante e unica traduzione italiana del famoso “Invent to learn: Making, Tinkering and Engineering in the Classroom” di Sylvia Martinez e Gary Stager.
Il prin PROSA (PROtotipi di Scuole da Abitare) è un progetto di ricerca sulle architetture scolastiche finanziato nell’ambito del Programma PRIN (Progetti di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale) e avviato nel settembre 2019.
Chiediamo ad Elena Mosa ricercatrice INDIRE che partecipa al progetto ed è moderatrice della sessione di apertura le premesse da cui parte PROSA, ma soprattutto quali sono gli obiettivi del progetto e il suo possibile impatto sul sistema scolastico italiano, anche tenendo conto delle esperienze importanti sul territorio nazionale come ad esempio la rete delle scuole all’aperto e le esperienze di apprendimento creativo.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra l’Indire e l’Università IUAV di Venezia, il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli", l’Università degli Studi di Sassari, l’Università Politecnica delle Marche. Questa ricerca interdisciplinare prende le mosse dall’idea che il miglioramento della qualità architettonica degli istituti scolastici del territorio nazionale sia strettamente correlata al miglioramento della qualità dell’offerta educativa e dell’esperienza scolastica in sè, a 360°. Riqualificare gli spazi e gli ambienti educativi può, infatti, dare nuovo slancio non solo alle scuole, ma all’intero contesto urbano che le circonda. La scuola è chiamata ad intessere relazioni e dialogo con il territorio e questo richiede una specifica progettualità .
Durante il convegno “Scuole da abitare" che ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Andreas Schleicker, Direttore della Direzione “Education and skills" dell’OCSE, si è cercato di approfondire le tematiche di scuola e innovazione e scuola e città . Nell’immaginario collettivo le scuole sono organizzate in aule e corridoi. L’aula occupa un ruolo di assoluto rilievo nelle attività scolastiche, mentre gli spazi che la circondano rivestono una funzione ancillare. L’organizzazione dell’ambiente di apprendimento, però, è tutt’altro che neutra poichè riflette dei principi ed incarna dei valori. Anche il concetto dell’aula intesa come luogo unico dell’apprendimento è anacronistico. La stessa idea di scuola “monade", sganciata dal territorio è anacronistica. Stiamo infatti assistendo a una nuova fase della relazione scuola-territorio: oltre alla scuola che si apre alla comunità (civic center) mettendo a disposizione i propri spazi per attività civiche aperte ai genitori degli studenti o alla cittadinanza (es. la biblioteca, la palestra, l’agorà , il giardino), anche la comunità che offre i propri spazi alle istituzioni scolastiche. A inizio Novecento, per ragioni legate alla salute degli studenti, la scuola esce sul territorio, nascono le prime esperienze di scuola all’aperto, in cui lo spazio di prossimità della scuola si trasforma in ambiente di apprendimento. L’idea è quella di trasformare l’intera città in una comunità educante. Anche la città si può trasformare in un medium di conoscenza facendo rinascere spazi vuoti e inerti e trasformandoli in laboratori.
In entrambe le tavole rotonde, la dimensione multi-prospettica delle tematiche trattate si è riflessa nello sguardo integrato della ricerca in ambito pedagogico e architettonico. La dimensione teorica e pratica si sono incontrate nelle testimonianze degli architetti del progetto ProSa e di alcuni Dirigenti scolastici che hanno raccontando come fare a rendere le scuole posti da abitare, ovvero come cambiare l’approccio affinchè la “building perspective” non sovrasti la “dwelling perspective”(1)Ingold, T., 2016, Ecologia della cultura, Meltemi.
Se volete approfondire la registrazione della sessione plenaria e delle due tavole rotonde è accessibile a questi link: Plenaria, Tavola rotonda “Scuola e innovazione", Tavola rotonda “Scuola e città ".
Siamo molto curiosi di sapere come è stato per Lorenzo Guasti tradurre e curare il volume italiano di “Invent To Learn" ovvero “Inventando si impara" un libro veramente importante per chiunque voglia portare a scuola il pensiero creativo con la tecnologia e l’approccio “maker", gli chiediamo come è stato tradurre questa “bibbia”
Devo dire che è stata un’esperienza lavorativa emozionante, coinvolgente e formativa. Lavorare a stretto contatto con gli autori del libro è stata un’occasione unica per apprendere direttamente da loro la filosofia che sta dietro questa pubblicazione così famosa a livello mondiale. Per l’occasione ho deciso di aggiungere un capitolo relativo alle risorse italiane per i docenti, visto che il volume si rivolge al pubblico italiano. Ritengo che questo libro sia molto utile a chi volesse avvicinarsi a una didattica laboratoriale innovativa fatta di esperimenti, costruzione, errori e soluzioni. Una didattica dove il risultato è sempre una novità , una sorpresa e ciò che viene appreso supera le aspettative sconfinando in ambiti disciplinari e di competenze che riguardano anche il saper affrontare le sfide che il mondo ci presenta quotidianamente. Spero vivamente che venga letto dal maggior numero possibile di insegnanti e dirigenti e che l’ispirazione che ci ha guidato in questi anni sia condivisa anche da parte della comunità docente.
Di seguito il video della presentazione del libro in occasione della Conferenza nazionale e Premi eTwinning 2021 e della Fablearn 2021 con Lorenzo, Sylvia e Gary:
Note
↑1 | Ingold, T., 2016, Ecologia della cultura, Meltemi |
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