Il cielo del mese

Il cielo del mese: dicembre e la bellezza delle stelle d’inverno

L’inverno, la stagione più fredda dell’anno in cui il tempo sembra un po’ fermarsi nell’attesa della più mite primavera, inizia con il fenomeno astronomico del solstizio.
La declinazione (la distanza dell’astro dall’equatore) continua a diminuire fino al minimo di -23.5° (declinazione Sud) quando il Sole è nella costellazione del Sagittario (21 dicembre), ecco che il giorno è più corto della notte, la quale è la più lunga dell’anno. Questo giorno caratteristico prende il nome di solstizio (dal latino solstitium, fermata del Sole, in quanto quest’ultimo sembra fermarsi nel suo moto ascendente o discendente raggiungendo il punto più basso della sua orbita) e, segna insieme all’equinozio (di autunno e primavera), le nostre quattro stagioni. Con il solstizio di dicembre il Polo Sud della Terra sarà inclinato verso il Sole; questo è il primo giorno d’inverno (solstizio d’inverno) nel nostro emisfero settentrionale e il primo giorno d’estate (solstizio d’estate) nell’emisfero australe.

Equinozi Solstizi
Equinozi e solstizi

Il solstizio d’inverno, che segna l’inizio dell’inverno da un punto di vista astronomico, avverrà alle ore 10:20 UTC (tempo civile) del 21 dicembre, inverno che, in media, durerà 89,0 giorni nel nostro emisfero. Non è un giorno, ma un solo istante, un preciso momento in cui la Terra, nel suo viaggio attorno al Sole, volge il suo asse nella direzione opposta al Sole (nel nostro emisfero) e la sua altezza rispetto all’orizzonte raggiunge il valore minimo. Fenomeno dovuto all’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto, appunto, all’eclittica (il Polo Nord sarà inclinato di circa 23,5° lontano dal Sole); se tale inclinazione fosse assente, la luce solare arriverebbe perpendicolare alla superficie terrestre all’equatore, tutto l’anno, e così non esisterebbero né solstizi né equinozi. Dal giorno successivo, invece, si assiste al fenomeno opposto: le giornate si allungano lentamente e il Sole riprende a salire rispetto all’orizzonte.
Quanto è lungo il giorno più lungo e quanto è lunga la notte più lunga, dipende dalla latitudine del luogo cioè da quanto lontano ci si trovi, a Nord o a Sud, dell’equatore. Giorno e notte, sull’equatore terrestre, hanno la stessa durata tutto l’anno, ma spostandoci appena a Nord come a Sud, le differenze stagionali si manifestano e appaiono più evidenti sui Poli. Infatti proseguendo verso il Polo, si riducono sempre più le ore di luce (il periodo di buio dura sempre più a lungo), fino a quando, raggiunto il Polo Nord, nel corso dell’anno si ha una notte di sei mesi.

La durata maggiore del giorno rispetto alla notte e viceversa non spiega, da sola, perché l’estate è calda e l’inverno è freddo ma un altro fattore (sempre dipendente dall’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita) spiega il fenomeno: in inverno l’angolo con cui i raggi del Sole incidono sulla superficie terrestre, nelle diverse stagioni, è più inclinato che nella stagione estiva e quindi, gli effetti dei raggi solari, subiscono uno smorzamento maggiore, dovendo penetrare l’atmosfera terrestre in modo più obliquo.
In questo mese invernale caratterizzato dal giorno del solstizio, dove il Sole sembra fermarsi nel cielo (e dove avremo solamente 8 ore e 46 minuti di luce solare), la volta celeste appare agli occhi dell’osservatore con un effetto luminoso unico da rendere le notti memorabili e stupirsi di tanta meraviglia. La contemplazione degli spazi celesti è “un’immersione” in uno sconfinato mondo di superiore bellezza, un’esperienza del bello, della realtà che ci circonda, un pensiero, una forma simbolica di nuovi significati. Una “bellezza vivente” che non è nelle cose, ma è nel nostro sguardo sulle cose e pertanto guardando verso un interno di strana bellezza ci si pone domande, si comprende, si indaga e ci stupiamo della bellezza e l’eleganza che ammanta la realtà che ci circonda.

Il cielo

L’astronomia offre un emozionante viaggio di ricerca, esperienze pratiche e possibilità di investigare l’ignoto. Immergersi nell’entusiasmante esperienza delle osservazioni pratiche del cielo notturno porta le meraviglie dell’astronomia alla vita. Immagina di tuffarsi nell’universo, attraverso l’esperienza si può verificare che la volta celeste muta lentamente, ma continuamente, pur restando costante il suo movimento antiorario alla stella Polare, e tutto questo accade necessariamente e senza sosta. Il cielo però non cambia solo di ora in ora ma anche di settimana in settimana, di mese in mese, di stagione in stagione. La rivoluzione delle stelle attorno alla Polare si compie in 23 ore e 56 minuti circa, quattro minuti in meno della durata di un giorno. Pertanto, ogni sera le stelle sorgono quattro minuti prima della sera precedente. Quattro minuti al giorno in un mese equivalgono a due ore circa; sicché tra un mese da oggi, le stelle sorgeranno due ore prima di oggi. Un mese dopo, due ore prima: è questa la semplice formula che governa l’astronomia visiva. Due ore al mese vuol dire 24 ore in un anno, di conseguenza, dopo un anno da oggi il cielo assumerà l’aspetto che ha oggi. Cosi, il 25 dicembre a mezzanotte di quest’anno le stelle hanno l’identica posizione che avevano il 25 dicembre dell’anno scorso alla stessa ora, e che avranno di nuovo il 25 dicembre dell’anno prossimo, sempre a mezzanotte. In altre parole, le stelle, come le attrici, si esibiscono al meglio in certe stagioni.
Ci sono così stelle per tutte le stagioni. Nel clima mediterraneo e alle nostre latitudini, l’inverno è la stagione più felice per osservare: l’aria invernale, infatti, è più fredda e secca cioè più chiara (pura) di quella più calda (opaca) delle altre stagioni; inoltre, d’inverno la porzione di cielo più ricca di stelle si mostra alla vista, in direzione Sud. Alle nostre latitudini, nelle sedute osservative, per trovare stelle e costellazioni bisogna guardare una regione di cielo, nelle prime ore della serata (tra le ventuno e le ventitré), individuando le stelle che lo punteggiano che sono collegate (a loro volta) da linee immaginarie che evidenziano le costellazioni alle quali esse appartengono. Nel tentativo di riconoscere le stelle più luminose e di intravedere le possibili forme delle costellazioni il firmamento può sembrare all’inizio come un puzzle. Quali e quante siano le stelle davvero visibili dipende, oltre che dalla data, anche dalla latitudine del luogo d’osservazione. Lo spettatore dovrà riferirsi all’orizzonte più vicino alla latitudine del luogo d’osservazione e all’interno di tale orizzonte troverà tutte le stelle visibili a quella data da quel luogo, mentre all’esterno si colloca la parte invisibile del cielo.
Durante l’inverno, stagione più idonea per l’osservazione della volta celeste, un cielo tappezzato di stelle è la ad aspettarci e come scriveva Giovanni Pascoli:

Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle
le tacite stelle

E le stelle non sono solo silenziose e tranquille osservatrici delle vicende umane, ma si aprono agli occhi dell’uomo come fiori che sbocciano nel loro splendore:

Si devono aprire le stelle
nel cielo sì tenero e vivo

Con il sorgere delle stelle, partendo in prima serata, lo splendore del cielo invernale è messo in risalto da Orione e del suo seguito. È una costellazione ben visibile con la quale possiamo orientarci per rintracciare le splendenti stelle Sirio e Procione oltre a diverse costellazioni che sorgono a Est, come il Leone, i Gemelli e l’Auriga con la sua brillantissima stella Capella. Da non perdere la costellazione del Toro con la sua stella Aldebaran (in arabo l’inseguitore che sorge dopo le Pleiadi e sembra appunto inseguirle), gigante arancione con un diametro quasi 40 volte maggiore di quello del Sole e i suoi celebri e brillanti ammassi stellari delle Pleiadi e delle Iadi.

Natale Giardino Costellazione Orione
La costellazione di Orione. Foto di Natale Giardino, scattata il 10 novembre 2024 a Crotone

Nella “casa” celeste (il Sistema Solare) si trovano anche la Terra e gli altri pianeti. Una parata planetaria è visibile a dicembre: Venere, Marte, Giove e Saturno visibili ad occhio nudo, mentre Urano e Nettuno con l’ausilio di un binocolo o un telescopio.
Il veloce Mercurio, che torna in moto diretto dal 16 dicembre, è visibile tra le costellazioni di Ofiuco e dello Scorpione, giorno 25 al mattino, durante la sua massima elongazione (il punto più lontano nel cielo dal Sole), un binocolo sarà necessario per avvistarlo; Venere ben evidente alla sera verso Sud-Ovest dopo il tramonto risulterà meglio visibile con il passare dei giorni tramontando poco prima delle 20.
Marte visibile tutta la notte anticipa sempre la sua levata al trascorrere dei giorni del mese, Giove, in opposizione per tutto il mese, brillerà con i suoi gioielli per tutta la notte nella costellazione del Toro a sinistra della splendente Aldebaran, mentre Saturno è già alto nel cielo al primo buio tra le stelle della costellazione dell’Acquario, Urano è visibile nelle prime tre settimane del mese, tra le costellazioni del Toro e dell’Ariete, già nelle prime ore di buio, Nettuno invece in prima serata tra i Pesci e l’Acquario.
Non è mai troppo presto (o troppo tardi) per volgere lo sguardo verso il cielo stellato e lasciarsi incantare dal meraviglioso luccichio che ci sovrasta: un oceano di palpitanti spie luminose e non solo, che costellano le notti prossime al Natale, piene di sogni e desideri. Con l’avvicinarsi delle festività il cielo somiglia a un albero di Natale con i suoi addobbi, le sue stelle brillanti e i suoi svariati colori, illuminato da una cascata di pianeti, da una pioggia di meteore colorate, “stelle cadenti”, e dalla Luna che lo attraverserà come un gigantesco festone. Il mese di dicembre ci regala anche lo spettacolo di diversi sciami meteorici, ovvero “pioggia meteorica”: Fenicidi, Phi Cassiopeidi, Tauridi, Ursidi (radiante nella costellazione dell’Orsa Minore) con picco intorno all’Ultimo Quarto di Luna e quindi osservabili dopo il tramonto fino all’alba della Luna, e in particolare Geminidi (radiante nella costellazione dei Gemelli) il cui massimo si avrà il 13-14 dicembre (ma con la Luna: non saranno semplici da osservare) concludendo l’anno in bellezza con circa 150 stelle cadenti l’ora da osservare senza strumenti ottici.
Non ci resta che scrutare il firmamento per conoscere meglio il nostro angolo di universo e i suoi protagonisti per disvelare quella bellezza che tratta proprio l’esperienza del bello.

Sceneggiatura

La sfera celeste in questo mese festivo ci fa assaporare l’inizio dell’inverno appena arrivato con il solstizio e l’evolversi di un’ammirabile sceneggiatura celeste tipica del cielo invernale. Anche se non è conveniente sdraiarsi sotto un cielo buio, in queste fredde serate, il cielo d’inverno vede la sagoma di Orione attraversata dal disco invernale della maestosa Via Lattea e ricco di brillanti stelle che, con il loro chiarore diffuso, illuminano le freddi e secche notti. Circondati da un disordine stellare, servendosi di una cartina celeste, l’osservatore in prima serata potrà dilettarsi tra diverse costellazioni (Orione, Cane Maggiore e Cane Minore, Toro, Gemelli, Auriga, Andromeda e Perseo, Cassiopea, Cefeo, ecc.) e ammirare alla latitudine di circa 40° nove stelle di prima grandezza che si differenziano per la loro luminosità.
La prima è Vega che brilla alta nel firmamento, situata a Nord-Ovest nella costellazione della Lira, dalla tipica colorazione bianco-bluastra e che comincia a calare verso Ovest; poi troviamo in ordine decrescente di luminosità Capella nell’Auriga, di colore giallastra, situata a Nord-Est e che sta ritornando in alto nel cielo; Rigel (la gamba o il piede), a circa 1000 anni luce da noi, ed è circa 44.000 volte più luminosa del Sole, anch’essa bianco-bluastra, che sta sorgendo a Sud-Est; Altair nell’Aquila, colorazione bianco-giallastra, a Ovest, che sta per tramontare; la rossastra Betelgeuse, che sorge a Est, se la si ponesse al posto del Sole, il suo enorme diametro la porterebbe a contenere anche l’orbita terrestre; Aldebaran nel Toro, arancione, sopra Bellatrix la donna guerriera che forma la sua spalla sinistra e Mintaka, Alnilam e Alnitak che compongono l’asterismo chiamato Cintura di Orione la più bella costellazione del cielo, che secondo la mitologia greca rappresenta il cacciatore Orione, il più imponente e il più bello tra gli uomini; Polluce nei Gemelli, giallastra, che sta sorgendo a Nord-Est e Deneb nel Cigno, a Nord-Ovest, che si avvia verso l’orizzonte.
Ovviamente non possono mancare costellazioni come l’Acquario che più di tutte domina il cielo del Sud, i Pesci, la Balena e il Pesce Australe dove vi è l’unica stella in risalto in un campo celeste povero di stelle appariscenti chiamata Fomalhaut (la bocca della balena) di colore bianco. Sotto un cielo buio, proprio tra le stelle del Cigno e dell’Aquila, osserveremo la maestosa Via Lattea. A ridosso di essa, muovendosi da Est a Ovest, vi è la presenza di stelle molto luminose.
Si può ammirare con attenzione il grande quadrato di Pegaso seguito da Andromeda e dai deboli Pesci cercando di individuare in maniera più attenta un puntino lattiginoso sulla parte superiore della costellazione che è la galassia di Andromeda. In alto ad Est invece, è possibile ammirare le magnifiche e enigmatiche Pleiadi e sull’orizzonte Nord-Est si possono scorgere prima Procione al centro della piccola costellazione del Cane Minore e circa 40 minuti più tardi, Sirio (la stella del Cane), la stella più brillante del cielo notturno. C’è un altro protagonista in questa eccezionale rappresentazione cosmica, il gigante Giove, che a metà mese incontrerà nella costellazione del Toro la nostra Luna nell’unico plenilunio del mese di dicembre nonché nell’ultima Luna piena del 2024. È giunto il tempo di riaccendere le stelle.
Nelle notti di Natale non ci resta che scrutare la volta celeste, apprezzandone i movimenti, le sue meraviglie ed emozionarsi davanti allo spettacolo dell’Universo di cui anche noi facciamo parte e come dice il poeta: non fermiamo quel modo di riempire le cose di colori e suoni in grado di cambiare il mondo che non siamo in grado di vedere, un cielo gocciolante di stelle è la fuori ad aspettarci.

Orizzonte Est

Orizzonte Est Dicembre 2023
Orizzonte Est, 15 dicembre, mezzanotte, alla latitudine di Roma. Realizzata con YourSky di FourmiLab.

Muovendosi con gli occhi a Est, inizia a intravedersi la figura della costellazione del Leone (con la sua forma di trapezio), che può essere intercettata a partire dalle due stelle contigue alla coda, Megrez e Phecda del Grande Carro, individuando la sua stella principale Regolo sulla parte Sud-Ovest; la brillante stella è bianco-azzurra, dista circa 77 anni luce e per molti secoli conosciuta come “Cuore del Leone”.
Con una linea congiungente Megrez e Merak intercettano le stelle Castore e Polluce nella costellazione zodiacale dei Gemelli. Stelle che possono essere intercettate anche partendo dalla supergigante Rigel, nella costellazione di Orione, prolungando una semiretta passante per la stella Betelgeuse.
Nel cielo spicca la brillante Procione, bianca e a circa 11 anni luce dal Sole, al centro della piccola costellazione del Cane Minore. Procione significa “prima del cane”, intendendo con questo che sorge prima dell’altra “stella del cane” cioè Sirio che si trova a Sud-Est ed è la stella più luminosa del cielo nella costellazione del Cane Maggiore. A Nord di Orione si può ammirare la stella Capella (Capretta) dell’Auriga che ad occhio nudo appare di colore giallognolo e dista circa 42 anni luce dalla Terra. Il campo a Sud-Est si fa invece privo di stelle, in direzione dell’estesa costellazione dell’Idra, non facile da individuare anche per la scarsa luminosità delle stelle che la compongono, e di altre costellazioni minute.

Orizzonte Nord

Orizzonte Nord Dicembre 2023
Orizzonte Nord, 15 dicembre, mezzanotte, alla latitudine di Roma. Realizzata con YourSky di FourmiLab.

“Spostandoci” verso lo Zenit spicca la costellazione del Perseo dove brilla Algol, la stella del diavolo così chiamata dai greci in segno di cattivo presagio legato alla sua variabilità. Qui troviamo le costellazioni circumpolari (“immortali”, ruotano costantemente attorno al polo Nord celeste) di Cassiopea, Cefeo, Drago e le due Orse (Maggiore e Minore) che completano il quadro celeste.
Il grande mestolo, così viene chiamato dagli anglosassoni l’asterismo dal Grande Carro, si alza verso le parti più alte del cielo, così inizia ad apparire “verticale”, e ci aiuta a ritrovare la stella Polare, mentre la costellazione di Cassiopea, dalla parte opposta al Grande Carro rispetto alla Polare, con il suo un gruppo di stelle dalla caratteristica forma di W si abbassa verso l’orizzonte lungo il ramo della Via Lattea; all’elevarsi sull’orizzonte (mostrandosi a perpendicolo rispetto all’orizzonte) del Grande Carro segue anche il declino di Cefeo, costellazione dalla figura di una casetta che poggia la base sulla Via Lattea settentrionale e nella quale si può scorgere la stella variabile Delta Cephei, la più importante per gli astronomi.

Orizzonte Sud

Orizzonte Sud Dicembre
Orizzonte Sud, 15 dicembre15 dicembre, mezzanotte, alla latitudine di Roma. Realizzata con YourSky di FourmiLab.

Il mosaico celeste è dominato, a Sud, dallo splendore della grande costellazione di Orione e del suo seguito, totalmente visibile, ovvero dalla luminosissima stella Sirio e dall’asterismo del Triangolo invernale (Sirio, Procione e Betelgeuse). La sagoma di Orione è protagonista del cielo invernale: la sua forma, le tre stelle allineate Mintaka, Alnilam e Alnitak (i Tre Re) che compongono l’asterismo chiamato Cintura di Orione, la Spada di Orione (formata dalle tre minute stelle e dalle nebulose M42 e M43), lo scudo alzato e il bastone nell’altro braccio pronto a colpire il Toro, ne fanno la più bella costellazione del cielo.
Proseguendo lungo la linea della cintura, si arriva alla costellazione del Cane Maggiore e quindi a Sirio, la brillantissima stella bianco-bluastra che dominava i cieli invernali. Occupano anche questo quadrante della sfera celeste le stelle Betelgeuse in Orione e Procione nel Cane Minore. A Nord del Triangolo la coppia dei Gemelli che si tengono per mano che è tra le costellazioni principali dello zodiaco e alte nel cielo, più a Nord-Ovest, si estendono le costellazioni del Toro (dove brilla la stella arancione Aldebaran) e dell’Auriga (il Cocchiere), che nella più antica delle mitologie si riferisce all’importante invenzione del carro trainato dai cavalli, individuabile grazie a un singolare allineamento di stelle a forma di pentagono irregolare.

Orizzonte Ovest

Orizzonte Ovest Dicembre
Orizzonte Ovest, 15 dicembre, mezzanotte, alla latitudine di Roma. Realizzata con YourSky di FourmiLab.

Ponendo lo sguardo ad Ovest si scorge, subito dopo il tramonto, la brillante stella bianca Fomalhaut (la bocca della balena) nella costellazione del Pesce Australe mentre da Nord-Ovest, la costellazione del Cigno, il Grande Quadrato di Pegaso seguito da Andromeda e dai deboli Pesci che sono tipicamente autunnali. Nel cielo a Sud-Ovest della costellazione di Orione, si sviluppa quella di Eridano, estesa come un un lungo fiume tortuoso che scorre nel campo celeste. All’estremità Sud della costellazione, si trova la sua stella più luminosa, Achernar (dall’arabo la fine del fiume), una stella azzurra distante circa 144 anni luce dalla Terra. Sempre verso Ovest, alla destra della costellazione di Eridano, si trovano le costellazioni della Balena e dell’Acquario.

Sciami meteorici

Quando le correnti dei meteoroidi incontrano la Terra, entrano nell’atmosfera e si vaporizzano, dando origine alle meteore. Provenendo tutti da certi correnti, creano un effetto ottico, per cui sembrano provenire da una certa zona del cielo (radiante). Si ha quindi uno sciame di meteore, che viene nominato in base al punto del cielo da cui sembrano provenire le tracce luminose. Anche nel mese natalizio la Terra attraversa diverse nubi di detriti lasciate da comete o da asteroidi in disgregazione. Ricordiamo tra questi gli eventi astronomici: le spettacolari Geminidi (con radiante nella costellazione dei Gemelli) che sono visibili nei primi venti giorni del mese e che a differenza di altri sciami ha come corpo progenitore un asteroide (3200 Phaethon) invece che una cometa. Il massimo dell’attività si avrà il 13-14 dicembre (ma con Luna e non saranno semplici da osservare) concludendo l’anno in bellezza con punte di 150 stelle cadenti l’ora da osservare senza strumenti ottici. La pioggia di meteore Ursidi dal 17 al 26 dicembre (nella costellazione dell’Orsa Minore ma possono apparire ovunque nel cielo), invece, ha come corpo genitore la Cometa 8P/Tuttle e raggiunge il suo picco di attività intorno al 21-22 dicembre e se il cielo è sereno, gli osservatori possono aspettarsi di vedere fino a 10 “stelle cadenti” all’ora (anche se la Luna all’ultimo quarto che sorge intorno alla mezzanotte potrebbe ostacolare l’osservazione).

Luna

In base alla posizione lungo la propria orbita la Luna è vista da ogni località della Terra con angolazioni diverse, motivo per cui la sua superficie appare totalmente, parzialmente o per niente illuminata dalla luce solare. L’osservazione del cielo profondo sicuramente è conveniente quando l’intensa luce lunare non illumina il cielo impedendo di scrutare anche i piccoli dettagli celesti.
Il satellite passerà attraverso diverse fasi durante il suo ciclo lunare, dalla fase di Luna nuova del 1 dicembre, in cui il satellite sarà tra la Terra e il Sole, quindi la sua parte luminosa sarà rivolta lontano dalla Terra, inizierà con il trascorrere dei giorni a brillare nel cielo serale nella fase crescente; 4 e 5 dicembre, dopo il tramonto, la si potrà ammirare, bassa a Sud-Ovest, vicina a Venere nella costellazione del Sagittario.
Il giorno dell’Immacolata, illuminata quasi al 50%, sarà nella costellazione dell’Acquario vicina al gigante gassoso Saturno. A metà del mese (distanza dalla Terra di 374.600 km), nella fase di Luna piena (“Luna fredda” o “Luna lunga”) sarà vicina a Giove, nella costellazione del Toro, e in tutto questo splendore, la luce offuscherà la maggior parte della pioggia di meteoriti delle Geminidi. Il 13 dicembre il satellite splenderà insieme alle Sette Sorelle delle Pleiadi e Urano mentre il giorno dopo, illuminata al 100%, si mostrerà vicina al Grande Giove e il 14 con le brillanti Capella e Aldebaran mentre il 16 dicembre, si troverà nella Costellazione dei Gemelli con Castore e Polluce. Qualche giorno dopo splenderà nel cielo, nella fase di gibbosa calante, insieme al pianeta rosso Marte nella costellazione del Cancro e giorno 28 dicembre, illuminata all’8%, spicca vicino ad Antares e a Mercurio prima del sorgere del Sole. Durante queste fasi, varierà di dimensioni e luminosità nel cielo notturno, offrendo differenti visuali a seconda del momento esatto in cui si osserva.
Il mese termina con il novilunio, sarà il momento migliore per le osservazioni di stelle e di altri oggetti celesti che compongono il cielo natalizio in quanto il suo bagliore non interferirà la visione più chiara e dettagliata degli oggetti.

Pianeti

La posizione degli astri celesti nelle costellazioni vede protagonisti anche i pianeti del Sistema Solare che sono come sempre spettacolari da osservare, in qualche angolo di cielo, e ci regalano emozioni. Variano notevolmente nelle dimensioni, nella composizione e nelle caratteristiche eppure sono accomunati dalle leggi dello spazio e dal fatto di orbitare tutti intorno al Sole, la nostra stella.
Dalla metà del mese il piccolo e roccioso Mercurio lo si potrà scorgere poco prima del sorgere del Sole, ma molto basso, vicino alla testa dello Scorpione. È un pianeta difficile da osservare poiché si trova vicino al Sole nel cielo la maggior parte del tempo (la cui luce lo mette in ombra) e fino al 15 del mese sarà retrogrado cioè sembra muoversi “all’indietro” agli osservatori della Terra (in realtà è un’illusione ottica nel cielo). Il giorno di Natale, alle 03:00, è il momento migliore per osservarlo e apparirà alla sua massima distanza apparente ad Ovest dal Sole.
Nettuno giorno 8 dicembre termina la sua fase retrograda per riprendere il suo normale moto diretto mentre, Venere, inizialmente nella costellazione del Capricorno dopo Natale trasloca verso la Costellazione dell’Acquario avvicinandosi al pianeta Saturno e giorno 4 dicembre lo si potrà osservare vicino alla Luna nella costellazione del Sagittario.
Mentre Plutone si stabilirà nei pressi dell’Acquario, Saturno, il pianeta dominante nel nostro Sistema Solare, si troverà tra le stelle della costellazione dell’Acquario, assumendo una favorevole posizione serale. Saturno stesso, giorno 8 dicembre, splenderà nel cielo vicino alla Luna nella costellazione dell’Acquario mentre Giove, nella costellazione del Toro, il 7 del mese raggiungerà l’opposizione e sarà l’oggetto celeste più brillante dopo Venere.
Giove, inoltre, illuminerà il cielo insieme alla Luna giorno 15 dicembre nella costellazione del Toro mentre il 18 sarà la volta del pianeta rosso Marte addobbare il cielo insieme alla luminosissima Luna nella costellazione del Cancro. Urano è visibile, già nelle prime ore di buio, vicino all’ammasso delle Pleiadi, stelle che sembrano percorrere la volta celeste tutte insieme senza staccarsi le une dalle altre.
Siamo vicini al solstizio d’inverno (21 dicembre), giorni in cui nei cieli spiccano Marte, Giove, Urano e Saturno che sembrano inseguirsi regalando suggestioni e rendendo davvero magico tutto il periodo che ci porta alle feste. E anche nei giorni 24, 25 e 26, il cielo è acceso da diversi oggetti celesti: non solo i pianeti Venere, Marte, Saturno e Giove, ma anche le stelle Capella, Sirio e quelle che compongono la maestosa costellazione di Orione che sembrano osservare da sempre la vita dell’uomo, un orizzonte con il quale confrontarsi, una meravigliosa quinta teatrale che rimane immutata, mentre tutto intorno a noi, meravigliosamente, evolve e si trasforma.

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Scritto da

Eduinaf Avatar Autori Stefano Cidone

Insegnante e astrofilo del Circolo Astrofili "Luigi Lilio" Torretta, Cosenza.

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