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Misurare un meridiano nell’Africa australe

Scopriamo i segreti della triangolazione nell'affascinante romanzo "Avventure di tre russi e tre inglesi nell'Africa australe" di Jules Verne

Aggiornato il 28 Novembre 2024

avventure_africa_australe-coverUna delle imprese scientifiche più affascinanti del passato è stata la misurazione della Meridiana, ovvero la misurazione dell’arco terrestre di longitudine passante per Parigi. Il primo a iniziare tale misurazione fu l’astronomo francese Jean-Felix Picard nel 1669, che misurò il tratto tra la capitale e Amiens.
Dei tentativi successivi, uno dei più affascinanti è sicuramente quello portato avanti da Pierre Mèchain e Jean-Baptiste Delambre: innanzitutto per il contesto storico, la rivoluzione francese; inoltre perchè i due, ovviamente con una spedizione organizzata, riuscirono a estendere la misura fino a Barcellona; infine perchè a proprio a causa di questa impresa Mechain soccombette per le fatiche di una tale operazione, come ha scritto Jules Verne nelle Avventure di tre russi e tre inglesi nell’Africa australe.
Il romanzo di Verne, pubblicato originariamente nel 1871, narra della spedizione scientifica di sei scienziati, tre russi e tre inglesi, iniziata poco prima della guerra di Crimea, per misurare il meridiano del deserto del Kahalari nell’Africa meridionale.

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Illustrazione di Jules Fèrat dalla prima edizione originale di Avventure di tre russi e tre inglesi nell’Africa australe

Verne, oltre a fornire una serie di interessanti spunti scientifici, di cui discuteremo più sotto, racconta di un’avventura appassionante grazie a sei personaggi vividi e ben caratterizzati, gli astronomi che intraprendono la spedizione, accompagnati da un gruppo di aiutanti indigeni, una scorta che li accompagna tra le difficoltà  del viaggio. La spedizione, infatti, deve procurarsi il cibo per il sostentamento (dettagliate le battute di caccia narrate dallo scrittore), difendersi dai predatori e soprattutto dagli attacchi di tribù indigene ostili. In particolare Verne descrive un vivido e appassionante assedio di una di queste pericolose tribù contro il gruppo, che decide di resistere mentre due di loro si mettono in viaggio per completare la serie di misure. La narrazione, a differenza di molti romanzi moderni, non è un racconto serrato che alterna scene dal campo degli assedianti e dal viaggio dei due astronomi, ma si concentra sui primi. La scelta, però, risulta comunque vincente, risultando alla fine uno dei passaggi meglio riusciti all’interno di un romanzo comunque appassionante e sorretto da un buon ritmo, nonostante le digressioni scientifiche presenti nel testo.
Altro punto di forza, questo strettamente legato alla caratterizzazione dei personaggi, è la rivalità  tra i due capi della spedizione, quello inglese e quello russo, che si intreccia con la rivalità  tra Inghilterra e Russia e che sarebbe sfociata nella guerra di Crimea del 1854, anno di ambientazione del romanzo.
Il classico è stato ristampato alcuni mesi fa nell’omnia verniana abbinata ai quotidiani e alle riviste Mondadori e riprende la traduzione di fine anni Ottanta del XX secolo della Mursia curata da P. Foretti. Il testo non è esente da errori (basta confrontare con i testi in inglese e in francese, in pubblico dominio, presenti su Wiki Source) o da scelte di traduzione discutibili, ma nel complesso questi “difetti” sono rari e non disturbano il piacere della lettura di un classico dell’avventura come le Avventure di tre russi e tre inglesi nell’Africa australe.

Una definizione del metro

Molti gli spunti scientifici, espliciti e impliciti, all’interno del romanzo di Verne. D’altra parte, con un romanzo centrato su un’impresa scientifica, non poteva essere altrimenti.
La prima digressione scientifica è, in realtà , un intero capitolo, il IV, dedicato alle unità  di misura e, in particolare, al metro. È qui che Verne fa un ricapitolo delle misurazioni della Terra note a quell’epoca, alcune delle quali sono citate all’inizio di questo articolo. Il capitolo è, dunque, un piccolo compendio scientifico che porta alla fine alla definizione del metro, all’epoca la decimilionesima parte del quarto di meridiano, da cui la necessità  di misurare nel modo più preciso possibile il meridiano stesso. È interessante osservare come Verne fa notare che tale definizione si porta dietro un errore dovuto allo schiacciamento della Terra ai poli, circa due decimillesimi di linea.

Misurare la Terra

Per ottenere questo risultato, ovvero la misura della meridiana, erano necessari una serie di strumenti piuttosto ingombranti che necessitavano una vera e propria carovana, come ben descritto da Verne nel VI capitolo:

Gli altri carri trasportavano gli strumenti, i viveri, i bagagli dei viaggiatori, le loro armi, le loro munizioni, gli utensili necessari alla triangolazione stabilita, come palafitte portatili, pali da segnali, cavalletti necessari alla misurazione della base, e infine gli oggetti destinati ai cento uomini di scorta.

avventure_africa_australe-triangoliL’operazione della triangolazione viene, invece, descritta in maggior dettaglio nelle due pagine iniziali del capitolo successivo.
L’operazione di triangolazione prevede la suddivisione della superficie in una serie di triangoli di cui è necessario misurare le dimensioni. Il problema principale, ovvero il fatto che la superficie del pianeta non è pianeggiante ma presenta valli e cime per non parlare delle costruzioni umane, costringe a dover misurare dei triangoli aerei, rendendo in questo modo la difficoltà  di incontrare rialzi nel terreno un vantaggio, visto che questi rialzi possono diventare dei punti di riferimento utili nelle operazioni.
Determinati i vertici dei triangoli, si passa alla misurazione degli angoli di questi vertici. D’altra parte

(…) secondo un principio di geometria, un triangolo qualunque è interamente noto quando si conosce uno dei suoi lati e due dei suai angoli, poichè si può immediatamente dedurne il valore del terzo angolo e la lunghezza degli altri due lati.

Questo, dunque, determina automaticamente il primo dei problemi da affrontare per chiunque si prepari alla triangolazione: misurare la base del primo triangolo della serie. Ed è solo in questo caso che risulta necessario scegliere un terreno perfettamente pianeggiante, in modo da ottenere la maggior precisione possibile.

Curiosità  gravitazionale

Uno degli inconvenienti più curiosi alle operazioni di misura viene raccontato dal colonnello Everest, il capo degli astronomi inglesi:

Ed ora è necessario stabilire in maniera precisa il punto di partenza della nostra operazione calando un filo a piombo che vada a cadere all’estremità  del primo regolo. Nessuna montagna eserciterà  un’azione sensibile su questo filo, e in tal maniera esso segnerà  esattamente sul suolo l’estremità  della base.

Ciò a cui si riferisce il colonnello è l’effetto gravitazionale che una massa di terra come una montagna esercita sul piombo del filo a piombo. D’altra parte all’epoca il risultato ottenuto dall’esperimento di Henry Cavendish era abbastanza consolidato (l’esperimento risaliva a poco meno di un secolo prima): in effetti quella dimostrazione permise non solo di calcolare la costante di attrazione gravitazionale, ma mostrò anche come due oggetti, per quanto posti sulla superficie della Terra, si attraggono uno con l’altro.

Abbiamo parlato di:
Avventure di tre russi e tre inglesi nell'Africa australe
Jules Verne
Traduzione di P. Foretti
Mondadori, 2021
212 pagine, brossurato – € 7.90
Parte della collana Le grandi raccolte Mondadori

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l'Università  della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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