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Un premio ignobile e un po’ improbabile

Aggiornato il 1 Giugno 2022

Il premio Ig Nobel, che gioca con la parola ignoble, ignobile, è stato istituito nel 1991 per

onorare risultati che prima fanno ridere la gente e poi la fanno riflettere.

Istituito su iniziativa di Marc Abrahams, editor e co-fondatore degli Annals of Improbable Research, editor-in-chief del Journal of Irreproducible Results e maestro di cerimonie per la consegna dei premi, nel corso della sua decennale carriera ha messo in evidenza decine di ricerche interessanti, ma anche tante piccole storture dal punto di vista politico e organizzativo dovute sia alle istituzioni sia alle grandi aziende.
L’elenco dei premiati, però, conta scienziati di fama e dalla carriera specchiata, persino un Premio Nobel, l’unico fino a ora ad avere ottenuto entrambi i premi, il fisico Andre Geim, che insieme con Michael Berry vinsero l’Ig Nobel nel 2000 per essere riusciti a far levitare una rana viva usando un campo magnetico.
Se l’utilità di far levitare magneticamente una rana è diventata sempre più chiara man mano che la tecnologia dei treni levitanti si è andata sviluppando, forse potrebbe essere meno chiaro perché dovrebbe essere utile calcolare con la massima precisione la superficie della pelle degli elefanti. L’equazione che permette di ottenere tale stima è stata scoperta nel 1990 da due matematici indiani della Kerala Agricultural University, K.P. Sreekumar e G. Nirmalan, premiati successivamente nel 2002, e una delle sue più importanti applicazioni è nel calcolo del fabbisogno calorico dell’elefante, necessario per capire quanto dare da mangiare al gigantesco animale, utilizzato ancora oggi per compiere molti lavori pesanti in India in particolare.
Non ci sono solo queste due ricerche ne La pazza scienza di Luca Perri, ma queste sono indubbiamente emblematiche dell’approccio degli organizzatori alla scelta delle ricerche da premiare. Perri per il suo libro, una lettura veloce e divertente, stilisticamente molto simile al Leo Ortolani de Le meraviglie della natura, sceglie 13 ricerche da approfondire e varie altre notevoli inserite nella prima delle e appendici, mentre la seconda è dedicata ai premi veramente assurdi, come ad esempio il premio per la fisica del 1993 assegnato al francese Corentin Louis Kervran

per la sua conclusione che il calcio nel guscio delle uova si forma attraverso un processo di fusione nucleare fredda.

L’ultima appendice è, invece, un breve saggio sulla scienza e l’arte visuale, tra cui il fumetto, scritto da Angelo Adamo, che ha affiancato Luca Perri con una serie di illustrazioni e vignette per ogni capitolo.
L’astronomo/disegnatore è riuscito a sintetizzare con pochi tratti, spesso con un’unica vignetta, il senso delle ricerche protagoniste di ciascun capitolo, anche se una particolare menzione la merita il capitolo dedicato alle muffe e alla loro capacità di risolvere un labirinto. In questo caso Adamo ha realizzato un vero e proprio fumetto che potrebbe essere letto indipendentemente dal testo di Perri, risultando comprensibile anche senza le informazioni aggiuntive fornite dalla lettura del capitolo.
Nel complesso un testo scorrevole e divertente che pone sotto una luce più umana la scienza e sotto una luce più seria quei pazzi dell’Ig Nobel.

Abbiamo parlato di:
La pazza scienza
Luca Perri, Angelo Adamo
Sironi Editore, 2017
202 pagine, brossurato, b/n – € 18,50
ISBN: 9788851802813

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l’Università della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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