Per la scuola

Dove andiamo non c’è bisogno di strade

In viaggio nello spazio e nel tempo, con le visite guidate, i laboratori e le altre proposte didattiche per scuole e pubblico che accompagnano la mostra Macchine del tempo: a Palazzo Esposizioni, Roma, fino al 24 marzo 2024.

Perché hai scelto di studiare Astronomia? Quando me lo chiedono, mi ritrovo a scavare nei ricordi di ragazzina, e cercare nel mio percorso, personale e scolastico, la radice di questa decisione così importante.
Nel mio caso, l’idea è nata all’improvviso, quando sul libro di Geografia Astronomica di mio fratello (sì, c’era ancora questa disciplina al Liceo, ma non al mio Liceo Classico) lessi che era stata osservata la luce che proveniva dall’oggetto più lontano mai osservato, a 4 miliardi di anni luce. Un tipo oggetto chiamato “quasar”, che noi stavamo vedendo come era 4 miliardi di anni fa. Un viaggio nel tempo senza partire, davvero sconvolgente.
Va veloce, la luce, 300mila chilometri al secondo, ma la sua velocità non è infinita: quindi ha bisogno di tempo per raggiungere i diversi luoghi dell’Universo, perché i chilometri da fare sono tanti. Perciò quando noi osserviamo la luce e tutte le altre onde elettromagnetiche che provengono da luoghi lontani del nostro Universo, linformazione è vecchia di giorni, mesi, anni, migliaia, miliardi di anni, a seconda di quanto c’è voluto ad arrivare qui.
No, non servono strade per viaggiare nell’Universo: basta avere strumenti che riescono a osservare luci debolissime che provengono da molto lontano. Queste sono le macchine che usiamo per viaggiare nel tempo, potentissimi telescopi alla cui progettazione e realizzazione l’INAF partecipa con altre istituzioni partner in tutto il mondo.

Macchine Del Tempo Tunnel Del Tempo
Il tunnel del tempo, con le diverse distanze a cui le macchine del tempo osservano. – foto P. Soletta

La mostra Macchine del Tempo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), a Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 24 marzo 2024 racconta quello che abbiamo capito del nostro Universo sfruttando questa incredibile opportunità al meglio delle nostre forze e del nostro ingegno. E lo racconta anche a bambine e bambini, ragazzi e ragazze, attraverso attività didattiche per le scuole ispirate al tema della mostra.
La rassegna Universi paralleli offre visite in mostra e laboratori a scuole dell’infanzia e primarie organizzate dal Laboratorio d’arte di Palazzo delle Esposizioni.
Le scuole medie e superiori possono invece accedere alle visite in mostra organizzate da Coopculture.
Sono inoltre in programma laboratori per bambini e bambine di 3-11 e le loro famiglie, la domenica mattina dalle 11 alle 13, nell’ambito delle rassegne Astri nascenti, Cieli di stelle e L’Universo a portata di mano. Quest’ultimo ciclo di laboratori è organizzato dai ricercatori dell’INAF, che terranno visite brevi su specifici temi della mostra e al termine condurranno un laboratorio hands-on su quell’argomento.

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Installazione per “Pianeti di sale”, uno dei laboratori domenicali per bambini tenuti dai ricercatori INAF.

I laboratori per le scuole dell’infanzia e primarie si terranno nell’atelier di Palazzo delle Esposizioni, che è stato allestito per l’occasione con diversi exhibit a tema: il cubo, una stanza di circa 4 x 4 metri, dentro cui si entra per immergersi nello spazio tra le stelle che da Terra vediamo come costellazioni, le tavole tattili che rappresentano le fasi lunari con diverse texture e il Lunatario, in cui la Luna mostra le sue diverse fasi se osservata da diverse angolazioni.

Tavole Tattili
Tavole tattili per toccare le fasi lunari.

Tutte le informazioni su visite e laboratori sono disponibili anche sul sito di Palazzo delle Esposizioni.
Inoltre, la mostra offre un palinsesto ricco di eventi per il pubblico, che possono essere di interesse anche nell’ambito del curricolo scolastico per ragazzi e ragazze di scuola, tra cui la rassegna Spot! Un’opera in 20 minuti, in cui i ricercatori dell’INAF discuteranno alcuni temi della mostra.
Alcuni di questi eventi saranno anche interpretati in Lingua dei Segni Italiana. Inoltre, tra le bellissime immagini astronomiche esposte a mo’ di galleria d’arte, una è collegata al software di sonificazione Herakoi, che permette di far suonare con le mani le diverse regioni dell’Universo osservate dalle nostre “macchine del tempo”, per rendere l’emozione e la conoscenza accessibile anche a persone cieche e ipovedenti.
Tutte le attività didattiche inclusive della mostra sono realizzate grazie al contributo del Centro italiano dell’Office of Astronomy for Education (OAE Center Italy).
Per prepararsi insieme a studenti e studentesse di tutte le età, EduINAF offre moltissime risorse didattiche che possono essere di supporto sia nella preparazione della visita, dei laboratori o della partecipazione agli eventi, sia per continuare a trattare e discutere le tematiche della mostra anche in classe, in un percorso che accompagna l’interesse dei giovani per l’Astronomia e anche la loro crescita personale, grazie alle competenze individuali che questi temi sollecitano (pensiero critico, cittadinanza scientifica, problem solving).
Dove andiamo non c’è bisogno di strade. Così si legge nella brochure della mostra Macchine del Tempo. Così diceva Doc alla fine del film Ritorno al Futuro del 1985, accingendosi a partire con Marty verso un futuro 2015, che oggi è passato da 8 anni. Circa come il tempo che la luce impiegherebbe a fare un viaggio di andata e ritorno dal nostro Sistema Solare a Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole, a 4,3 anni luce, cioè a una distanza che la luce percorre in quasi 4 anni e 4 mesi, anche alla sua velocità, la più grande possibile.

Davvero straordinario. E di ispirazione, soprattutto per i giovani.
Per me almeno, è stato proprio così.

1 Comment

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  • Da appassionato dello Spazio ho visitato la mostra il 27 gennaio e l’ho trovata molto interessante e completa. In particolare sono riportati tutti gli Osservatori Astronomici e i RadioTelescopi. Mi piacerebbe poterla rivedere online per apprezzare meglio le informazioni dettagliate! E’ possibile? Grazie! Luigi

Scritto da

Stefania Varano Stefania Varano

Istituto di Radio Astronomia, Bologna

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