Scoperte Destinazione Futuro Arte e letteratura

Il futuro che ci raccontate

Destinazione futuro: punto e a capo. Scienza, fantascienza, fiducia e fantasia nelle oltre duecento risposte all'iniziativa

Aggiornato il 26 Novembre 2021

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Il futuro: una cosa bella

Condividere idee, pensieri e paure sul futuro che ci aspetta, in una avventura a metà tra scienza e fantascienza: le risposte al questionario che abbiamo lanciato a fine maggio, ci hanno interessato, stupito, emozionato. E (come promesso) non ce le siamo tenute per noi.
Approfittando di una doppia ricorrenza (fanta)scientifica – il centenario dalla nascita di Gene Roddenberry e il ventennale della morte di Fred Hoyle, caduti entrambe lo scorso agosto – abbiamo coinvolto una serie di esperti dei campi più disparati perché ci aiutassero a vedere il futuro – della scienza, dell’esplorazione spaziale e, in generale, dell’umanità – con occhi nuovi. I vostri. In loro compagnia, abbiamo ripercorso le risposte, con un’attenzione particolare a diversi rami del conoscere, dall’astronomia, alla linguistica, dall’astrobiologia alla storia e alla fantascienza, fino a confrontarci con la poesia.

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Il futuro: una cosa brutta

La scoperta del Cosmo è un’impresa davvero interdisciplinare, questo è senz’altro uno dei messaggi più significativi. Il cielo parla mille linguaggi in cui ognuno può individuare la propria specifica risonanza, ognuno si può sentire a casa. In teoria (forse) lo sapevamo, in pratica potervi leggere ci ha permesso di riscoprire la meraviglia dell’Universo. Un’occasione che ci ha fatto riflettere, imparare, stupire –  in particolare tenendo conto che la metà (49%) dei partecipanti annovera la scienza tra le proprie passioni, una larga fetta (39%) la considera un interesse come altri e solo il 9% se ne occupa a livello professionale.
Tanti aspetti ci hanno colpito di questi vostri commenti. Ve ne parliamo con piacere qui oggi, facendo riferimento alle risposte ricevute fino ad ora, per un totale di 222 partecipanti.
Uno è certamente la fiducia. Viviamo un’epoca molto impegnativa, anche a causa delle problematiche legate alla corrente emergenza sanitaria: la fiducia è diventata un bene prezioso. Proprio la fiducia traspare in modo evidente in alcune risposte, come quelle riguardo al quesito se siamo soli nell’Universo (gran parte di voi ha detto di no, con decisione) o riguardo al voler incontrare un alieno (la maggioranza ha risposto di sì).

L’alieno è sicuramente il simbolo dell’altro da noi – come sottolinea Piero Schiavo Campo, astrofisico e scrittore di fantascienza, è improbabile che un alieno ci assomigli davvero – e la disponibilità a incontrare chi non ci somiglia non è scontata. Oggi, meno che mai: non ha torto Isabella Pagano, direttrice dell’Osservatorio Astrofisico di Catania dell’INAF, nel chiedersi se questa sarebbe davvero la reazione più comune all’arrivo di entità extraterrestri sul nostro pianeta. Del resto, non dobbiamo dimenticare – come spiega Marco Ciardi, storico della scienza – come già nel passato non fosse insolito pensare che tutti i pianeti fossero abitati da esseri e civiltà del tipo più vario: di fatto, conviviamo da molto tempo con tale idea.

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Il futuro: una conquista

Questo è un terreno su cui la fantascienza ha fatto un grande lavoro, plasmando la nostra stessa concezione di alieno e aiutandoci a evolvere progressivamente verso un’idea più relazionale di entità extraterrestre. Nell’intervista ai membri del direttivo dello Star Trek Italian Club, Claudio Sonego ricorda che proprio in Star Trek l’alieno, in realtà, è il simbolo di una diversità da conoscere, capire e infine accogliere, e Nicola Vianello si spinge anche oltre, individuando il vero messaggio che riposa nell’anima stessa di Star Trek: il rispetto e l’attenzione verso gli altri, quelli diversi da noi. Noi del Gruppo Storie dell’INAF siamo convinti, con la poetessa americana Muriel Rukeyser, che l’Universo sia fatto (proprio) di storie, dunque riteniamo che la fantascienza contribuisca fortemente a plasmare la nostra concezione del Cosmo e del futuro – i temi cardine della nostra indagine.
Forse però il quesito che più ha fotografato una sostanziale – e tenace – fiducia di fondo, è quello riguardante la sensazione che si prova di fronte alla prospettiva di una ultima frontiera di Star-Trekkiana memoria, frontiera che ognuno poteva definire a modo proprio. Più del 60% dei partecipanti manifesta un sentimento di interesse nei confronti di questa frontiera, mentre quasi un 30% si dice sia incuriosito che spaventato. Meno di un 10% invece denuncia un sentimento prevalente di paura a questo riguardo. A tal proposito, la linguista Chiara Meluzzi rilancia e mette in dubbio che vi possa essere davvero una ultima frontiera, argomentando che ci sarà sempre un nuovo orizzonte verso il quale spingere le nostre conoscenze. Insomma, il campo da gioco potrebbe essere molto più ampio di quanto noi stessi pensavamo all’inizio di questa avventura.

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Il futuro: una perdita

Pochissimi ritengono di essere soli nell’Universo – in effetti, come sottolinea il poeta Claudio Damiani, anche in assenza di evidenze scientifiche certe, viviamo in un tempo in cui l’ipotesi di vita extraterrestre non è più pensata come fantasia ma come realtà – e molti rimangono fiduciosi sulla natura benevola di questa ultima frontiera. Invece, sulla liceità di terraformare un pianeta le opinioni si distribuiscono in maniera più interessante, con una buona fetta di persone (circa un quarto del totale) che sceglie di non pronunciarsi affatto. Certo, è una questione ancora abbastanza speculativa – andava più di moda qualche tempo fa, ricorda l’esobiologa Daniela Billi, mentre oggi non è così presente nel dibattito pubblico, fa notare la scrittrice e sociologa Maria Frega – ma non è detto che, in un futuro magari meno lontano di quanto si pensi ora, domande come questa ritornino di stretta attualità.
Un altro aspetto che riscontriamo con piacere è la fantasia. Davvero straripante, in particolare nelle risposte aperte – di cui troverete ampi stralci nelle interviste con gli esperti – a ricordarci che insieme possiamo dipingere un Universo in colori enormemente più ricchi di quanto potrebbe mai fare una sola persona. Importante ribadire questa parola – insieme – ora, quando stiamo pian piano venendo fuori da un periodo che ci ha costretti a fare i conti con un prolungato isolamento.

Mentre eravamo già indaffarati con le interviste agli esperti, abbiamo ricevuto un’altra settantina abbondante di risposte al formulario, che ha arricchito notevolmente il nostro database e (quasi inutile dirlo) ci ha donato rinnovati motivi di interesse. Anche ora, chi non si è ancora cimentato con Destinazione Futuro può senz’altro inviarci le proprie risposte. Visto infatti il buon esito dell’iniziativa, ci sta frullando in mente l’idea di contattare altri esperti, tra un po’, perché ci aiutino a guardare il Cosmo sotto altre, diverse prospettive. Continuate a seguirci e tenete d’occhio la pagina che raccoglie le interviste per ulteriori esplorazioni.

In conclusione di questa prima “tornata”, vi invitiamo a curiosare nella galleria di immagini che abbiamo preparato, per assaporare il futuro che immaginano i partecipanti e continuare a riflettere. Abbiamo anche pensato di compilare una bibliografia e filmografia “essenziale”, nata dai suggerimenti proposti dai partecipanti, che potete utilmente consultare, magari prendendo spunto per una prossima visione o una prossima lettura. Alcuni di questi libri e film sono entrati prepotentemente nell’immaginario collettivo, contribuendo non poco a definire la nostra idea di ciò che ci attende.

Il futuro si costruisce in tanti modi, anche pensandolo e raccontandolo: in fondo è fatto di storie, come l’Universo. Dunque ringraziamo davvero tutti quelli che hanno partecipato, gli esperti che ci hanno accompagnato in questo viaggio, gli amici e colleghi che ci hanno fornito preziosi consigli. E ci azzardiamo a dire: restate sintonizzati, perché l’avventura continua…

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Scritto da

Marco Castellani Marco Castellani

Ricercatore presso l'Osservatorio Astronomico di Roma. Si interessa di popolazioni stellari ed è nel team scientifico del satellite GAIA di ESA. Divulgatore e scrittore per passione, gestisce da anni il blog divulgativo Sturdust.blog (già GruppoLocale.it) e coordina il progetto Altrascienza.it.

Adamantia Paizis Adamantia Paizis

Laureata in Fisica presso l’Università degli Studi di Milano, dopo aver conseguito il Dottorato di Ricerca in Astrofisica a Ginevra, è tornata a Milano presso l’INAF-IASF dove attualmente è ricercatrice. Dedica una frazione importante del suo tempo ad attività divulgative. Nel tempo libero ama leggere e scrivere.

Claudia Mignone Claudia Mignone

Astrofisica e comunicatrice scientifica, tecnologa all'Istituto Nazionale di Astrofisica.

Anna Wolter Anna Wolter

Si laurea all’Università degli Studi di Milano. Lavora quindi presso l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, Cambdrige, MA (USA). Ora è Prima Ricercatrice all’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera ove si occupa di astronomia extragalattica multibanda, utilizzando di preferenza dati di alta energia. Studia in particolare nuclei attivi di galassie e sorgenti ultraluminose nella banda X in galassie esterne. Ha fatto parte del Comitato Direttivo della Divisione D (Alte Energie) dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU). Dall’inizio di questo secolo dedica una frazione importante del suo tempo all’insegnamento e alle attività divulgative per vari tipi di pubblico. È correlatrice di varie tesi di Laurea presso le Università degli Studi di Milano. Ha tenuto più di 100 conferenze per il pubblico generico e altrettante per le scuole. È stata la Responsabile per la Lombardia delle Olimpiadi Italiane di Astronomia. Dal 2010 rappresenta l’Italia nella Rete di Divulgazione Scientifica dell’Osservatorio Europeo Australe (European Southern Observatory, ESO). Dal 2020 gestisce la divulgazione per conto dell'INAF per i progetti ASTRI e CTA.

Giuliana Giobbi Avatar Giuliana Giobbi

Laureata in Lingue Straniere Moderne presso l'Università la Sapienza di Roma, ha conseguito un Dottorato di Ricerca presso l'Università di Glasgow (UK) in Letteratura Inglese e Comparata. Tornata in Italia, lavora da molti anni in INAF, prima presso INAF-OAR e da un anno presso la Sede Centrale, per compiti divulgativi, linguistici, e per l'organizzazione di eventi nazionali e internazionali. Nel tempo libero ama leggere narrativa anglosassone e praticare yoga.

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