Aggiornato il 28 Novembre 2024
Cambiare tutto per non cambiare nulla(1)Variazione su una famosa battuta tratta dal romanzo Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: ecco il motto con cui diamo inizio al nuovo anno di fronte a noi. Una frase che certo non intendiamo nella sua accezione originale di voler solo far finta di cambiare con l’obiettivo di mantenere dei privilegi o per un qualsiasi altro ritorno personale. Il nostro cambiare tutto ha una declinazione ben diversa.
Iniziamo dall’obiettivo vero, e cioè dal volere che non cambi nulla di quei tanti vantaggi che abbiamo sperimentato sulla nostra pelle nello scorso anno, conseguenza di nuovi modi di comunicare e insegnare nati nell’emergenza. Malgrado le limitazioni, le rinunce e i tanti indiscussi problemi della scuola, questi vantaggi sono stati numerosi ed evidenti.
A volerne citare solo tre: in primo luogo, abbiamo tutti dedicato parte del nostro tempo e delle nostre risorse a scoprire nuovi strumenti tecnologici mai utilizzati in precedenza, ma anche a sperimentare nuove soluzioni di comunicazione e insegnamento decisamente più innovative e originali. Poi, ci siamo resi conto di quanto una comunicazione basata sulle tecnologie possa, se usata bene, garantire una maggiore democraticità , permettendoci di entrare in contatto con la scuola del paesino della provincia allo stesso modo (o quasi allo stesso modo) che con la classe della grande scuola di città . Infine, abbiamo decisamente rivalutato il guardarsi negli occhi, restituendo valore all’attività in presenza come momento creativo e unico. Un solitario prezioso che va incastonato in un progetto che ne esalti il valore.
Con questi tre punti chiari in mente, abbiamo deciso di accettare la scommessa e di approfittare della pausa estiva per identificare quei cambiamenti che ci avrebbero permesso di mantenere vivi tutti i risultati raggiunti e gli aspetti positivi dell’ultimo anno di attività , in un mondo che si sta avviando ad uscire (speriamo!) dall’emergenza.
Il primo grande cambiamento riguarda la nostra offerta di contenuti didattici. Consci di un ritorno a scuola in presenza, che lascerà meno tempo alle attività da realizzare online, pur continuando a proporvi una selezione ragionata di nuove attività da poter svolgere in classe o da soli, abbiamo deciso di ripensare i nostri percorsi didattici tematici. La scommessa è quella di concentrarci su proposte con l’appeal dell’astrofisica ma sempre più legate o riconducibili ai temi curriculari, con la freschezza, la praticità e la semplicità delle attività EduINAF. Dai percorsi didattici dello scorso anno prendono vita i “quaderni didattici”, delle pubblicazioni digitali e interattive tematiche, con un formato che potrà essere sfogliato online ma anche stampato e consultato offline. Grazie a link alla rivista online e contenuti multimediali, i quaderni saranno delle pubblicazioni aggiornate nel tempo, utili durante tutto l’anno scolastico e oltre, racchiudendo in uno stesso oggetto i vantaggi di una pubblicazione cartacea e quelli di una digitale. Ne pubblicheremo tre in questo primo anno, su argomenti di astrofisica coniugati in modo multidisciplinare: a novembre vi proporremo La Terra, un pianeta nello spazio, a gennaio ci concentreremo sul Sole e le stelle e ad aprile, il focus sarà sulla luce e sui suoi colori.
Altro grande cambiamento è quello di puntare sulle attività partecipative, sui concorsi, sulle manifestazioni online in diretta. Ci auguriamo che nel prossimo anno, il nome EduINAF non sia solo associato a rubriche, articoli e contenuti multimediali di approfondimento, ma anche a un fitto calendario di appuntamenti in cui vi sentirete coinvolti e invogliati a partecipare, “facendo” con noi delle cose.
Iniziamo con la serie delle dirette osservative de Il Cielo in salotto, in cui potrete mettere virtualmente l’occhio ai telescopi INAF di tutta Italia per osservare e commentare con noi i principali fenomeni astronomici dell’anno e in cui vi guideremo per entrare in punta di piedi nei musei e nei laboratori delle nostre sedi, toccando con mano strumenti storici e moderni altrimenti inaccessibili.
Continuano e si moltiplicano poi i concorsi: alle ormai classiche due iniziative per le scuole, il concorso di astroscrittura creativa dedicato a Gianni Rodari che prende il via a ottobre e il concorso Osserva il Cielo e disegna le tue emozioni, previsto da marzo, se ne affianca uno nuovo ed entusiasmante. Si chiama C’è posta per ET, gestito dal gruppo di didattica innovativa Play. Verrà lanciato in questo mese di settembre e, come suggerisce il titolo, ha come obiettivo quello di far sviluppare ai ragazzi un messaggio adatto a entrare in contatto con presunte civiltà extraterrestri, sul genere del messaggio trasmesso dal Radiotelescopio di Arecibo. Non mancheranno poi, nel corso dell’anno, una serie di iniziative destinate a coinvolgere chiunque ami e voglia osservare il cielo e scoprire l’astrofisica e la scienza in prima persona. Ospiteremo delle campagne di astrofotografia, vi sfideremo a osservare il cielo e vi inviteremo a inviarci le vostre opinioni, i vostri commenti e le vostre idee (come nella fortunata Destinazione futuro ancora aperta alla vostra partecipazione).
Ovviamente, in tutta questa rivoluzione, non rinunciamo al nostro ruolo di magazine mensile di approfondimento dedicato alla didattica e alla divulgazione dell’astrofisica e della scienza. Continueremo in quest’ottica a pubblicare uno speciale mensile (quello di questo settembre, è dedicato all’astrobiologia), ma faremo di più. Amplieremo le nostre collaborazioni illustri con enti, associazioni e progetti di ricerca e la nostra proposta di articoli si concentrerà su aspetti e tematiche di attualità , con dei veri e propri focus che imparerete presto a conoscere (come quello dedicato a Scienza, arte e letteratura o quello dedicato all’Innovazione). Daremo anche il via a una serie di nuove rubriche mensili tenute da esperti dei vari settori, ricercatori e ospiti illustri che vi sveleremo mano mano nei prossimi mesi, nell’ottica di un cambiamento che sia sempre sinonimo di miglioramento. Anche in questo strano periodo di fine (speriamo!) emergenza.
Note
↑1 | Variazione su una famosa battuta tratta dal romanzo Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa |
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