Aggiornato il 28 Novembre 2024
Questo mese, con Universo mondo visitiamo la Repubblica Ceca, dove incontriamo il planetologo, divulgatore e autore di successo Petr Brož, che ci accompagna alla scoperta della comunicazione scientifica sui social e nel mondo dell’editoria.Partiamo da te: qual è il tuo lavoro attuale, cosa hai studiato e cos’altro ti ha portato fin qui?
Il percorso verso il mio attuale lavoro non è stato proprio semplice. Come tanti, non sapevo cosa avrei voluto studiare dopo le scuole superiori. Mi piaceva lo spazio, ma ho rinunciato a studiare astrofisica al college prima della fine del primo semestre. Troppa fisica e matematica per me, così ho deciso di smettere. In seguito, ho lavorato per due anni in una fabbrica ceca che costruisce quadri elettrici e poi come portiere di cucina e cuoco in Irlanda. Tuttavia, in questo periodo ho capito che volevo saperne di più sul nostro pianeta, quindi ho fatto domanda all’Università Carolina di Praga per studiare qualcosa all’incrocio tra ecologia e geologia.
Durante gli studi ho scoperto Wikipedia e ho iniziato a scrivere articoli lì. Di lì a poco, ho iniziato a scrivere articoli sui corpi del Sistema Solare e sull’esplorazione dello spazio. Un altro Wikipediano se ne accorse e mi chiese se volevo fare uno stage non retribuito presso il DLR, il Centro aerospaziale tedesco, a Berlino. Accettai con entusiasmo e in men che non si dica ero seduto in una stanza senza finestre a disegnare linee su un computer per cercare di individuare i vulcani sulla superficie di Marte nelle immagini scattate dalla sonda europea Mars Express! Che esperienza! Mi sono subito innamorato di questo lavoro. Esplorare qualcosa sulla superficie di un altro mondo? Era irresistibile.
Al rientro in Repubblica Ceca un mese dopo, sapevo che avrei voluto fare la mia tesi di laurea sull’attività vulcanica sulla superficie di Marte. Poi sono tornato a Berlino per uno stage Erasmus di sei mesi, continuando la ricerca sui vulcani marziani, che ho poi trasformato nella mia tesi magistrale. È stato allora che ho capito davvero che era qualcosa che mi sarebbe piaciuto fare nella vita, così ho iniziato a cercare in giro per la Repubblica Ceca dove avrei potuto lavorare su questo argomento. E ho trovato un’opportunità presso l’Istituto di geofisica dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, dove lavoro ancora oggi.
Puoi raccontare alle nostre lettrici e ai nostri lettori come funzionano l’astronomia, le scienze planetarie e spaziali nella Repubblica Ceca?
La Repubblica Ceca, con i suoi dieci milioni e mezzo di abitanti, è un paese relativamente piccolo. Nonostante ciò, ci sono molti ricercatori e gruppi eccellenti che lavorano in campi legati alla ricerca sul Sistema Solare, sui pianeti e sullo spazio in generale. Ci sono esperti leader a livello mondiale che si occupano della ricerca delle regioni di impatto dei bolidi, di fulmini su numerosi pianeti oppure di lune ghiacciate e di ciò che accade sotto la loro superficie. Abbiamo anche persone che fanno ricerca nel campo dell’astronautica e del volo spaziale, e ci sono un certo numero di aziende che producono attrezzature fondamentali, come la startup TRL Space System presso il Brno Space Cluster.
A dire il vero, però, mi ci è voluto molto tempo prima di scoprire tutte queste persone e aziende interessanti. La maggior parte non si occupa di quello che mi piace: la ricerca sui pianeti rocciosi del Sistema Solare. Questo è un campo in cui sono coinvolte solo una manciata di persone in Repubblica Ceca.
Sei anche molto attivo nella divulgazione della scienza planetaria. Parliamone…
In realtà mi occupo di divulgazione da molto più tempo rispetto al mio lavoro da ricercatore! Alle superiori, io e un amico avevamo creato un semplice sito web in cui scrivevo articoli su quello che accadeva nel Sistema Solare, e a quanto pare questo mi è rimasto impresso per oltre 25 anni! Lo facevo semplicemente dalla posizione di un appassionato dilettante, mentre oggi la gente mi considera un esperto.
Negli ultimi 25 anni ho provato ogni modo possibile "“ e impossibile "“ per divulgare le scienze della terra e la planetologia. Ho iniziato con quello più semplice: scrivere. All’inizio scrivevo brevi articoli per il mio sito web, poi ho iniziato a curare la Wikipedia ceca "“ che tra l’altro è stato un ottimo modo per imparare a lavorare con le fonti e a usare un vocabolario comprensibile alla maggior parte della popolazione. Poi ho scritto per riviste e giornali cechi, ma ho anche iniziato a tenere conferenze dal vivo. Devo aggiungere che all’inizio ero incredibilmente nervoso. La prima volta che ho parlato in diretta televisiva nazionale, sono svenuto durante la trasmissione. Sì, questo era l’inizio! Ma alla fine impari e ora non ho nessun problema a parlare, sempre e ovunque. Televisione, radio, conferenze pubbliche…
E i social?
Con il tempo mi sono reso conto che se oggi si vuole divulgare la scienza bisogna andare anche sui social. Dopotutto, i contenuti dei social network sono ciò che molte persone vedono come prima cosa al mattino e con cui si addormentano. Quindi per raggiungere un pubblico davvero vasto con contenuti scientifici bisogna addentrarsi nella giungla dei social. E, naturalmente, adattare la forma del messaggio allo stile della piattaforma.
Le persone vanno sui social perchè vogliono divertirsi. Quindi, se vuoi avere successo con i tuoi contenuti in quell’ambiente, devi soddisfare le esigenze del pubblico e trovare un formato che piaccia alle persone. Devi anche ridurre il vocabolario che usi e non aver paura di semplificare alcune cose complesse. Naturalmente non tutti gli scienziati sono a proprio agio con questo. Tuttavia, se non ci presentiamo con contenuti scientifici in una forma leggera, qualcun altro riempirà quello spazio al posto nostro. Qualcuno che potrebbe non avere problemi a riportare contenuti non scientifici o teorie folli… Questo è anche il motivo per cui provo a produrre contenuti per Twitter/X, YouTube o anche TikTok. Ci deve essere qualcuno della comunità là fuori che mostri la bellezza della scienza! Anche nella mia lingua madre.
Hai decisamente esplorato molti media per comunicare con il pubblico. Qual è il tuo preferito?
Negli ultimi anni probabilmente quello che mi è piaciuto di più è stato creare contenuti per i social. Mi piace il feedback immediato che si ottiene sui propri sforzi di divulgazione. E mi piace la varietà di lavoro che questo comporta: un giorno sei un grafico, il giorno dopo regista, e poi ancora montatore! Devi sapere un po’ di tutto se vuoi poter gestire bene i tuoi profili Twitter, YouTube o TikTok.
D’altro canto c’è da aggiungere che a volte il feedback può essere significativamente negativo e bisogna tenerne conto! Di sicuro non è per tutti. Essere sui social media può essere molto tossico, quindi è importante non lasciarsi coinvolgere completamente, mantenere le distanze da ciò che accade sui social e non aver paura di silenziare o bloccare gli account tossici. Agire come comunicatore scientifico sui social è in molti casi più complesso rispetto ad altri modi cosiddetti tradizionali solitamente utilizzati per comunicare la scienza. Ma a me piace giocare con diversi social e trovare nuovi modi per fornire alla gente contenuti orientati alla scienza.
E poichè appartengo a una generazione che sì, è cresciuta con i computer, ma in un’epoca in cui lo strumento di comunicazione principale era la tastiera e non la videocamera, ancora non mi diverto molto a fare video, preferisco scrivere. Ma so che i tempi sono cambiati e che le generazioni più giovani vogliono principalmente contenuti audiovisivi, quindi cerco di adattarmi.
Il libro si intitola “VesmàrnàÄek” (che significa “Astronauta") e dopo un anno e mezzo sono state vendute circa 19.000 copie. È stato un successo così grande che adesso stiamo terminando il seguito, che sarà lanciato entro la fine dell’anno. Mentre nella prima parte abbiamo viaggiato per il Sistema Solare per comprendere i processi geologici che vi avvengono, nella seconda parte andremo alla ricerca della vita extraterrestre!
Tutto è iniziato per me in modo abbastanza discreto. All’inizio della pandemia da Covid-19, sono passato virtualmente da Facebook a Twitter, dove ho iniziato a scrivere thread divulgativi su vari aspetti dell’esplorazione del Sistema Solare. Ben presto i miei thread hanno guadagnato molta attenzione e ho iniziato a essere seguito prima da centinaia, poi da migliaia di persone. Alla gente piaceva il modo in cui comunicavo i risultati del mio campo e volevano saperne di più. Questo mi ha motivato a generare più contenuti, che sono piaciuti a più persone… capite dove sto andando.
Poi qualcuno a un certo punto mi ha twittato chiedendo il mio indirizzo email perchè voleva chiedermi qualcosa in privato. Gli ho mandato il mio contatto e il giorno dopo ho ricevuto una mail con la proposta di scrivere un libro per la sua casa editrice. L’ho chiamato subito perchè ero curioso di sapere esattamente cosa pensava che avrei potuto creare. Non volevo davvero fare un libro, ma volevo esplorare cosa c’era dietro l’offerta. Durante la telefonata gli ho fatto tre domande. Per chi sarebbe stato il libro, e ha detto che dipendeva da me. Poi ho chiesto di cosa avrebbe parlato esattamente il libro e lui ha detto che dipendeva ancora una volta da me. E poi gli ho chiesto quanti soldi aveva per questo, e lui ha detto che toccava ancora a me! È una storia divertente per me ancora oggi, perchè ho ricevuto l’offerta che molti aspiranti scrittori sognano. Avere mano completamente libera e qualcuno disposto a finanziarti. Per una persona che in realtà non ha mai voluto scrivere un libro e si divertiva semplicemente a divulgare le scienze della terra e l’esplorazione del Sistema Solare sui social media nel tempo libero la sera!
Wow, è una storia pazzesca. Sicuramente non è qualcosa che capita a tutti. Come hai trovato un illustratore per lavorare al libro?
Quello è stato facile. L’illustratrice del mio libro, Lucie Å kodová, è un’amica di lunga data. Ci conosciamo da oltre 20 anni. Quando ho ricevuto l’offerta, ho riflettuto un po’ sul target per cui volevo fare il libro e ho pensato ai bambini piccoli e ai loro genitori. In quel momento era chiaro che avrei avuto bisogno di qualcuno che disegnasse le illustrazioni. Tante illustrazioni! Così ho chiamato Lucie con un’idea approssimativa di quello che volevo, e poi insieme abbiamo elaborato ulteriormente l’idea. Abbiamo calcolato un budget di massima di quanto volevamo essere ricompensati per la creazione di un libro del genere e abbiamo inviato l’importo all’editore. Con nostra sorpresa, nel giro di cinque minuti ho ricevuto una risposta che diceva sì, nessun problema e che eravamo d’accordo. Una velocità a cui non sono affatto abituato dal mondo scientifico. E così è andata, stavamo per realizzare un libro per bambini.
Il tuo libro ha avuto un successo commerciale incredibile: è stato il libro per bambini più venduto nella Repubblica Ceca nel 2023, è stato finalista del più prestigioso concorso letterario ceco, Magnesia Litera, e ha suscitato interesse anche all’estero. A cosa pensi che sia dovuto questo successo?
Solo molto tempo dopo ho appreso dall’editore che il genere della letteratura per ragazzi è uno dei più difficili e che solo pochi ci riescono. Soprattutto per la prima volta… Eppure io e Lucie, ovviamente, ce l’abbiamo fatta. Qual è stata la chiave del successo? In primo luogo, le illustrazioni incredibilmente belle che danno vita ai diversi fenomeni geologici che hanno luogo nel Sistema Solare, che io e Lucie abbiamo inventato insieme. Come può vedere chiunque prenda in mano il libro, Lucie ha disegnato una bellissima opera d’arte, con tante piccole battute nascoste. Non si può non amare il libro a prima vista! Ma questo da solo non basterebbe a decretarne il successo.
Il secondo ingrediente è l’essere scritto in una lingua che tutti possono capire, indipendentemente dal loro livello di istruzione. Chiunque può apprendere con un linguaggio semplice gli eventi incredibilmente complessi ma affascinanti che avvengono nel Sistema Solare. E questo piace non solo ai bambini, ma anche ai loro genitori. Così sono riuscito a fare quello che volevo fare sin dal principio: volevo che i bambini leggessero il libro insieme ai loro genitori e parlassero insieme di quello che stavano leggendo, approfondendo così il loro interesse per l’esplorazione dello spazio. Il libro è stato scritto fin dall’inizio per raggiungere due pubblici diversi che hanno più di 20-30 anni di differenza. Questo è importante perchè, se anche i genitori si divertono davanti al libro, sono molto più propensi ad acquistarlo: raramente i bambini dai 6 agli 8 anni vanno in libreria… gli adulti comprano i libri per loro, perchè sono quelli che hanno i soldi. Quindi, se vuoi che un libro abbia successo commerciale, devi renderlo divertente anche per gli adulti.
Hai qualche altro consiglio da dare ai colleghi che hanno un’idea simile, su come trasformarla in un vero libro?
Se dovessi dare un consiglio agli aspiranti autori, probabilmente sarebbe quello di provare a creare un testo che sia semplice e facile da capire. A quel punto, si ha la possibilità di raggiungere un pubblico molto più vasto!
Abbiamo parlato prima della tua attività sui social media, con quasi 30mila follower su Twitter (dove scrivi principalmente in ceco). Sono cresciuti dopo la pubblicazione del libro? O viceversa, la tua presenza sui social ti ha aiutato a diffondere la notizia del libro?
Onestamente non ricordo quante persone mi seguivano quando ho iniziato a lavorare al libro: 10mila, 15mila o di più? Chi lo sa. Direi che la crescita dei miei follower è organica e legata più ai contenuti che pubblico che non al fatto di avere un libro in uscita. Tuttavia, è successo qualcosa di incredibile a causa del gran numero di follower. Poichè non solo creo contenuti ma rispondo anche alle domande delle persone sulle scienze della terra, ho costruito una vasta community che mi segue da molto tempo e mi supporta anche. Questo supporto è qualcosa che ha lasciato sbalordito sia me che l’editore.
Quando ho iniziato a lavorare al libro, spesso ne condividevo alcuni frammenti su Twitter per creare attesa tra i miei follower. Circa tre mesi prima dell’uscita ufficiale del libro, è stata lanciata l’opzione di prevendita, senza possibilità di visualizzare in anteprima il libro. Nel giro di un giorno, circa cento persone hanno preordinato il libro, che nessuno aveva mai visto prima e che ancora non esisteva perchè io e Lucie ci stavamo ancora lavorando. Siamo subito balzati in vetta alle classifiche di vendita della casa editrice e siamo cresciuti giorno dopo giorno…
Hai offerto qualche piccolo extra alla tua community?
Avevo promesso che ogni libro ordinato in prevendita sarebbe stato autografato da me e Lucie. Quando è arrivato il giorno fatidico, Adam Pà½cha, rappresentante della casa editrice Knihy Doborvskà½, mi ha chiamato per dirci di portare uno spuntino all’appuntamento per firmare le copie. Non capivamo bene cosa volesse dire: pensavamo che avremmo dovuto firmare un paio di libri e tornare a casa. Quando siamo arrivati al centro di distribuzione, c’erano due pallet pieni di libri che aspettavano di essere firmati. La gente aveva preso d’assalto la prevendita e ha ordinato oltre 1200 libri! Una cifra incredibile se si considera la dimensione del mercato ceco. Abbiamo raggiunto vendite che altri libri non raggiungeranno mai! E anche qui, devo ripeterlo, nonostante fino a quel momento nessuno avesse effettivamente visto il libro.
Evidentemente i miei follower hanno pensato che, se apprezzavano i contenuti che creo su Twitter, avrebbero apprezzato anche il libro e hanno fatto un miracolo. Poi, ovviamente, la casa editrice ha iniziato la promozione del libro sui canali ufficiali. Ben presto la pubblicità era ovunque. Nella metropolitana di Praga, in TV, alla radio, sulle riviste, su Internet… Le persone che avevano già letto il libro iniziavano a consigliarlo ad altri e, nel giro di un mese, l’intera tiratura di 5000 copie del libro era già esaurita. La casa editrice rischiava di non avere nulla da vendere prima di Natale, così subito dopo la pubblicazione è stata ordinata una ristampa, e subito dopo un’altra, e più recentemente altre due.
È un risultato fantastico, complimenti. Il libro è stato anche tradotto in diverse lingue. Come è andata?
Non conosco i dettagli. So dall’editore che i diritti del libro sono stati venduti in diversi paesi, ma non ho ancora visto una copia in lingua straniera. Quindi non so se il libro sia stato effettivamente pubblicato altrove nè lo stato attuale della distribuzione. Mi dicono che dovrebbe essere pubblicato in Cina, nei Paesi Bassi, in Arabia Saudita… Ma non è un lavoro di cui mi occupo io come autore.
L’unica versione straniera che ho effettivamente visto è quella in inglese. L’editore ha creato un file elettronico in formato PDF, ma finora non sembra aver trovato un partner nel mercato anglofono disposto a pubblicarlo e distribuirlo. Incrocio le dita affinchè ciò accada nel prossimo futuro.
Ci sono altri paesi in arrivo? L’Italia, per esempio?
Purtroppo non sembra che ci sia ancora un partner in Italia. Tuttavia, se qualcuno che sta leggendo questa intervista ha interesse a pubblicare il libro sul mercato italiano, o sa chi dovremmo contattare, me lo faccia sapere! Sarei molto felice se il libro riuscisse a uscire anche in Italia.
La tua vita è cambiata dopo la pubblicazione del libro?
Quello che è cambiato dopo la pubblicazione di “VesmàrnàÄek” è che molte persone hanno iniziato a vedermi come uno scrittore, non come uno scienziato, e sicuramente molte più persone mi conoscono adesso al di fuori dei social media.
Peraltro, il mio secondo libro intitolato “Geostorky", che tratta di incredibili fenomeni di scienze della terra, è stato pubblicato nell’autunno del 2023. Finora ha venduto circa 5000 copie, ottenendo un simile successo di prevendita. Ancora una volta, i miei follower hanno deciso di ordinare più di mille copie prima che fosse effettivamente sugli scaffali dei negozi. Quindi la mia esperienza dimostra quanto sia importante riuscire a creare una comunità devota di follower sui social media. Ed è anche uno dei consigli che dò a chi sta sui social e pensa di voler entrare un giorno nel mondo della scrittura: prova a costruire una community attorno al tuo profilo. Può aiutarti in modo incredibile, che tu riesca a realizzare il tuo sogno o meno.
La prima sfida è la diversa visione generazionale dei canali sui quali la scienza dovrebbe essere divulgata. Sono cresciuto con i social media, quindi è un ambiente molto naturale per me e considero la presenza sui social come parte della mia vita personale. Per questo motivo, penso che noi scienziati dovremmo essere attivi e visibili anche lì. Ma ci sono molte persone anziane che non hanno questa prospettiva poichè sono cresciute in tempi diversi: vedono i social semplicemente come un male necessario. Quando parlo a lavoro di piani per rendere la scienza più popolare, spesso trovo che i social non sono realmente considerati un canale su cui investire il nostro tempo "“ e quando lo sono, è in un modo che non ha alcuna possibilità di raggiungere le generazioni più giovani… Viceversa, il modo in cui si può raggiungere la generazione più giovane non è supportato dalla generazione più anziana.
E da qui nasce la seconda trappola. Io non creo contenuti per i social durante l’orario di lavoro, ma la sera nel tempo libero. Non vengo pagato per questo, non fa parte del mio lavoro: i miei sforzi di portare le scienze della terra a un pubblico vasto sono un di più a cui devo dedicare del tempo. Certo, si può gestire se lo si considera come un hobby, ma d’altra parte la domanda è per quanto tempo si può andare avanti così. Inoltre, è frustrante vedere come funziona per altri account che riscuotono un successo simile. Spesso si vede dietro di loro un team di persone: c’è chi si occupa della grafica, chi monta i video, chi fa le ricerche, chi risponde ai commenti, ecc. Ma quando lo fai nel tempo libero, è difficile avere un background professionale confrontabile. E se volessi cambiare la situazione e creare una squadra per farlo, mi imbatterei nella diversa visione generazionale del ruolo dei social media e della presenza di scienziati su di essi.
E per quanto riguarda le sfide globali per la comunicazione della scienza?
Quando guardo alla situazione da una prospettiva globale, il problema più grande che vedo è che noi scienziati non siamo molto bravi a comunicare i risultati della nostra ricerca in un linguaggio che possa essere compreso dal grande pubblico. In questo modo, la scienza viene emarginata o la sua conoscenza è estremamente superficiale. Capisco il perchè: spesso facciamo ricerca su qualcosa di incredibilmente complesso, e non è facile semplificarlo in poche centinaia di caratteri. E poi è ancora più difficile portare quelle poche centinaia di caratteri in prima posizione nelle timeline dei social media. Soprattutto in questi tempi di sovraccarico di informazioni. Tuttavia, penso che se non impariamo a comunicare la conoscenza scientifica al grande pubblico nel lungo termine, la scienza non se la passerà bene.
Quali sono gli aspetti più entusiasmanti e quelli più difficili del tuo lavoro?
Per quanto riguarda la divulgazione, l’aspetto più difficile è organizzare tutte le conferenze nelle scuole, nei musei, negli osservatori e così via. Si passa molto tempo a organizzare, ma in fin dei conti ho tenuto oltre 350 conferenze negli ultimi 5 anni, quindi a essere onesto ho solo bisogno di sapere quando e dove devo essere, e di conoscere l’argomento. Poi posso risolvere tutto sul momento perchè mi servono solo una lavagna e un pennarello. Un assistente mi farebbe davvero comodo, ma purtroppo nel mondo scientifico, a differenza di quello aziendale, non è consuetudine. Lo dico qui principalmente perchè chiunque abbia intenzione di lanciare una propria carriera di divulgazione dovrebbe tenerne conto. Si dovrà dedicare molto tempo non alla comunicazione effettiva della conoscenza scientifica, ma a rispondere alle e-mail. Tante email…
La parte più divertente, invece, è ovviamente il fatto che si impara costantemente qualcosa di nuovo. Ogni volta che ricevi una domanda di cui non conosci ancora la risposta, devi cercarla. Devi cercare nuovi argomenti per rendere popolare il tuo campo… È un viaggio di scoperta senza fine!
Per concludere, c’è qualche autore, libro, persona o evento speciale che ti ha influenzato durante il tuo percorso?
Quando ero più giovane, sicuramente mi hanno influenzato molto un certo numero di autori di fantascienza. Mi è sempre piaciuto avvicinarmi alla tecnologia, allo spazio o persino agli alieni attraverso storie divertenti. È un ottimo modo per trasmettere la conoscenza in modo divertente. Se guardi il mio lavoro sui social oggi, spesso mi avvalgo di questo concetto. Alla gente piacciono le storie molto più che un semplice elenco di fatti.
Mi piace molto il lavoro di Kim Stanley Robinson e la sua trilogia su Marte. In campo scientifico, la mia ispirazione è sicuramente il libro “Island on Fire" della coppia di autori Alexandra Witze e Jeff Kanipe, che sono riusciti a descrivere un’eruzione vulcanica islandese che ha cambiato il corso della storia in un modo incredibilmente emozionante e leggibile. Questo mi ha mostrato come il mio campo di studi possa essere brillantemente divulgato e un giorno mi piacerebbe raggiungere un tale livello di narrazione. E poi mi piace anche il modo in cui Robin George Andrews scrive i suoi testi scientifici divulgativi per vari giornali web. Se li leggi, vedrai come usa sempre una persona specifica per ritrarre qualcosa di interessante delle scienze della terra, lavora con il dramma e usa molte similitudini che tutti possono capire facilmente. Non posso che consigliarvi di seguirlo su Twitter (o altrove).
Se vuoi divulgare bene la scienza, vale la pena guardare cosa spopola oggi con la gente. Prendi ispirazione da account di successo che potrebbero non avere alcun contenuto scientifico. Col tempo ti accorgerai che non ha molta importanza se vuoi promuovere contenuti scientifici o altro: gli strumenti per farlo sono gli stessi, devi solo esserne consapevole e non aver paura di usare un forma non così comune per la comunicazione della scienza. E, cosa più importante, non sederti mai sugli allori mentre guardi il mondo cambiare intorno a te.
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