È solo di qualche giorno fa la notizia della scoperta di un perfetto anello di Einstein da parte del team della missione Euclid dell’Esa.
Come previsto dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein, la gravità non solo agisce sugli oggetti materiali, ma è in grado di deflettere anche la luce. Questo fenomeno, chiamato lente gravitazionale, produce immagini distorte di corpi celesti, quando casualmente tra loro e noi, lungo la linea di vista, si frappone una grande massa.
In generale i fenomeni di lenti gravitazionali producono deformazioni parziali che si possono manifestare come piccoli archi di luce nelle immagini astronomiche. In rari casi, quando galassie a diverse distanze da noi si trovano quasi perfettamente allineate, il fenomeno si manifesta nella sua forma più spettacolare, dando luogo a immagini multiple di una stessa galassia o eccezionalmente a un intero anello, detto anello di Einstein.
Questo è esattamente quello che succede nel caso della straordinaria immagine di Euclid della galassia NGC 6505 (distante circa 590 milioni di anni luce) e del suo anello perfetto, formato dalla luce di un’altra galassia che si trova a più di quattro miliardi di anni luce da noi.
Euclid userà proprio i fenomeni di lente gravitazionale per comprendere la natura della cosiddetta materia oscura, studiando la sua influenza sulle immagini leggermente deformate di miliardi di galassie.
Per un approfondimento leggi il comunicato stampa su MediaINAF.
Add Comment