Aggiornato il 1 Giugno 2023
Il 24 agosto del 2017 l’UNESCO ha istituito la Giornata internazionale della luce(1)Leggi la risoluzione completa. Questa giornata, istituita per ricordare l’importanza della luce nello sviluppo del genere umano, visto che è proprio alla luce che ci affidiamo per vedere il mondo circostante e, un po’ più in grande, l’universo. Lo studio della luce, però, ci ha anche permesso di sviluppare strumenti come i microscopi, le macchine a raggi X, i telescopi, le telecamere, gli schermi televisivi, le lampadine, i laser. D’altra parte la scelta della data per celebrare tale giornata, il 16 maggio, deriva proprio dal giorno in cui, il 16 maggio del 1960, il gruppo guidato dal fisico Theodore Maiman accese il primo laser.
Tornando, però, indietro nel tempo, ma restando all’interno della storia della scienza, è proprio un trattato di ottica, la branca della fisica che studia il comportamento della luce e le sue interazioni con la materia, ad aver fornito gli elementi fondamentali a Galileo Galilei e Isaac Newton per dare il via alla fisica moderna. Mi riferisco al trattato del matematico arabo Alhazen, latinizzazione di Abū ‘Alī al-Ḥasan ibn al-Ḥasan ibn al-Haytham.
Il suo trattato sull’ottica a quanto pare venne redatto mentre era rinchiuso in una cella del Cairo dove passò dieci anni della sua vita. Vi era stato rinchiuso dal califfo al-Hakim, mecenate della scienza, ma anche piuttosto volubile: era, infatti, soprannominato il califfo pazzo. Sembra che chiamò Alhazen alla sua corte per determinare la fattibilità di un progetto volto a regolare le acque del Nilo. Purtroppo per il matematico i conti risultarono avversi al progetto e il califfo, non contento del risultato ottenuto, decise di rinchiudere lo studioso.
Fu probabilmente proprio in prigione che Alhazen scoprì i principi dietro la camera oscura, dispositivo che venne utilizzato nel 1292 dall’astronomo francese Guglielmo di Saint-Cloud per le sue osservazioni astronomiche, tra cui quelle del Sole.
Per osservare il cielo, almeno quello notturno, non abbiamo però bisogno di molto: un cielo sgombro di nuvole e non inquinato dalle luci cittadine. E per orientarci tra le stelle del cielo, come sempre, eccovi il nostro cielo del mese:
Le costellazioni
Il cielo di maggio, cielo di metà primavera (mancano poco meno di due mesi all’arrivo dell’estate), vede spuntare sempre più alto sull’orizzonte est l’asterismo tipico della stagione calda, il Triangolo Estivo, costituito, come ben sappiamo, da Altair nella costellazione dell’Aquila, Deneb del Cigno e Vega della Lira.
A sud-est, invece, troviamo la parte più settentrionale della costellazione dello Scorpione, la cui stella più nota è la rossa Antares, il cuore dello Scorpione. Giusto poco sotto lo Scorpione si possono intravedere alcune stelle appartenenti alla costellazione del Lupo, che invece è tipica dei cieli dell’emisfero australe.
A sud, invece, ecco le stelle settentrionali del Cantauro: in questa zona, con un cielo libero da ostacoli, è possibile osservare l’ammasso globulare di Omega Centauri, il più luminoso della volta celeste. Ed è anche particolarmente vecchio: la sua età stimata è di qualcosa come 12 miliardi di anni. Secondo alcuni studi recenti, sembra che nel cuore dell’ammasso sia presente un buco nero. Non si ha certezza sulle sue dimensioni in termini di masse solari. Inoltre dallo studio della sua composizione chimica, si è supposto che possa essere ciò che rimane di una galassia nana che è stata assorbita dalla nostra Via Lattea. Curioso, poi, come anche la Stella di Kapteyn nella costellazione del Pittore, sia pensa si sia originata proprio da Omega Centauri: il fatto curioso è che ora la stella si trova a solo 13 anni luce dalla Terra.
Sia la Stella di Kapteyn sia Omega Centauri sono protagonisti del romanzo di fantascienza Singularity di Ian Douglas, dove proprio la loro origine da una galassia nana gioca un ruolo fondamentale.
Volgiamo ora lo sguardo verso ovest dove troviamo l’Idra, il Cancro e i Gemelli che si abbassano sempre più sull’orizzonte, mentre a nord parte dell’Auriga e di Perseo risultano ancora visibili.
In alto nel cielo prevalgono le figure del Boote e dell’Orsa Maggiore; prolungando verso sud l’arco segnato dal timone del Grande Carro si trova prima la rossa Arturo, nel Boote, e poi l’azzurra Spica, nella Vergine. Accanto a queste troviamo, poi, anche la costellazione del Leone. In particolare in Boote troviamo la stella Arturo, una delle più brillanti del cielo stellato, mentre nel Leone Gliese 436, una delle tante stelle intorno alle quali è stato scoperto un pianeta. Meritano la segnalazione visto che le abbiamo osservate nel corso dell’ultima diretta della serie de Il cielo in salotto. In particolare qui sotto eccovi Gliese 436:
Le fasi lunari
E veniamo, come sempre, alle fasi lunari. Questo mese la Luna piena cadrà in data napoleonica, il 5 maggio alle 19:34. Proprio questa Luna piena, però, si presenta con una particolarità: a quell’ora, infatti, la Luna si trova al di sotto dell’orizzonte, per cui per poterla vedere dovremo attendere qualche ora. Ad esempio a Milano la Luna inizierà a spuntare oltre la linea dell’orizzonte, a patto che questa sia libera, intorno alle 20:45 più o meno in direzione sud est. Il resto delle fasi, come sempre ricavate grazie allo SkyCalendar della NASA, nell’immagine qui sotto:
Eventi astronomici
Dando un’occhiata alla tabella delle visibilità su timeanddate, i pianeti più facilmente visibili nel corso del mese saranno Marte, Venere e Saturno, cui a metà mese si andrà ad aggiungere anche Giove, la cui visibilità migliorerà di giorno in giorno. In particolare Marte e Venere formeranno una “quasi” congiunzione con la Luna nelle serate del 23 e del 24 maggio. Unendo i “puntini”, infatti, otterremo una figura triangolare:
A inizio mese, invece, ci aspetta una pioggia di meteoriti, le Eta Aquaridi, uno sciame derivante dai resti della coda della cometa di Halley. Molto più facilmente osservabili alle latitudini australi, potranno essere osservate anche alle nostre latitudini, ma nelle ultime ore prima dell’alba: per esempio nella notte del loro massimo picco, tra il 5 e il 6 maggio, spunteranno fuori dall’orizzonte, a est, intorno alle 3. Sarà, però, anche una buona occasione per osservare Saturno, che più o meno sorge nella stessa porzione di cielo dopo all’incirca un’ora.
I passaggi della Stazione Spaziale Internazionale
Per quel che riguarda i passaggi della Stazione Spaziale Internazionale, questo mese c’è stato solo l’imbarazzo della scelta con almeno cinque passaggi con una luminosità da -3.5 in giù. O in su. Dipende dai punti di vista!
I tre passaggi selezionati, come sempre grazie al prezioso aiuto di Heavens Above hanno, infatti, una luminosità di -3.8, -3.9 e -3.8 rispettivamente:
11 maggio, 5:14
13 maggio, 21:54
29 maggio, 21:35
Note
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