Il cielo del mese

Il cielo di aprile: con JUICE verso le lune di Giove

Mentre ci prepariamo per il lancio di JUICE verso le lune di Giove, diamo uno sguardo al primo cielo notturno primaverile.

Aggiornato il 1 Giugno 2023

Dopo una progettazione lunga un decennio, il satellite JUICE, ovvero Jupiter Icy Moons Explorer, dovrebbe venire lanciato proprio in questo mese di aprile, il 13 aprile 2023 a voler essere pignoli. Il suo obiettivo, come intuibile dal nome, è quello di avvicinarsi a Giove e, in particolare, studiare le sue lune ghiacciate, Ganimede ed Europa, che tra l’altro sono anche due dei così detti satelliti galileiani.
La loro scoperta, avvenuta grazie a una serie di osservazioni condotte tra il dicembre del 1609 e il gennaio del 1610, venne annunciata nel marzo di quello stesso anno sulle pagine del Sidereus Nuncius. I satelliti sono anche detti lune medicee poiché Galileo Galilei dedicò la loro scoperta a Cosimo de’ Medici, di cui era stato tutore nel 1605. La dedica, in qualche modo, gli garantiva un minimo di protezione politica, cosa che gli sarebbe servita viste le implicazioni della sua scoperta. All’epoca, infatti, seguendo lo schema tolemaico, si riteneva che tutti i corpi presenti nell’universo ruotassero intorno alla Terra. La scoperta di lune che ruotavano attorno a un altro corpo celeste, Giove nello specifico, e non alla Terra era un primo indizio di come il modello tolemaico non fosse esattamente aderente alla realtà dei fatti.
I satelliti scoperti da Galilei, in totale, erano quattro, e oltre a Europa e Ganimede ci sono anche Io e Callisto, anche loro, come la “nostra” Luna, satelliti rocciosi. Qui sotto vedete un confronto tra le dimensioni dei quattro satelliti galileiani e la nostra Luna. Come potete notare le dimensioni sono abbastanza comparabili, con Ganimede e Callisto le più grandi, mentre Europa, Luna e Io, in ordine dalla più piccola alla più grande, risultano molto simili, almeno in dimensioni.

confronto_luna_terra-lune_giove

I loro nomi, però, non sono quelli assegnati da Galilei in origine, ma quelli che assegnò loro l’astronomo tedesco Simon Marius, che scoprì le lune più o meno contemporaneamente a Galileo, forse un po’ prima, ma la cosa non è certa poiché pubblicò i suoi risultati solo dopo l’annuncio del fisico pisano. Di queste quattro lune, merita una menzione Europa, la seconda per distanza da Giove: ricoperta da uno strato di ghiaccio, presenta dell’acqua liquida al di sotto e questo, unito alla vicinanza a Giove che potrebbe farle ricevere calore sufficiente, ha suggerito agli astronomi che potrebbero esserci tra le sue acque delle tracce di vita così come la conosciamo. Che poi è anche uno degli obiettivi di JUICE.
Su Ganimede, invece, la sonda avrà come obiettivi quelli di studiare gli oceani e rilevare eventuali bacini d’acqua sotterranei; determinare le proprietà fisiche delle croste ghiacciate; studiare la distribuzione della massa e l’atmosfera del satellite; studiare il campo magnetico di Ganimede e le sue interazioni con quello di Giove. Si prevede che successivamente JUICE possa estendere questo genere di rilevazioni anche a Callisto.
Dopo una serie di flyby, il primo dei quali previsto ad agosto 2024 intorno alla Luna, si prevede l’arrivo in orbita intorno a Ganimede per dicembre 2034. E da lì in poi sarà tutta una scoperta!

I pianeti

Purtroppo, però, Giove non sarà visibile in queste notti di primavera. Il pianeta con la migliore visibilità, infatti, sarà Venere, che però sorge sui nostri orizzonti intorno alle 8:20 per poi tramontare intorno alle 23 (quasi a mezzanotte a fine mese).
Più notturno, invece, Marte, anche se la sua visibilità non sarà buona come quella di Venere: il Pianeta Rosso, infatti, pur sorgendo a metà mattina, proseguirà a essere alto sopra l’orizzonte fino alle 2 di notte per poi tramontare sempre un po’ prima man mano che aprile si dirige verso la sua conclusione.
Saturno, invece, che tramonta a metà pomeriggio, sorgerà nelle prime ore prima dell’alba: all’inizio del mese intorno alle 5:30 per poi anticipare sempre di più il suo sorgere quando a fine mese si alzerà sopra l’orizzonte una decina di minuti prima delle 4.
Gli orari poc’anzi citati sono stati ricavati da timeanddate.

Le fasi lunari

E visto che questo mese la prima parte l’abbiamo dedicata alle lune, prima di passare al racconto delle costellazioni che troverete nel corso di queste notti di aprile, mi sembra giusto mostrarvi le fasi lunari, ricavate dallo SkyCalendar della NASA, che vanno dalla Luna piena del 6 aprile fino al primo quarto del 27 aprile:

aprile2023-fasi_lunari

E’ primavera!

Sebbene il cielo, almeno nel momento in cui sto scrivendo queste righe, fuori dalla finestra sia coperto, siamo ormai da una decina di giorni a primavera e, dopo una lunga attesa, possiamo finalmente godere di una serie di costellazioni e altri oggetti astronomici molto interessanti (il testo che segue si basa su it.wiki). E come ormai da un paio di mesi a questa parte, potrete seguire anche il cielo del mese grazie al supporto video:

Volgendo lo sguardo verso oriente troviamo, bassa sull’orizzonte, la stella Vega nella costellazione della Lira, la quinta per luminosità del cielo stellato, e che, insieme con Deneb del Cigno e Altair dell’Aquila, formano l’asterismo noto come Triangolo estivo.
Vicino allo zenit, invece, troviamo la costellazione della Chioma di Berenice, l’unica costellazione del cielo stellato dedicata a un personaggio storico, Berenice II, moglie di Tolomeo III, discendente diretto del Tolomeo che fu uno dei condottieri di Alessandro Magno. A intitolare questo gruppo di stelle alla regina ci pensò l’astronomo e matematico Conone di Samo che, forse per placare le ire della regina, asserì che le trecce che quest’ultima aveva lasciato come pegno per ringraziare la dea Arsione per aver fatto tornare sano e salvo il marito dalla guerra contro gli Assiri e che erano state trafugate, erano in realtà ascese direttamente al cielo diventando la costellazione con cui oggi sono note.

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Ammasso della Chioma, Telescopio Spaziale Spitzer – via commons

Tornando al cielo stellato, poco più a sud troviamo, invece, Spica della Vergine, che abbiamo iniziato a vedere sin dal mese scorso. E sia la costellazione della Vergine, sia la Chioma di Berenice sono particolarmente ricche di oggetti del profondo cielo da osservare, molti dei quali sono presenti nel catalogo redatto da Charles Messier e pubblicato per la prima volta nel 1774.
Tra gli oggetti presenti nell’area non possiamo non citare l’Ammasso della Chioma, che si trova a circa 350 milioni di anni luce dalla Terra, e che fu oggetto di studio dell’astronomo svizzero Fritz Zwicky. E fu proprio studiando questo ammasso e l’Ammasso della Vergine nell’omonima costellazione che Zwicky formulò per la prima volta l’idea oggi alla base della materia oscura.
Restando nella costellazione della Vergine, al confine con la costellazione del Serpente troviamo M5, un ammasso globulare visibile da entrambi gli emisferi, la cui età è stata stimata intorno ai 13 miliardi di anni, quindi nato non molto dopo il momento del Big Bang.
Altri due oggetti interessanti sono anche M13, un ammasso globulare nella costellazione di Ercole, che sarà protagonista della prossima videocostellazione, e l’Ammasso doppio del Perseo, costituito, come dice il nome, da due ammassi, tra i più fotografati nel cielo notturno.

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Ammasso globulare M13 in Ercole. Crediti Valeriano Antonini (Associazione AstronomiAmo)

Dopo questa digressione tra gli oggetti del profondo cielo, volgiamo lo sguardo verso sud, dove le Vele lasciano il posto al Centauro, poco visibile alle medie latitudini boreali. A sud-est, con l’avanzare delle ore e dei giorni, apparirà sull’orizzonte la brillante e rossa stella Antares, il “cuore” dello Scorpione, circondata da un lato da stelle azzurre.
A ovest, al sorgere dello Scorpione corrisponde il tramontare della brillante costellazione di Orione e di Sirio, la brillantissima stella bianco-azzurrognola che dominava i cieli invernali. I Gemelli sono ancora visibili, ma ancora per poco.
Infine a nord, è possibile osservare il ramo della Via Lattea della costellazione di Cassiopea, molto bassa sull’orizzonte e dalla caratteristica disposizione a “W” delle sue stelle principali.

I passaggi della Stazione Spaziale Internazionale

Anche per questo mese vi segnalo i tre passaggi più luminosi della Stazione Spaziale Internazionale previsti grazie al sito Heavens Above. A voler essere pignoli sarebbero dovuti essere quattro, ma ho scartato uno dei passaggi a magnitudine -3.3, privilegiando quello previsto per i primi giorni del mese.

2 aprile, 20:38

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25 aprile, 5:06

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28 aprile, 4:13

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l’Università della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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