Il cielo del mese Donne e scienza

Il cielo di marzo: Una primavera con Ipazia

Lasciamoci ispirare dalla figura di Ipazia e diamo uno sguardo ravvicinato al cielo di marzo, che annuncia l'arrivo sempre più imminente della primavera.

Aggiornato il 31 Gennaio 2024

ipazia
Ipazia in una illustrazione del 1908 di Jules Maurice Gaspard – via commons
Siamo nella seconda metà del IV secolo ad Alessandria d’Egitto. La città, fondata intorno al 330 a.C. da Alessandro Magno, ha ancora le sue due meraviglie, una ufficiale, il famoso faro di Alessandria, che delle sette meraviglie del mondo antico è quella a essere durata di più, crollata nel XIV secolo a causa di ben due terremoti. L’altra è la famosa biblioteca di Alessandria, troppo giovane per entrare nella lista delle meraviglie, che risale al III secolo a.C., mentre la biblioteca venne edificata intorno al 48 a.C. Ed è proprio tra le sale di quella perduta biblioteca che mi piace immaginare Ipazia, matematica, astronoma e filosofa dell’epoca, tenuta in così grande considerazione che le era persino concesso di avere degli allievi.
Non abbiamo molte informazioni dirette sui suoi specifici interessi di ricerca. Sappiamo, però, sia grazie agli scritti di storici come Esichio di Mileto, sia grazie alla testimonianza diretta di allievi come Sinesio, che Ipazia si interessò di geometria e in particolare delle coniche, scrivendo un commentario sulle Coniche di Apollonio di Perga e un altro sull’Arithmetica di Diofanto di Alessandria, il padre dell’algebra noto soprattutto per le equazioni diofantee, quelle che possono essere risolte solo con numeri interi.
Più difficile è, invece, essere certi che abbia scritto un Canone Astronomico, ma siamo assolutamente certi che si sia interessata anche di astronomia poiché Sinesio ha confermato che i miglioramenti all’astrolabio che ha apportato discendono proprio dagli insegnamenti ricevuti in quel campo da Ipazia. Tra l’altro se leggiamo ciò che Sinesio pensava di un astronomo come Claudio Tolomeo si ha la netta sensazione che l’astronomia, all’epoca, fosse molto meno chiusa sulle posizioni di quest’ultimo, evidentemente ritenute come una delle possibili interpretazioni matematiche dell’universo.
Forse è proprio per questo che Alejandro Amenábar in Agora, film del 2009 in cui Ipazia era interpretata da Rachel Weisz, si spinge a inserire esplicitamente il modello eliocentrico di Aristarco da Samo, fornendo così la visione di una studiosa attenta a ogni aspetto della conoscenza.
Ipazia è, dunque, la figura perfetta per iniziare questo cielo del mese di marzo 2023, che si trova a cavallo tra la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza dell’11 febbario e la Giornata internazionale dei diritti della donna dell’8 marzo. E d’altra parte in questa transizione, che si sviluppa però nel segno della continuità di un argomento a noi caro, si cala perfettamente anche il cielo notturno del mese, a sua volta in fase di transizione tra il cielo invernale e quello primaverile (il testo che segue è una rielaborazione da it.wiki).

Verso la primavera

Il cielo stellato di marzo, come quello del mese precedente, è dominato dal Grande Carro e dall’Orsa Maggiore, mentre sull’orizzonte sud inizia a fare sempre più capolino la costellazione del Leone, che indica appunto l’avvicinarsi della primavera. Tra l’altro proprio poco sotto l’Orsa Maggiore, schiacciata tra l’Orsa Minore ed Ercole, si trova la costellazione del Dragone. E una delle sue stelle, Iota Draconis, ha in orbita intorno a se un pianeta, un gigante gassoso 16 volte la massa di Giove, che è stato nominato proprio Hypatia alla fine dell’edizione 2014 di Name Exoworlds.
Nel frattempo, mentre proviamo a perdere le diottrie per vedere il pianeta (impresa, ovviamente, impossibile), le due costellazioni di Orione e Cane Maggiore sono sempre più basse all’orizzonte, facendo sempre più spazio proprio al Leone, ma anche all’Idra, costellazione che per contro risulta poco appariscente.
Sono quindi gli ultimi giorni per poter osservare le stelle che costituiscono i due asterismi della Cintura e della Spada di Orione. In particolare nella zona corrispondente a quest’ultimo asterismo è possibile provare a dare un ultimo saluto alla famosa Nebulosa di Orione.

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Nebulosa di Orione, M42. Crediti Valeriano Antonini (AstronomiAmo)

Restando lungo l’orizzonte sud, su cui si fa largo il Leone, come detto prima, possiamo intravedere alcune delle stelle appartenenti alla costellazione delle Vele, una costellazione tipica del cielo australe. Quest’ultima, un tempo, era parte di quella che era la costellazione più grande del cielo, la Nave Argo, oggi scomposta nelle più piccole costellazioni di Carena, Poppa, Bussola e, appunto, Vele.
Volgiamo ora lo sguardo verso est dove è facile identificare due stelle particolarmente luminose: la rossa-arancio Arturo nella costellazione del Boote e l’azzurra stella Spica nella costellazione della Vergine, area in cui è possibile osservare un grandissimo numero di galassie grazie alla presenza dell’omonimo ammasso.
Arturo e Spica costituiscono, insieme con Denebola nella costellazione del Leone, l’asterismo del Triangolo Primaverile. L’arrivo di quest’ultimo asterismo è solo un altro dei tanti segni dell’imminente arrivo della primavera presenti nei nostri cieli. A questo, infatti, possiamo aggiungere anche la brillante stella Vega nella costellazione della Lira posta in direzione nord-est e che sarà dominante nei mesi estivi e fino all’inizio dell’autunno.

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Triangolo di Primavera e MEL111 – Realizzato con Stellarium

La Luna

Le fasi della Luna, ricavate dallo Sky Calendar della NASA e che potete anche vedere nell’immagine qui sotto, vanno dalla Luna piena del 7 marzo fino al terzo quarto del 29 marzo.

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I pianeti

Se consideriamo la visibilità e gli orari di alba e tramonto, ricavati datimeanddate, il pianeta più facilmente visibile sarà sicuramente Marte, la cui visibilità risulterà ottima a partire dalla seconda metà di marzo. Anche la visibilità di Venere sarà perfetta per tutto il mese, ma a differenza del Pianeta Rosso, che potrà essere osservato per tutta la notte, Venere tramonta relativamente presto, intorno alle 20:30. Molto meno visibili, invece, gli altri pianeti: forse solo Giove, ma ovviamente dotati di uno strumento apposito.
L’evento del mese, però, è l’equinozio di primavera, che quest’anno cadrà il 20 marzo. Con equinozio intendiamo ciascuno dei due istanti dell’anno in cui il Sole, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, incontra l’equatore celeste. Nell’equinozio di primavera, così come in quello d’autunno, il giorno e la notte hanno la stessa durata.
Infine con l’inizio della primavera e in particolare a partire dalla notte a cavallo tra il 25 e il 26 marzo ci aspettano, con il ritorno dell’ora legale, giornate più lunghe.

I passaggi della Stazione Spaziale Internazionale

Questo mese la Stazione Spaziale Internazionale dovrebbe regalare diversi passaggi particolarmente luminosi. Di questi ne abbiamo scelti tre (i due a luminosità di -3.8 e uno tra quelli a luminosità -3.6) in un insieme piuttosto ampio, ricavati anche questa volta dalla tabella di quelli previsti secondo il sito Heavens Above con Roma come posizione geografica:

7 marzo, 5:51

iss-7_marzo_2023

17 marzo, 19:20

iss-17_marzo_2023

30 marzo, 21:05

iss-30_marzo_2023

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l’Università della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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