Aggiornato il 9 Dicembre 2021
In seguito ad alcune osservazioni è stato ipotizzato che al centro della nostra Galassia si trovi un buco nero (leggi anche La prima verifica della relatività generale di Einstein nei pressi di un buco nero supermassiccio).
La Via Lattea è una galassia a spirale barrata. Essa è composta da un disco, che ha uno “spessore” di 2.000 anni luce e un diametro di 100.000 anni luce. Il disco contiene i bracci a spirale, una sorta di “strisce” di gas e stelle che si dipartono dal nucleo e vi si avvolgono intorno. Al centro del disco si trova il bulge, che è un rigonfiamento centrale dello spessore di 16.000 anni luce.
Osservando nella direzione del centro della Galassia si vedono moltissime stelle, ammassi stellari e nebulose. Le stelle sono così ravvicinate che se vivessimo in quella regione, il loro splendore sarebbe tale che non esisterebbe la notte. Inoltre, la loro velocità di rotazione attorno al centro galattico è così alta che vedremmo cambiare la loro posizione in cielo nel corso di pochi decenni.
L’osservazione del nucleo vero e proprio è però molto difficile a causa delle nubi di gas e polvere che si trovano tra noi ed il centro stesso e che assorbono la radiazione visibile proveniente da quella regione.
Informazioni preziose su cosa si trovi effettivamente in questa zona della Galassia ci vengono da osservazioni alle lunghezze d’onda radio, infrarossa e X, rispetto alle quali il gas e la polvere sono maggiormente trasparenti.
Da tali osservazioni sappiamo che il nucleo della Via Lattea è un’intensa sorgente di radiazioni X e radio. Per spiegare quest’emissione gli astronomi ipotizzano che nel cuore della Via Lattea ci sia un buco nero, grande come il Sistema Solare e con una massa 5 milioni di volte maggiore di quella del Sole. Il buco nero, “inghiottendo” il gas circostante che gli ruota attorno molto rapidamente, sarebbe il responsabile delle radiazioni osservate. La stessa cosa, su scala maggiore, avverrebbe, secondo le moderne teorie, nelle galassie attive e nei quasar.
Nel 2017, una collaborazione internazionale denominata Event Horizon Telescope (Telescopio per l’Orizzonte degli Eventi) ha utilizzato in rete, tramite una tecnica detta “interferometria a base molto ampia”, i più avanzati radiotelescopi al mondo per tentare di catturare un’immagine del buco nero (o più propriamente degli oggetti nei suoi pressi, dato che esso è per definizione invisibile). I risultati dovrebbero essere pubblicati nel corso del 2018.
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