Per la scuola Interviste Innovazione

Fablearn Italia 2020: appuntamento con l’innovazione educativa

Abbiamo partecipato alla Fablearn Italia 2020, cogliendo l'occasione per scambiare due chiacchiere con David Scardozzi.

Aggiornato il 21 Luglio 2021

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La Fablearn Italy 2020 conference si è tenuta la settimana scorsa in stanze virtuali grazie all’organizzazione di Lorenzo Guasti per Indire e David Scaradozzi dell’Università  Politecnica delle Marche, chair della conferenza. La FabLearn Italy, giunta quest’anno alla terza edizione, è un appuntamento del ciclo delle FabLearn Conferences.
FabLearn è una rete globale che propone tre iniziative principali: FabLearn Labs, FabLearn Conferences e FabLearn Fellows, che in modi diversi declinano una visione innovativa dell’apprendimento nel 21esimo secolo e supportano una comunità  internazionale di educatori, ricercatori e decisori politici impegnati a integrare i principi dell’apprendimento costruzionista negli standard dell’educazione formale e informale. Paulo Blikstein, Associato della Columbia University, è il motore di questa iniziativa le cui radici intellettuali risalgono alle idee del matematico ed educatore sudafricano Seymour Papert, della psicologa svizzera Edith Ackermann e dello studioso nordamericano Mike Eisenberg, nonchè dei loro collaboratori al MIT Media Lab.
In queste conferenze la prospettiva “costruzionista” di Papert, ovvero l’idea che i bambini imparino in modo più efficace quando costruiscono artefatti e cooperando tra pari, si incrocia con le idee democratiche di Paulo Freire, che sostiene un’istruzione profondamente rispettosa e consapevole della cultura e delle esperienze vissute dei bambini nella propria cultura.

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Il tema della conferenza italiana quest’anno è ovviamente l’emergenza sanitaria e il suo impatto sull’apprendimento. Abbiamo partecipato con piacere e abbiamo colto questa occasione per intervistare David Scaradozzi.

Qual è il valore di questa conferenza nell’ecosistema educativo italiano?
Questa conferenza sta mettendo assieme, da due anni in maniera incrementale, più attori. Partecipano le istituzioni che devono regolamentare, i ricercatori che sviluppano nuove metodologie, spazi educativi e strumenti, intervengono insegnanti e formatori per portare i loro commenti “dal campo applicativo” e ci sono i protagonisti, i ragazzi. Ognuno porta qualcosa e tutto viene confrontato tra pari. Questo è il grande valore del “gruppo” che si è venuto a creare. Nell’edizione dal vivo avevamo gli studenti dell’alberghiero a curare sale e pasti in catering, studenti delle scuole tecniche a curare regia e multimedia, studenti liceali a contribuire ai testi. Gli studenti della primaria e dell’infanzia non sono stati da meno con le stampanti 3D, il tinkering a merenda, i circuiti elettronici in pasta da tagliatelle e l’intrattenimento in chiave STEM.
Quest’anno la versione virtuale ha visto ancora vincente questa formula dove i ragazzi hanno realizzato e ascoltato durante le lezioni magistrali di esperti internazionali, le tavole rotonde, la Marche-DroneWeek, Il pomeriggio dell’architettura e MARRtino. E’ un format olistico vincente per e con il mondo educativo.

Qual è peculiarità  di questa conferenza rispetto alle altre fablearn?
L’edizione Italiana sta crescendo sempre di più vicino alle sorelle maggiori: la Flagship Conference organizzata dal Prof. Blikstein e quelle continentali. La nostra realtà  nazionale ha appena 3 anni. Il primo anno si è inserita nel contenitore di fiera didacta e poi ha assunto da subito carattere scientifico ed organizzativo autonomo nella sede dell’Università  Politecnica delle Marche, grazie agli sforzi congiunti di Indire e >Università  Politecnica delle Marche, su supporto della Columbia University, del programma PON e in cooperazione con la Società  Italiana dei Docenti e Ricercatori di Automatica, l’Istituto di Robotica e Macchine Intelligenti (I-RIM) e tanti altri attori nazionali ed internazionali. Quest’anno la collaborazione si è allargata portando i ragazzi a riflettere sull’intervento in ambienti estremi come ad esempio l’intervento in collaborazione con il Centro Interuniversitario di Ricerca sui “Sistemi Integrati per l’Ambiente Marino” (ISME) sui veicoli marini e la competizione studentesca Una gara su Marte con MARRtino, organizzata nell’ambito del progetto ESERO dall’Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali (ANISN) in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Informatica e Gestionale Antonio Ruberti dell’Università  di Roma “La Sapienza” (DIAG), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e Altec Space. Abbiamo acceso i riflettori sull’edizione made in Italy e i diversi contributi e più di una volta abbiamo ottenuto un riconoscimento del global panel FabLearn.

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Dal quadro che è uscito dalla conferenza come immaginate la didattica innovativa in italia nei prossimi 5 anni?
A posteriori, penso di poter concludere che l’edizione di quest’anno è stata un tutt’uno con quella dell’anno scorso, quasi a dire che ne è stata il modulo “in realtà  aumentata”, prendendo in prestito un termine dai colleghi della track sulle innovazioni di AR/VR/ICT. In egual modo vedo la didattica e gli spazi educativi a divenire nell’immediato futuro. La diffusione del SARS-CoV-2 e le restrizioni alla nostra vita quotidiana hanno mutato la nostra società . In futuro la società  troverà  un altro nuovo equilibrio stabile che sarà  per tanti motivi distante da quello del primo ventennio di questo secolo. I discenti saranno diversi, pretenderanno forme nuove di insegnamento, di spazi educativi e di luoghi di aggregazione. Le sperimentazioni che abbiamo portato avanti, in maniera dirompente nella nostra vita, rimarranno in ognuno di noi e alcuni di noi ne vorranno far tesoro, altri le respingeranno per repulsione, è l’animo umano. Dal punto di vista della ricerca serviranno nuove metodologie di progettazione, di identificazione, di modellazione e di misurazione della didattica, della formazione e della costruzione degli spazi. I prossimi cinque anni saranno fondamentali nel costruire una nuova società  perchè ora tutti abbiamo il piede sull’acceleratore e la mano sul freno. Starà  a tutti noi sfruttare l’energia nel migliore dei modi.

Ringraziamo dell’ospitalità  e della disponibilità  il professor Scaradozzi e vi ricordiamo che tutti gli interventi sono registrati e disponibili alla pagina della conferenza.

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Scritto da

Sara Ricciardi Sara Ricciardi

Ricercatrice presso l'Osservatorio di Astrofisica e di Scienza dello Spazio di Bologna. Nel campo della didattica e della divulgazione, si occupa di attività  di pratiche costruzioniste ed in particolare di tinkering a scuola.

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