Aggiornato il 28 Novembre 2024
Di Zooniverse abbiamo avuto modo di parlare in diverse occasioni. Per esempio, in un esteso articolo sulla citizen science di Giulia Fabriani, che ha ricordato come questo sia un progetto che permette agli utenti (più di un milione) di partecipare a ricerche scientifiche che riguardano, per esempio, la classificazione di galassie o altri oggetti celesti, focalizzando l’attenzione verso indagini su diverse scale.
Per la sua rubrica Universo Mondo Claudia Mignone ha poi intervistato Sandor Kruk, che si occupa proprio di citizen science e collabora con il team di Zooniverse, citando in particolare il progetto Galaxy Zoo. Da quest’ultimo abbiamo, infine, tratto una delle foto a corredo della costellazione del Leone minore, scoperta dall’insegnante olandese Hanny van Arkel.
Ora l’Istituto Nazionale di Astrofisica, in collaborazione con l’Istituto Max Planck per la ricerca sul sistema solare (MPS) in Germania ha lanciato un nuovo progetto su Zooniverse, Sunspot detectives, in cui si chiede agli utenti di questa piattaforma (e ovviamente a tutti coloro che vogliono unirsi in questa particolare ricerca) di osservare e analizzare i disegni delle macchie solari realizzati da Angelo Secchi raccolti tra il 1853 e il 1878.
Questa collezione di oltre 4500 disegni conservati presso l’Osservatorio Astronomico di Roma è stata recentemente digitalizzata, permettendo così di analizzare agevolmente e senza il timore di rovinarli ciascuno dei disegni alla luce delle conoscenze attuali per nuovi studi. La digitalizzazione dei disegni è avvenuta nell’ambito di un vasto programma di attività dell’INAF volto a preservare il suo patrimonio storico, archivistico e culturale, in parte supportato con fondi delle donazioni del 5 per mille. Oltre alla conservazione, le immagini ottenute permettono anche la fruizione sistematica di quelle osservazioni nell’ambito della ricerca moderna.
Riprendendo da quanto scritto nella pagina di descrizione del progetto, questo è un compito molto importante. Questi disegni sono come capsule del tempo sull’attività solare: il numero di macchie solari in ciascuno di essi ci dice qualcosa sull’attività magnetica del Sole in quella particolare giornata. Quindi identificare e contare le macchie solari nei disegni realizzati da Secchi ci permette di imparare qualcosa sul comportamento del Sole più di un secolo fa e quindi comprendere come l’attività solare sia cambiata nel corso del tempo.
Non dobbiamo poi dimenticare le ricadute sulla comprensione di come, l’attività solare, influenza il nostro pianeta. Questo perchè questi disegni ci aiutano a capire quanto era brillante il sole in passato, e quindi quanta energia inviava sulla Terra. Di conseguenza possiamo anche comprendere meglio come il Sole può influenzare il clima del nostro pianeta.
Un ultimo aspetto interessante è legato alle difficoltà tecniche nell’esaminare questa gran mole di dati scientifici presenti nei disegni di Secchi. Le tecniche di machine learning non hanno prodotto risultati soddisfacenti, quindi si è pensato di rivolgersi all’occhio umano, quello di tante persone come noi. Come ha, infatti, ricordato Theodosios Chatzistergos, ricercatore MPS e associato INAF, che ha ideato il progetto Sunspot Detectives:
Per cui siamo tutti invitati a diventare detective di macchie solari!