Il 2021 si apre in modo spettacolare per l’esplorazione del Sistema Solare, con l’atterraggio il 18 febbraio della sonda Perseverance della NASA sul suolo di Marte. Il rover è parte della missione spaziale Mars 2020, non certo la prima a tentare la conquista del Pianeta Rosso né la sola a visitarlo in questo momento. I cieli di Marte ospitano infatti attualmente altre due sonde, l’emiratiana Al-Amal e la cinese Tianwen-1, arrivate a destinazione nel mese di febbraio. Più di quaranta sono le missioni tentate nel tempo con destinazione Marte ma circa la metà di queste è fallita.
La prima in assoluto che ha sorvolato con successo il pianeta è stata Mariner 4, lanciata nel 1964 dalla NASA. Nel tempo seguirono diverse missioni, fra cui spiccano le sonde Viking, che a metà degli anni ’70 scattarono le prime immagini dettagliate della superficie marziana, rivoluzionando la nostra conoscenza del pianeta: agli occhi degli scienziati apparve un paesaggio desertico, simile per temperatura alla tundra terrestre, con poli ricoperti da strati di ghiaccio. Paesaggio questo che Perseverance indagherà alla ricerca di tracce biologiche.
L’esplorazione di Marte non si concluderà tuttavia con il rover della NASA. Guardando al futuro l’attenzione si concentra sulla missione ExoMars, una collaborazione fra agenzia spaziale europea (ESA) e russa (Roscosmos), che porterà nel 2022 un rover sul pianeta, con l’obiettivo principale di scovare tracce biologiche nei primi strati della sottosuperficie. Sembra dunque che Marte sia in cima alla classifica delle future mete del genere umano nello spazio: quali sono i motivi di tutto questo interesse da parte della comunità scientifica?
Alla ricerca di tracce di vita
Miliardi di anni fa la Terra e Marte erano molto più simili di ora.
Le indagini dei planetologi sono iniziate dunque cercando sulla superficie marziana tracce di acqua. A suggerirne la presenza è il paesaggio stesso, segnato da avvallamenti simili a letti di fiumi ormai prosciugati: dalle caratteristiche morfologiche sembra si trattasse non solo di acqua sotto forma di pioggia ma anche acqua fluita in superficie e sgorgata dal sottosuolo. Ulteriori indizi a riguardo sono arrivati con la sonda ESA Mars Express (MEX), lanciata nell’estate del 2003: recenti analisi dei dati raccolti hanno mostrato la presenza di un complesso sistema di laghi al di sotto della superficie, in corrispondenza del polo sud del pianeta, una serie di bacini d’acqua, intervallati da zone asciutte, che si trovano a circa un chilometro e mezzo di profondità.
L’intento dei ricercatori è dunque analizzare la superficie del pianeta e il suo sottosuolo per tracciare l’evoluzione subita nel corso del tempo.
Perseverance e ExoMars 2022: presente e futuro
In questo scenario il protagonista oggi è Perseverance: il primo rover progettato per raccogliere campioni da riportare sulla Terra per indagini astrobiologiche. I soli nomi scelti per i diversi strumenti della missione meritano una menzione, come la coppia di dispositivi Sherloc e Watson, che cercherà molecole organiche e minerali (il primo) e analizzerà da vicino strutture rocciose (il secondo), a Ingenuity, tradotto con ingegno, nome scelto da una studentessa di un liceo americano, vincitrice di un concorso indetto dalla NASA per dare un nome a questo dispositivo.
La tecnologia che il rover porta a bordo è frutto degli insegnamenti tratti dalle precedenti missioni e permetterà, per esempio, alla sonda di sopravvivere alle terribili tempeste di sabbia marziane. Il lavoro per cui Perseverance è stato inviato su Marte coinvolge aspetti biologici, geologici e climatici: le sue esplorazioni spianeranno la strada per future missioni umane. Il sito di atterraggio stesso, chiamato Jaziro Crater, è legato a uno dei suoi scopi principali: è un antico bacino lacustre, nel quale è più probabile dunque scovare tracce di vita.
Per il futuro sono previste altre missioni, successive a Perseverance, alla volta del Pianeta Rosso. Fra queste il lancio nel 2022 della seconda fase del progetto ESA-Roscosmos Exomars, che porterà sul suolo marziano un rover in grado di scavare al di sotto della superficie del pianeta. L’obiettivo sarà sia lo studio astrobiologico che geologico del sito di atterraggio, chiamato Oxia Planum. Il rover viaggerà inoltre per diversi chilometri, con lo scopo di caratterizzare i primi strati del sottosuolo di Marte e di circoscrivere i rischi per future missioni umane.
Lo studio del Pianeta Rosso ha come scopo ultimo missioni spaziali con equipaggio, imprese ricche di pericoli.
Per ora dunque, lasciamo che Perseverance spiani la strada.
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