Aggiornato il 28 Novembre 2024
Gli archivi ufficiali le accreditano la scoperta di 197 asteroidi. È la più prolifera scopritrice di asteroidi in Italia ed è al primo posto al mondo tra le astronome donne non professioniste. Maura Tombelli è una astrofila, caccia asteroidi per passione. Insieme a Giuseppe Forti, è la scopritrice dell’asteroide a cui tutta Italia ha dato la caccia in questi giorni: 15006 Samcristoforetti. Con l’occasione, Maura ci ha “regalato” vario materiale dai suoi archivi: le digitalizzazioni delle lastre fotografiche originali della scoperta e delle buste in cui erano conservate. E ha voluto condividere con noi la storia di questa scoperta e la sua esperienza da amante del cielo e cacciatrice di asteroidi.
Parliamo di questa bella immagine che hai regalato alla campagna #UnAsteroidePerSamantha. Raccontaci la storia.
La lastra che contiene l’immagine di scoperta dell’asteroide è del 26 febbraio 1998 e ha come centro campo la Tau Cancri. La seconda, che ci ha confermato che avevamo trovato un oggetto nuovo è del 27 febbraio 1998. Ne esiste una terza del 2 marzo 1998, che ci permise di fare una prima stima dell’orbita. Con quella, potemmo cercare la traccia di quell’oggetto nuovo su lastre del passato. Riuscimmo a ritrovarlo su lastre dello Siding Spring Observatory del 1988 e del 1995, affinandono sempre di piu’ l’orbita. Da quel momento quel “puntino” ha ricevuto la sua sigla (1998 DZ32). Per essere dedicato alla nostra cara Samantha bisogna aspettare qualche anno. Ricordo che quando la Cristoforetti iniziò la sua missione sulla ISS, stavo cercando il coraggio di proporre il suo nome per il 15006. Quando mi arrivò una telefonata dell’amico Claudio Casacci di Thales Alenia Spazio, che mi suggeriva quella stessa idea, decidemmo subito di fare la proposta alla IAU. E ovviamente venne accettata. Ci incontrammo a Torino con la Cristoforetti per consegnarle un attestato e ricordo che AstroSamantha mi chiese quanti asteroidi avevo scoperto. E io, all’epoca risposi: due in meno dei giorni della sua permanenza sulla Stazione Spaziale!!
Poi, in questi giorni grazie alla vostra iniziativa, ho deciso di provare a ritrovare l’asteroide dall’Osservatorio Beppe Forti a Montelupo con Alex Mazzanti e Giorgio Interrante. Il cielo era velato e il risultato è una immagine somma di 11 fotografie in cui l’asteroide risulta puntiforme e le stelle un po’ strisciate (n.d.r: l’immagine verrà pubblicata a breve nella galleria). Ma ci siamo riusciti e siamo stati contentissimi di aver ritrovato 15006 dopo tanto tempo, come fosse una nostra creatura!
Ci racconti come sei diventata scopritrice di asteroidi?
Si parte da lontano quando nel 1987 comprai il mio primo telescopio. Per un anno mi divertii a cercare in cielo quegli oggetti che fino ad allora avevo solo immaginato. Avevo 37 anni e avevo letto libri e riviste di astronomia. L’anno passò e io mi ritrovavo con lo stesso cielo da osservare. Sentii il desiderio di fare qualcosa di più. Andai ad Arcetri dall’allora direttore dell’osservatorio astrofisico di Firenze, il prof. Franco Pacini chiedendo se potevo fare qualcosa che servisse con la mia strumentazione. Lui mi accompagnò dal Dott. Giuseppe Forti che mi disse: io fo comete, se fa comete con me si andrà d’accordo. Risposi: va bene, ma che vuol dire fare comete?
Iniziò così la grande collaborazione con Beppe Forti. Conobbi anche Andrea Boattini e insieme partecipammo al primo incontro a Verona del Gruppo Astrometristi Italiani con l’intento di imparare a fare foto per ricerca di nove e supernove e al pomeriggio eravamo tutti e due già contagiati dalla voglia di cercare asteroidi. Anche Beppe Forti ci spingeva in tal senso, affermando che nel sistema solare c’era ancora tanto da scoprire. Aveva ragione! Il nostro primo asteroide scoperto fu il 6876 = Beppeforti. Ora sono più di un milione.
Poi nel 1993, l’osservatorio di Padova ad Asiago per un fine settimana al mese, iniziò a invitare gli astrofili che presentavano un programma di osservazioni valido. Forti, Boattini e io ne presentammo uno sulla ricerca di asteroidi che venne approvato. Continuammo a scoprire nuovi asteroidi coinvolgendo studenti, astrofili, i miei figli fino a dicembre 1998.
Con il telescopio Schmidt di Asiago si impressionavano le lastre della Kodak esponendole due volte: una prima posa di 20 minuti, poi 10 minuti otturatore chiuso e poi riesposte per altri 10 minuti. Gli asteroidi si riconoscevano perchè lasciavano una traccia simile ad un punto esclamativo. La sera successiva si ripetevano gli stessi campi e si ritrovavano quelli le cui tracce risultavano spostate. A casa avevo un misuratore di lastre e ogni momento libero dal lavoro, misuravo stelle e asteroidi, calcolando le coordinate delle stelle e delle tracce. Due nottate bastavano ad ottenere la sigla provvisoria di scoperta, ma per mantenere la paternità dovevo ritrovarli da casa, nelle sere successive, con il mio telescopio Schmdit-Cassegrain. Ovviamente una buona parte andarono persi per mancanza di osservazioni dopo la scoperta, ma 104 sono stati assegnati e dopo la loro misurazione, nominati. La paga più bella, per tutto il lavoro svolto, è quella che lo scopritore può scegliere il nome del nuovo asteroide e proporlo alla Commissione Internazionale per l’approvazione.
Che ruolo hanno e possono avere gli astrofili a supporto della ricerca astronomica? E il tuo momento più emozionante come astrofila?
Sono sicura che gli astrofili possono dare un notevole contributo alla ricerca astronomica, per gli asteroidi per esempio è importante il follow up degli oggetti NEA, probabili impattatori della Terra. È importante catturare le loro curve di luce, cioè come la loro luminosità varia nel tempo, per determinarne la forma. Infine, con la spettroscopia possiamo capirne la composizione.
L’importante per me è che alla base ci sia la voglia di conoscere il cielo e la grande soddisfazione di lavorare con gli astronomi “veri”, che mi hanno sempre fatto sentire una di loro.
Il momento più emozionante fu quando Fabrizio Bernardi mi scrisse: – sto facendo il post dottorato alle Hawaii, se passi di qui fermati! – e io… lo feci. Ho avuto l’opportunità di lavorare al Subaru per tre notti con lui e il dott. David Tholen il quale mi consegnò un computer e immagini da lavorare. Mi sentii una di loro, un’astronoma anche se non professionista! Ma la più grande soddisfazione è stata l’inaugurazione dell’osservatorio Beppe Forti che, con l’Arch. Massimiliano Marconcini, il contributo dell’Amministrazione Comunale e tanti volontari, è stato costruito nel mio paese di Montelupo Fiorentino perchè ogni bambino che vuole conoscere il cielo non debba fare tutta la fatica che ho fatto io. Piero Angela già padrino dell’iniziativa, era presente alla posa della prima pietra.
Hai scoperto tantissimi asteroidi…ne hai uno tuo e quali sono i più preziosi?
Per me gli asteroidi più preziosi sono tra i 15 che ho scoperto dal mio personale osservatorio Code 108 = Montelupo. Sono quelli nominati Sandro e Duccio, i miei figli, mio padre e mia madre, Aldo e Lina ma soprattutto, quello che ritengo il più prezioso, è quello nominato GREGORIANA, dedicato all’Università Pontificia, che mi ha permesso di incontrare il Santo Padre Giovanni Paolo II. Poi c’è il mio asteroide. È il 9904 scoperto da Andrea Boattini e Luciano Tesi da San Marcello Pistoiese, me lo immagino come una grossa patata ma con una bella rosa e tre vulcani, come nel libro “Il piccolo Principe“.
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