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Mani nelle stelle

Da dicembre 2017 è disponibile la prima lista comparativa internazionale di parole astronomiche nella lingua dei segni.

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Aggiornato il 1 Marzo 2018

La prima lista comparativa internazionale di parole astronomiche nella lingua dei segni

Da dicembre 2017 è disponibile la prima lista comparativa internazionale di parole astronomiche nella lingua dei segni. Come parte di questa proposta, il Dizionario enciclopedico dell’astronomia per la lingua dei segni (Encyclopedic Dictionary of Astronomy for Sign Languages) è stato tradotto in inglese e spagnolo ed è ora disponibile online. Questo è il risultato di un progetto a lungo termine sviluppato dalla Commissione C1 dello IAU per l’educazione e lo sviluppo dell’astronomia (IAU Commission C1 Education and Development of Astronomy) e dalla WG3 sull’astronomia per l’equità  e l’inclusione (WG3 Astronomy for Equity and Inclusion). La nuova lista attualmente include 47 tra le parole più comunemente utilizzate nella didattica dell’astronomia.

Durante l’Anno Internazionale dell’Astronomia 2009, è stato pubblicato sotto la direzione di Dominique Proust un dizionario enciclopedico dell’astronomia per la lingua dei segni in francese, Les mains dans les ètoiles (Il dizionario enciclopedico, supervisionato da Proust, è stato realizzato in collaborazione con Daniel Abbou, Nasro Chab, Yves Delaporte, Carole Marion e Blandine Proust, edito da Burillier con il supporto dell’Osservatorio Astronomico di Parigi). Questo dizionario contiene approssimativamente 300 segni che descrivono diversi corpi celesti classici come pianeti, asteroidi, galassie e quasar, così come termini tecnici come telescopio, spettrografo e fotometro. Nel 2016-2017, nell’ambito di un grande progetto guidato dalla Commissione della IAU per l’astronomia, l’equità  e l’inclusione (IAU Division C, Commission C1 WG3) con fondi dell’ufficio IAU di astronomia per lo sviluppo, è stata realizzata la versione inglese (a opera di Lawrence Augustin Orchard) e spagnola (a opera di Maria Roser Garcà­a e Amelia Ortiz-Gil) del dizionario di Proust. Il dizionario può essere raggiunto da appositi link per francese, inglese e spagnolo.
Sulla base di questa esperienza, la Commissione ha recentemente intrapreso un nuovo progetto per raccogliere i vari segni in lingue differenti, iniziando da una selezione di 47 parole che gli esperti della Commissione sono concordi nel ritenere le più comunemente utilizzate nella didattica e nella divulgazione dell’astronomia. Le lingue coinvolte includono, tra le altre, tedesco, italiano, portoghese, giapponese, polacco.
La lingua dei segni è oggi ufficialmente praticata in quasi tutti i paesi, ma diverse tradizioni e culture hanno indipendentemente sviluppato segni specifici per indicare oggetti comuni o situazioni identiche.

Una lingua universale dei segni si sta gradualmente sviluppando, principalmente per indicare oggetti e situazioni legate alla tecnologia contemporanea o agli eventi. Tuttavia ci saranno sempre delle differenze nelle lingue dei segni delle diverse nazioni, di cui è necessario tener conto, poichè ogni paese ha sviluppato il suo sistema di segni nel corso del tempo

afferma Dominique Proust ((La lingua dei segni ha il suo vocabolario e la sua grammatica, ben codificati. I numeri, (anche quelli grandi, come milioni e miliardi) e le operazioni matematiche hanno i loro segni. In generale tutte le quantità  matematiche, incluse le dimensioni, l’area, il volume e la distanza hanno i loro segni equivalenti. Il teorema di Pitagora si esprime in un modo similare alla sua versione orale, eccetto che per l’ipotenusa indicata come “il lato che si oppone all’angolo retto“. Anche in geometria la linea, il piano, il volume sono indicati da segni particolari. L’origine del sistema di coordinate è identificato con precisione.
Per la fisica esiste un insieme di segni molto espliciti per ogni argomento. Le costanti sono indicate con le stesse lettere: c è la velocità  della luce (il segno per la velocità  + il segno per la luce) con c = 300000 km/s. L’elettricità  è indicata con due pugni uno di fronte all’altro, con gli indici incurvati verso l’alto come elettrodi.
L’energia nucleare include due segni, il primo è il segno generico per tutte le forme di energia e il secondo simboleggia il potere dell’energia nucleare. In chimica gli elementi sono indicati o in modo specifico o con il loro simbolo.
L’astronomia è uno dei campi dove l’espressione nella lingua dei segni è sia rigorosa sia poetica. I segni attribuiti ai vari pianeti del Sistema Solare fanno uso delle loro caratteristiche: Mercurio è molto vicino al Sole, Marte è rosso, Giove è rappresentato dalla sua famosa macchia rossa e Saturno è caratterizzato dai suoi anelli. La rappresentazione del cielo è semplice, poichè la maggior parte delle costellazioni evoca animali o oggetti per i quali esiste già  un segno: orso (grande o piccolo), cigno, pesce, balena, ecc. I nomi mitologici rispettano le tradizioni leggendarie. Così Orione è un cacciatore e il Centauro è un uomo montato su un corpo di cavallo.
Anche la tecnologia scientifica può essere espressa nella lingua dei segni, inclusi i differenti tipi di computer (PC, portatili, …). Allo stesso modo, i campi della medicina e della biologia hanno un vocabolario molto completo e molto tecnico.
Molte parole astronomiche non hanno equivalenti in nessuna lingua dei segni. Quelle presentate nella lista sono il frutto di una collaborazione tra le comunità  di non udenti, educatori e astronomi in tutto il mondo. I segni suggeriti hanno anche lo scopo di coinvolgere la comunità  dei non udenti nella discussione scientifica.
La compilazione dei 47 termini è disponibile online. Il suo obiettivo principale è aiutare a riflettere sulle differenze tra le varie lingue dei segni e anche un po’ aiutare le comunità  a sviluppare i propri segni per i termini che ne sono privi. Il lavoro è uno sforzo congiunto tra vari individui e organizzazioni. Per l’Italia sono coinvolte Nicoletta Lanciano e Dania Malerba dell’Università  La Sapienza di Roma e Stefania Varano dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. I segni in alcune lingue sono stati mutuati dal progetto Spread the Sign.
Il gruppo che lavora a questo obiettivo sta anche analizzando il caso delle parole che in alcuni paesi non hanno un segno equivalente. In questi casi, un’ipotesi potrebbe essere suggerire l’uso del segno di una lingua vicina, come ad esempio lo spagnolo per la comunità  italiana.
La commissione sta anche considerando la possibilità  di studiare ciascun segno con l’obiettivo di determinare le similitudini e le differenze tra le varie lingue e suggerire, se possibile, un segno comune e unico per ogni parola di ogni paese. Può sembrare un obiettivo impossibile, ma vale la pena provarci.

Fonte: Comunicato stampa IAU

Traduzione e adatamento di Gianluigi Filippeli e Stefania Varano

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