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Alle origini dell’universo

Neil deGrasse Tyson e Donald Goldsmith ripercorrono le tappe fondamentali nell'evoluzione dell'universo e nello sviluppo della vita

Aggiornato il 1 Giugno 2022

Articolo precedentemente pubblicato sul blog del’autore


Sin dagli albori della razza umana, le grandi domande filosofiche sono sempre le stesse: “chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?” Oggi queste domande sono diventate appannaggio della scienza, da considerarsi erede della filosofia, almeno secondo Werner Heisenberg.
In particolare le domande sulle origini e il nostro destino sono, in parte, appannaggio dell’astronomia, alla continua ricerca della verifica delle teorie sull’origine dell’universo e dei segni sperimentali che ne indichino lo sviluppo futuro.
A provare a raccontare i processi di formazione dell’universo, delle galassie, delle stelle, dei pianeti e della vita stessa, quindi delle nostre origini, ci pensano Neil deGrasse Tyson e Donald Goldsmith con Origini.

Il Sistema Solare

Il libro è strutturato in 5 parti, che esplorano le origini dell’universo a partire dal Big Bang fino alle teorie sulla formazione delle galassie, delle stelle e dei pianeti, storie abbastanza note e approfondite, inclusi gli ultimi sviluppi relativi a materia ed energia oscure.
Ad esempio, relativamente alla storia del nostro sistema solare, è interessante dare un’occhiata al “modello di Nizza” o alle varie ipotesi su come la Terra ha acquisito il suo satellite. Ad aggiungersi al già  citato modello di Nizza, ecco un nuovo e recente modello (1)Nayakshin, Sergei, Seung-Hoon Cha, and John C. Bridges. “The tidal downsizing hypothesis for planet formation and the composition of Solar system comets.Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters 416.1 (2011): L50-L54. (arXiv) (2011) in cui si suggerisce che il sistema solare abbia avuto origine da un gas in rotazione che si è via via addensato sempre più al centro. Una cosa non dissimile sarebbe avvenuta intorno ad altri centri di aggregazione, che poi avrebbero formato i pianeti del nostro sistema solare. La teoria, però, non sembra aver riscosso un grande sucesso.

Il mistero della vita

La parte più interessante del volume è l’ultima dedicata all’origine della vita, un vero e proprio viaggio nella tavola periodica che inizia con la classica domanda “c’è vita, magari intelligente, nell’universo?”
La ricerca della vita nell’universo è legata anche alla ricerca delle origini della vita sulla Terra. Se il primo punto è comunque abbastanza complesso, nonostante i recenti passi avanti svolti, soprattutto grazie alle missioni marziane in svolgimento e in generale con ricerche che cercano di dare un occhio a tutta la Via Lattea, ancora più complesso è il mistero sulle origini della vita, uno di quei classici casi in cui si “brancola nel buio“. D’altra parte, come spesso accade nella scienza, la comprensione di alcuni dettagli apre la strada a nuove domande, come la questione dell’omochiralità . Un’altra osservazione che non chiarifica molto ma su cui si è abbastanza certi è che la vita si deve in qualche modo basare sul carbonio e sugli atomi della sua “famiglia” all’interno della tavola periodica, come il silicio che si trova esattamente sotto di esso.

Il carbonio è uno degli elementi più abbondanti nel cosmo e le molecole con uno o più atomi di carbonio al loro interno sono le più numerose rispetto a quelle senza carbonio. E’ dunque un atomo che si lega facilmente e quindi ha le proprietà  giuste per essere la base su cui fondare la vita. Più o meno le stesse proprietà  le possiede anche il silicio, tanto che una biologia basata su questo atomo è la più forte candidata per essere un’alternativa a quella basata sul carbonio, come insegnano gli scrittori di fantascienza. Il silicio però presenta due inconvenienti: innanzitutto una minore abbondanza (la sua quantità  nell’universo è stimata all’incirca dieci volte inferiore rispetto al carbonio) e il fatto che i legami con il silicio possono essere o molto forti, come nel caso delle rocce durissime che nascono dal legame con l’ossigeno, o eccessivamente deboli, creando così delle molecole che non riuscirebbero a resistere alle pressioni ecologiche bene quanto le equivalenti molecole a base di carbonio.
Ed è fondamentalmente per questo motivo che le missioni di ricerca di tracce di vita su Marte (e in generale di tracce di vita sugli esopianeti attraverso lo studio degli spettri di emissione) si concentrino su elementi non molto differenti da quelli presenti sul nostro pianeta.


In definitiva un bellissimo libro che chiarisce un punto essenziale: la ricerca delle origini e della vita nell’universo è una ricerca molto complessa, dove è necessaria una certa dose di creatività  e soprattutto un approccio multidisciplinare estremamente stuzzicante per qualunque mente curiosa.

Abbiamo parlato di:
Origini
Neil deGrasse Tyson, Donald Goldsmith
Traduzione di Andrea Migliori
Codice Edizioni, 2008
276 pagine, brossurato – 29,00 €
ISBN: 8875780250

Note

Note
1 Nayakshin, Sergei, Seung-Hoon Cha, and John C. Bridges. “The tidal downsizing hypothesis for planet formation and the composition of Solar system comets.Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters 416.1 (2011): L50-L54. (arXiv)

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l'Università  della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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