Queneau, d’altronde, è uno scrittore immenso e profondo. E se il suo capolavoro potrebbe considerarsi I fiori blu, di fiori ce ne ha regalati tanti – più o meno fruibili o comprensibili. Ecco qui di seguito un libro apparentemente innocuo, che permette a tutti di comporre poesie e, magari, utilizzarle strategicamente. Si tratta di appena 10 sonetti, ciascuno di 14 versi: in tutto sono solo 140 versi.
Scrive Queneau nella sua introduzione:
Come funziona? Semplice: prendiamo il terzo verso del primo sonetto. Per come è scritto – rima e grammatica – può essere usato in ognuno dei 10 sonetti, purchè sempre come terzo verso.
Lo stesso vale per ciascuno dei 14 versi. La combinatoria si dimostra un’arte terribilmente pericolosa: il numero di sonetti distinti componibili diventa l’osceno numero di 10 elevato alla 14. Ovvero centomila miliardi: un numero piuttosto complicato da capire.
Eppure non dovrebbe stupire, visto che con una ventina di lettere sono state composte tutte le parole che si possano immaginare nella nostra lingua: parole esistenti, estinte o non ancora inventate. Tutte le parole e tutte le opere, tutti i discorsi. Pochi segni e una combinatoria disarmante.
L’edizione originale era composta da 10 fogli, ciascuno di 14 strisce di carta che potevano essere girate separatamente le une dall’altre, in modo da comporre anche fisicamente sempre nuovi sonetti. Insomma, una follia e un’opera d’arte semplice e costruibile da chiunque: solo fogli di carta – poco altro.
Ma che cosa significa? Perchè creare sonetti con una logica combinatoria? La risposta più seria è che la struttura e i vincoli creano libertà : è molto più semplice scrivere un numero enorme di poemi una volta che si siano posti dei vincoli sulla rima e sulla sintassi che non lasciando la mente del poeta vagare alla ricerca di spunti e stimoli.
La risposta meno seria è della stessa natura di questa brevissimo brano, sempre del nostro, che riguarda proprio l’astronomia – una sua passione del resto:
In altri termini: sii un letterato, uno scienziato, uno spazzino, un pugile serio. Quel che vuoi. Ma ricordati che l’unico strumento di vera crescita, di cultura e progresso è la risata. Più o meno, quel che diceva Dario Fo.
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