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Edu INAF presenta: Istituto di Radio Astronomia

In occasione della Settimana dell'Astronomia 2018 su Edu INAF presentiamo le sedi che costituiscono l'Istituto Nazionale di Astrofisica. Un breve testo e un video di presentazione per conoscere i luoghi dove si svolge la ricerca astronomica in Italia. In questo articolo presentiamo l'Istituto di Radio Astronomia di Bologna.

Aggiornato il 5 Giugno 2018

L’astronomia, o scienza dell’universo, è una disciplina affascinante per il grande pubblico, ma pochi conoscono le ricercatrici e i ricercatori che ne sono protagonisti tutti i giorni, i luoghi dove essi operano, e la storia di osservatori astronomici, istituti e laboratori di ricerca. Dove si svolge la ricerca astronomica in Italia? Chi sono gli astronomi di oggi e a cosa lavorano? Per rispondere a queste domande e scoprire alcune recenti novità , l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha realizzato una serie di brevi cortometraggi dedicati alle proprie strutture, in Italia e presso le Isole Canarie, che raccontano in pochi minuti anche di alcuni personaggi passati alla storia. Questi “video INAF” verranno presentati per la prima volta su questo sito in occasione della Settimana Nazionale dell’Astronomia 2018. Oggi parliamo dell’Istituto di Radio Astronomia di Bologna.

Il luogo in cui è nata la radioastronomia italiana

L’Istituto di Radioastronomia (IRA) è nato nel 1970 come Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) dal pre-esistente laboratorio di radioastronomia dell’Università  di Bologna, che era stato fondato all’inizio degli anni ’60 dai ricercatori, ingegneri e tecnici che avevano progettato e costruito il radiotelescopio “Croce del Nord” sotto la guida del prof. Marcello Ceccarelli, considerato il “padre” della radioastronomia italiana. Dal Gennaio 2005 l’IRA fa parte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
L’Istituto di Radioastronomia gestisce due stazioni osservative: una a Medicina, in provincia di Bologna, e una a Noto, in provincia di Siracusa. Le due stazioni ospitano tre radiotelescopi disponibili per l’uso da parte della comunità  scientifica nazionale e internazionale: la “Croce del Nord“, primo radiotelescopio italiano, e un’antenna di 32-m di diametro a Medicina e poi un’altra antenna, sempre di 32-m di diametro, a Noto.
IRA ha anche partecipato alla progettazione e costruzione del Sardinia Radio Telescope, inaugurato nel 2013 vicino Cagliari.
Storicamente l’IRA è il luogo in Italia in cui sono cominciate la ricerca radioastronomica e lo sviluppo delle tecnologie per le osservazioni dell’Universo in onde radio. Il ruolo dell’IRA è riconosciuto in tutto il mondo: l’Istituto è tuttora uno dei principali interlocutori per la ricerca radioastronomica in Italia ed è parte di collaborazioni internazionali sia in ambito scientifico sia tecnologico.

Scienza e tecnologia

L’attività  scientifica principale è l’astrofisica extragalattica, in particolare la fisica dei nuclei galattici attivi e delle radiogalassie. Un contributo importante riguarda anche l’astrofisica stellare e del mezzo interstellare e una terza attività  scientifica di rilievo è svolta in ambito di fisica terrestre, soprattutto ricerca geodetica. L’Istituto è molto attivo anche sui temi della più moderna astrofisica, come lo studio dei lampi gamma, dei fenomeni transienti e delle onde gravitazionali.
L’Istituto sviluppa lo stato dell’arte dell’elettronica, di sistemi tecnologici avanzati e del software per la realizzazione, manutenzione e sviluppo dei radiotelescopi distribuiti nel territorio nazionale. Le due antenne da 32 metri di Medicina e Noto sono parte della rete internazionale per l’interferometria a lunghissima base (Very Long Baseline Interferometry, VLBI). Inoltre, l’IRA è in prima linea nello sviluppo tecnologico di interferometri di nuova generazione come LOFAR e SKA.
Presso la sede IRA di Bologna è operativo un centro informatico che è specializzato in tecniche di visualizzazione di immagini e che costituisce un punto di riferimento per i servizi informatici dell’Area di Ricerca del CNR di Bologna e dello stesso INAF.
L’Istituto ospita il nodo Italiano del progetto ALMA, l’ARC (Alma Regional Center)

Alla scoperta dell’astrofisica moderna

A Marcello Ceccarelli, il primo radioastronomo italiano, è intitolato il “Centro Visite dei radiotelescopi” situato nei pressi della stazione Radioastronomica di Medicina. Qui si studiano nuove tecniche per la didattica e la divulgazione della radioastronomia, si sviluppano laboratori, exhibit hands-on e postazioni interattive sull’astrofisica multifrequenza e lo studio dell’Universo in onde radio. Il Centro ospita una sala proiezioni con sistema 3D e una mostra storica, con apparati e strumentazioni in uso presso i laboratori di ricerca dagli anni 60 a oggi.

Credits
I “video INAF” nascono da un’idea di Stefania Varano dell’Istituto di RadioAstronomia di Bologna e sono un prodotto del progetto nazionale Nuove tecnologie e attività  di laboratorio per la promozione dell’astronomia, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università  e Ricerca (MIUR) nell’ambito delle iniziative ex Legge 6/2000 (PANN15T3_00143). Il montaggio del materiale fornito da ciascuna sede si deve a Manfredi Bernardini per Science & Joy s.r.l.

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Scritto da

Stefania Varano Stefania Varano

Istituto di Radio Astronomia, Bologna

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