Aggiornato il 28 Novembre 2024
Abbiamo già scritto di un altro libro legato alla prima missione umana su Marte. In quel caso, Mars Horizon, si parlava di un romanzo a fumetti che, mescolando una descrizione plausibile della missione per tempi e impegno scientifico e tecnologico, affrontava anche il problema di come gestire il rapporto dell’equipaggio con il pianeta stesso. I problemi del vivere su Marte, però, sono molteplici e sono stati affrontati anche da un romanzo ormai diventato un classico della fantascienza moderna, L’uomo di Marte di Andy Weir.
La trama è abbastanza semplice: il protagonista, Mark Watney, astronauta della NASA, a causa di una tempesta di sabbia, non riesce a salire sulla navicella che lo avrebbe dovuto riportare sulla Terra insieme con i suoi compagni d’avventura marziana. A quel punto, novello Robinson Crusoe dello spazio, Watney inizia a sfruttare le risorse rimaste sul pianeta per sopravvivere il più a lungo possibile, cercando al contempo di comunicare con la Terra, per far capire al controllo missione di essere ancora vivo.
Weir, quindi, sviluppa il romanzo in tre location: Marte stesso, con gli sforzi di Watney per sopravvivere il più a lungo possibile; la Terra, dove la NASA cerca di elaborare la strategia migliore per salvare il suo astronauta; la navicella spaziale in rotta verso casa, dove i compagni di Watney prima passano un periodo a incolparsi per aver abbandonato il proprio amico, quindi insistono con la NASA per provare una manovra disperata per rientrare verso Marte. Questa manovra (scusate lo spoiler) non può essere portata a compimento senza la collaborazione dell’agenzia spaziale cinese, che peraltro in queste settimane marziane ha, con successo, visto l’arrivo a destinazione della sua prima missione marziana, Tianwen-1.
E questo è forse il messaggio più importante che il lettore si porta a casa alla fine della lettura de L’uomo di Marte, enfatizzato anche da quello che scrive Watney nel finale del romanzo:
Ma sì, conosco la risposta. In parte dev’essere stato ciò che rappresento: progresso, scienza e il futuro interplanetario che sogniamo da secoli. Ma fondamentalmente lo hanno fatto perchè ogni essere umano possiede l’istinto innato di aiutare il suo prossimo. Certe volte può non sembrare che sia così, ma è vero.
Quindi, più che la plausibilità scientifica e tecnologica di quanto fatto da Witney per sopravvivere, o del senso di esaltazione per i successi o della delusione per gli insuccessi del protagonista (e più in generale dell’impresa scientifica), o della speranza un giorno di colonizzare un altro pianeta, il senso del romanzo può essere riassunto in questa semplice parola: collaborazione.
Per i lettori più interessati ad approfondire il lato scientifico di The Martian, titolo originale del romanzo, ma anche del film di Ridley Scott, vi invito a seguire il video qui sotto realizzato da Amedeo Balbi:
Abbiamo parlato di:
L'uomo di Marte
Andy Wair
Newston Compton, 2015
384 pagine, brossurato – € 12,90
ISBN: 9788822709196
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