In questo inizio di 2023 Dynit porta in Italia il primo degli 8 tankobon de Il movimento della Terra, manga di Uoto incentrato sulle ricerche legate al modello eliocentrico. L’opera, però, non si identifica come una precisa ricostruzione storica dei fatti, ma piuttosto come una reinterpretazione romanzata delle atmosfere dell’epoca e delle difficoltà nel portare avanti queste idee. Non a caso l’ambientazione è una città fortificata del XV secolo nel non meglio identificato reame di “P”, che forse potremmo sovrapporre al papato dell’epoca.
La storia in questo primo volume ruota intorno a quattro personaggi: i due protagonisti, l’inquisitore Novak e il giovane studente Rafat che nel corso della vicenda cambia i suoi obiettivi di studio, da teologia ad astronomia, e due religiosi, Hubert, accusato di eresia per aver portato avanti gli studi sul geocentrismo, e padre Potocki, il mentore di Rafat.
I tre adulti hanno, ovviamente, tutti un ruolo importante nel processo di crescita di Rafat: l’inquisitore rappresenta, come ovvio, l’autorità che viene messa in discussione; Hubert, invece, ha il compito di aprire gli orizzonti al giovane; Potocki è, invece, la figura genitoriale, che cerca di mantenere il “figlio” sui binari tranquilli del mondo così come impostati dall’autorità religiosa, ma cerca al contempo anche di sostenere e fornire suggerimenti al ragazzo nel suo percorso di scoperta. Su tutto, però, aleggia l’aura di minaccia del potere religioso rappresentato dall’inquietante Novak. Quest’ultimo è l’unico personaggio a presentare una scarsità di emozioni disarmante: a parte il dialogo finale con Rafat, Novak viene rappresentato sostanzialmente con un’unica espressione di distacco, cui Uoto fornisce minime variazioni attraverso la linea delle labbra o le sopracciglia.
Il tratto del mangaka, ad ogni modo, risulta piuttosto acerbo, quasi da esordiente. Lo stesso autore, comunque, si concentra su una narrazione quanto più chiara possibile, sia dal punto della composizione della pagina (cosa che comunque non gli impedisce di proporre una griglia dinamica), sia dal punto di vista della caratterizzazione grafica dei personaggi. D’altra parte il manga non rinuncia a spiegare concetti scientifici fondamentali per il modello eliocentrico, e in molte battute riecheggiano le parole e gli insegnamenti di Copernico (o Mikołaj Kopernik in polacco) e di Galileo Galilei. Risulta quindi più che giustificata la necessità di uno stile quanto più chiaro possibile, soprattutto perché, Hubert a parte che mantiene una ben precisa caratterizzazione dall’inizio alla fine, gli altri tre personaggi vengono scoperti, qualcuno più e qualcuno meno, con il procedere della storia.
A emergere, alla fine, è soprattutto la forza e la determinazione di Rafat, attraverso il quale Uoto propone al lettore una visione moderna della scienza, fatta come la costruzione progressiva di sempre nuove conoscenze che vanno ad aggiungersi a quelle precedenti, integrandole o correggendole. Tutto questo trova la sua massima espressione in questa particolare battuta che Rafat rivolge all’inquisitore:
Una battaglia che, come oggi sappiamo, era persa in partenza: la conoscenza e il suo progredire non possono essere arginate o controllate, non per lunghi periodi almeno, come lo stesso finale del volume suggerisce.
Uoto, quindi, realizza un’opera che ha ben poco della cronaca storica dettagliata, ma che ha tanto del racconto appassionato. Il racconto di una delle più grandi “rivoluzioni” scientifiche della Terra.
Abbiamo parlato di:
Il movimento della Terra, vol.1
Uoto
Traduzione di Loris Usai
Dynit, gennaio 2023
160 pagine, brossurato, b/n – € 12,9
ISBN: 9788833553542
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