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Morte dai cieli

L'universo, in realtà, vuole ucciderci! Scopriamo tutte le fonti di pericolo per il pianeta in Death from the skies di Philip Plait

Aggiornato il 1 Giugno 2022

The universe is trying to kill you.Philip Plait, Death from the skies

L’universo è il posto più pericoloso che si possa immaginare. Ci sono molti pericoli che lo attraversano: asteroidi e comete, supernove, emissioni di raggi gamma (gamma ray burst), persino la nostra stessa stella, il Sole. Ognuna di queste sorgenti di pericolo (e molte altre) è stata esaminata nei nove capitoli di Death from the skies, libro del 2009 di Philip Plait mai uscito in italiano. Ognuno dei capitoli viene introdotto da un breve racconto in cui Plait descrive un possibile scenario legato al pericolo esaminato in quel capitolo, come ad esempio il caso in cui la Terra venga colpita da una cometa o da un asteroide gigantesco, come ad esempio quello che ha lasciato il Meteor Crater in Arizona o quello che ha causato l’estinzione dei dinosauri.
Per prevenire un brutto incontro con un oggetto particolarmente grande, i fisici hanno proposto diverse soluzioni: scorrendo la lista si trovano bombe nucleari, un impatto con oggetti artificiali (vedi ad esempio il DART, Double Asteroid Impact Test della NASA, che avrà il compito di schiantarsi contro un asteroide, mentre i dati verranno raccolti da LICIA, Light Italian Cubesat for Imaginc of Asteroids dell’ASI) o tentare di modificarne la traiettoria utilizzando la forza gravitazionale di un altro asteroide. Quest’ultima soluzione è stata proposta dalla B612 Foundation, ma, come anche le altre, presenta una serie di difficoltà che, però, non ne inficia l’elemento essenziale: è tecnicamente realizzabile con la tecnologia a nostra disposizione ora!
Alcuni dei possibili problemi sono legati al fatto che l’oggetto potrebbe spaccarsi in pezzi troppo grandi da venire distrutti dall’attrito dell’atmosfera terrestre, mentre applicare metodi che implicano soluzioni gravitazionali necessita un controllo molto preciso della gravità. La scelta, quando un asteroide particolarmente grosso ci viene contro, è evidentemente tra distruggere l’oggetto o deviarlo. Nel primo caso dobbiamo tenere conto del fatto che dovremo poi fare i conti con un numero di pezzi alti, alcuni dei quali ancora non sufficientemente piccoli da venire disintegrati dall’attrito con l’atmosfera terrestre. Nel secondo caso, invece, il classico problema dei tre corpi ha dimostrato, negli anni, che la natura caotica di un sistema gravitazionale a più corpi rende particolarmente semplice la perturbazione di un sistema stabile e dunque particolarmente delicata la perturbazione dell’orbita di un asteroide che sta viaggiando contro la Terra.
Esistono anche altri nemici che dobbiamo tenere in conto, come le radiazioni del Sole o quelle provenienti dalle esplosioni delle supernove. In quest’ultimo caso, però, la probabilità di essere colpiti da queste radiazioni è, all’incirca, 1/10000000.
Plait, però, considera anche la possibilità di un attacco alieno, approfondendo così la questione della vita nell’universo. L’ottica, però, non è quella di vita complessa e intelligente, ma un attacco più sottile e subdolo, quello proveniente da eventuali microorganismi presenti su asteroidi o comete. Le probabilità, però, sono comunque piuttosto basse, poiché tali organismi devono prima sopravvivere al passaggio dall’atmosfera terrestre, inoltre per portare danni alla vita sulla Terra dovrebbero anche essere in grado di interagire con il DNA degli esseri viventi del nostro pianeta, incluso l’uomo.
La questione ultima a cui, in qualche modo, Death from the skies prova a rispondere è la domanda “Siamo condannati?”. E la risposta è, può piacere o meno, “Sì. Siamo condannati”. Tutto questo, però, è raccontato da Plait in maniera ironica e si conclude con un messaggio di ottimismo: la nostra sola speranza è riposta nella scienza e nella conoscenza. Sono questi gli strumenti che possono fornirci una possibilità di fuga da questo universo o di far ripartire l’espansione dell’universo ricreando un piccolo big bang, magari accando a un buco nero, o più semplicemente trovare conferma che la vita nell’universo ritornerà in un qualche altro modo. E questo perché nulla è per sempre, nemmeno la morte dell’universo!

Abbiamo parlato di:
Death from the skies
Philip Plait
Penguin Books, 2009
numero pagine pagine, brossurato – $8.35
ISBN: 9780143116042
Prezzo ricavato dal sito Amazon, dove è possibile acquistare una versione digitale

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l’Università della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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