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Il paese delle pellicce

Per la serie dei Viaggi AstroStraordinari, un nuovo romanzo di Jules Verne, Il paese delle pellicce, sulle tracce dell'eclissi solare e di altri fenomeni astronomici.

Aggiornato il 5 Ottobre 2022

Frontespizio dell’edizione originale

Ecco uno dei romanzi tra i più avvincenti di Jules Verne, edito nel 1873, dove le avventure e gli imprevisti si susseguono senza sosta.
Nella primavera del 1859, partendo dal Forte Reliance, nell’odierno Canada, un gruppo di soldati e cacciatori capeggiati dal tenente Hobson, si avventura tra i ghiacci artici. L’obiettivo è quello di fondare il centro commerciale di pellicce pregiate nel luogo più a nord del paese, oltre il 70° parallelo di latitudine, per conto della Compagnia delle Pellicce della baia di Hudson, desiderosa di estendere il suo monopolio. Nel gruppo anche un’impavida viaggiatrice, la signora Barnett, e l’astronomo Tommaso Black, con il quale non era possibile alcuna conversazione se non si parlava di stelle o costellazioni, addetto all’osservatorio di Greenwich, specializzato in bolidi e stelle cadenti.
Ma perchè mai questo scienziato avrebbe dovuto affrontare un lungo e freddo viaggio al circolo polare? Per osservare in condizioni particolari l’eclissi totale di Sole che si sarebbe verificata, secondo le effemeridi, il 18 luglio 1860, un’occasione che non avrebbe perso per nulla al mondo. Era noto che durante le eclissi di Sole la Luna viene circondata da un’aureola luminosa e Tommaso Black, insieme ad altri scienziati dell’epoca, voleva stabilire se si trattasse di un effetto della rifrazione dei raggi solari o di un altro fenomeno ancora sconosciuto.
Dopo un lungo viaggio il tenente Hobson e i suoi compagni, arrivati al 70° parallelo, trovano un luogo adatto per la costruzione del fortino voluto dalla Compagnia. Una zona dove abbondano le prede dal manto pregiato, dalle volpi argentate alle martore, dove il cibo, l’acqua e il legno sono di facile reperimento.
Nel romanzo, oltre ai riferimenti all’eclissi di Sole, vengono descritti altri fenomeni che si osservano a quelle latitudini, come le notti polari, le aurore boreali e i paraseleni.
Ma quel 18 luglio, contrariamente alle previsioni, l’eclissi che osservano con i vetri oscuranti non è totale. Qualcosa non va e ben presto i componenti di quella spedizione si rendono conto di essere in grave pericolo, dove le ore e i minuti diventeranno fondamentali per la loro salvezza.
Se la caveranno anche grazie a un’idea dell’astronomo Tommaso Black… buona lettura!

Curiosità

Eclissi totale di Sole

Eclissi solare (via commons)

Fenomeno relativamente raro da osservare, che si verifica quando la Luna si allinea e si interpone tra la Terra e il Sole. Se la Luna non si interpone perfettamente si parlerà di eclissi parziale. Quelle totali sono visibili solo in una stretta fascia della superficie terrestre lunga circa un migliaio e larga mediamente un centinaio di chilometri, cioè dove ricade il cono d’ombra proiettato sulla Terra. Dai luoghi ad essa adiacenti si vedrà un’eclissi parziale.
Durante un’eclissi totale è possibile studiare la cromosfera e la corona solare, ovvero le regioni più esterne dell’atmosfera solare, in quanto il nostro satellite copre quasi esattamente tutto il disco della stella per un fortuito effetto di prospettiva (le dimensioni apparenti del Sole e della Luna, posti a distanze ben diverse dalla Terra, sono quasi identici). La prossima eclissi totale di Sole avverrà il 2 luglio 2019; sarà visibile dall’America del Sud e dall’Oceano Pacifico meridionale, mentre per osservare un’eclissi totale di Sole dall’Europa occorrerà aspettare il 3 settembre del 2081.

La più antica eclissi solare mai registrata

I ricercatori pensano che sia avvenuta il 30 Ottobre 1207 a.C., interpretando l’evento menzionato nel Libro di Giosuè dell’Antico Testamento, il quale riporta che, dopo aver guidato il popolo di Israele a Canaan, Giosue pregò così:

Sole, fermati in Gabaon e tu, Luna, sulla Valle di Avalon. E il Sole si fermò e la Luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici.

Vignetta di Dave Granlund sul’eclissi del 21 agosto 2018

L’eclissi del 18 luglio 1860

Fotografia della spedizione nel Deserto di Las Palmas

Nel romanzo c’è un capitolo riferito a questo evento. In Europa una ricca documentazione del fenomeno si ebbe soprattutto da parte dell’astronomo gesuita Angelo Secchi (Reggio nell’Emilia, 1818 – Roma, 1878) e da Giovan Battista Donati (1826-1873) dell’Osservatorio astronomico di Firenze, i quali organizzarono una spedizione scientifica in Spagna con due postazioni: una nel Deserto spagnolo di Las Palmas e una a Torreblanca. I due, inoltre, furono dei pionieri della spettroscopia stellare e fautori della fotografia applicata agli studi astronomici. Infatti Secchi fu uno dei primi astronomi a scattare, in quel luglio 1860, fotografie di una eclissi totale di sole, dimostrando che le protuberanze solari sono un fenomeno fisico e non un’illusione ottica. Alla spedizione parteciparono anche Pietro Tacchini, Giuseppe Lorenzoni, Arminio Nobile, il prof. Francesco Carlini, e i fotografi e astrofili Ernst Wilhelm Tempel e Warren De La Rue.
L’eclissi del 1860 fu visibile in una striscia di territorio che attraversava il Nord-Est degli Stati Uniti, il Canada, la Spagna, l’Algeria, la Libia, il Sudan. La zona più a Nord di migliore visibilità fu il Labrador, a 60° di Latitudine Nord, non il Capo Bathurst del quale si parla nel romanzo.
Ad Angelo Secchi, direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano, in occasione del bicentenario dalla morte, sono state dedicate numerose iniziative nel 2018.

Francobollo dedicato ad Angelo Secchi

Verne cita le date delle eclissi totali fino al 1900, compresa quella del 1870 visibile dalla Sicilia, dove si organizzò una spedizione alla quale parteciparono la maggior parte degli astronomi sopra citati. Nell’ottobre del 1871 questi diedero vita alla “Società degli Spettroscopisti Italiani” (oggi Società Astronomica Italiana) istituita per monitorare l’attività solare attraverso osservazioni compiute contemporaneamente con gli spettroscopi in diverse sedi astronomiche.
Attraverso la spettroscopia è possibile capire la natura di tutti quegli oggetti celesti che emettono luce, e parametri fisici come ad esempio la temperatura e la composizione chimica di una stella. Grazie a questa tecnica è stata scoperta per la prima volta, nel 1868, durante un’eclissi totale, l’esistenza dell’elemento chimico Elio nell’atmosfera solare; inoltre è stato compreso che i gas della corona solare possono raggiungere temperature di milioni di gradi.

Fenomeni naturali e termini astronomici

Effemeridi: tabelle di calcoli astronomici per determinare la posizione di stelle e pianeti in un certo momento.
Notte polare: si verifica ai circoli polari, quando il Sole, durante il giorno, rimane sotto l’orizzonte. Questo a causa dell’inclinazione dell’asse terrestre e dei moti della Terra.
Aurora polare (boreale o australe): è un fenomeno ottico dell’atmosfera dovuto alle particelle cariche del vento solare che interagiscono con l’atmosfera terrestre (ionosfera), dando origine in cielo a strisce di colore rosso, azzurre e verdi. Esse sono visibili nella zona intorno ai poli magnetici ma a volte anche a latitudini minori.
Paraselene: fenomeno luminoso che appare nell’alone della Luna, dovuto alla rifrazione di cristalli di ghiaccio nelle nubi che la circondano.

Notte polare a Longyearbyen (via commons)
Aurora boreale sul Bear Lake, Alaska, 2005 (via commons)
Paraselene sopra l’Osservatorio dell’Università dell’Alabama (via commons)

Abbiamo parlato di:
Il paese delle pellicce
Jules Verne
Traduzione di Clara Minola
Ugo Mursia Editore, 1989
296 pagine, cartonato – 13,30 €

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