Aggiornato il 1 Giugno 2022
Con la caduta del nazifascismo, i risultati ottenuti nel campo della missilistica da parte degli scienziati tedeschi vennero acquisiti dalle due superpotenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, Stati Uniti e Unione Sovietica. Da un lato grazie ai transfughi tedeschi Hermann Oberth e Wernher von Braun, entrambi fisici, che si consegnarono spontaneamente agli statunitensi, mentre dall’altro i sovietici riuscirono a impossessarsi della fabbrica di Peenemünde che realizzava i famigerati V2 tedeschi: i due programmi spaziali avevano così trovato i rispettivi punti di partenza.
Come abbiamo visto in occasione della ricorrenza del lancio dello Sputnik, il programma sovietico ebbe inizio con gli studi pionieristici nel campo dell’astronautica di Konstantin Ėduardovič Ciolkovskij, che furono la base di partenza per la progettazione e la gestione dei vari progetti spaziali affidati all’ingegnere Sergej Pavlovič Korolëv.
Sotto la sua guida i russi ottennero una lunga serie di successi che misero in grave difficoltà gli Stati Uniti: in particolare il 12 aprile del 1961 venne lanciato in orbita il primo essere umano. Era Jurij (o Yuri) Gagarin, diventato la prima scelta per questa storica missione al posto di Gherman Stepanovich Titov (che successivamente sarebbe diventato il quarto uomo nello spazio). Al suo rientro sulla Terra divenne in brevissimo tempo un eroe planetario. A causa della guerra fredda, però, molti dettagli sia sulla missione sia sulla sua biografia, restarono sostanzialmente ignoti, a parte le apparizioni pubbliche fuori dalla “cortina di ferro“. Così, almeno fino all’avvento di Gorbaciov, non si seppe nulla delle circostanze della sua morte o dei presunti disturbi mentali di cui soffrì dopo il rientro (1)Vedi russiapedia.rt.com.
Da quassù la Terra è bellissima, il romanzo a fumetti di Toni Bruno che nel titolo riprende la storica citazione di Gagarin, si concentra soprattutto sulle difficoltà psicologiche del primo volo nello spazio, in particolare la gestione del rientro e i conseguenti disturbi psichici. L’autore, però, elimina qualunque riferimento storico esplicito: pur se il contesto e l’atmosfera sono chiari al lettore, i nomi dei protagonisti sono opportunamente modificati rispetto a quelli storici, ma ciò non impedisce di riconoscere il ruolo interpretato da ciascun “caratterista“. La scelta di Bruno, nel complesso, è abbastanza comprensibile: l’impossibilità di verificare molti dei dettagli dell’epoca potrebbe rendere il racconto non completamente aderente alla realtà storica. Ad esempio l’esistenza del signor Jones, lo psicologo statunitense assoldato dai sovietici per supportare Smirnov, il nome dietro cui si nasconde il personaggio storico di Gagarin, non è verificata in nessuna fonte. Il ruolo di Jones, però, risulta fondamentale nella narrazione: è da un lato l’elemento che stimola l’astronauta a superare il “vicolo cieco” in cui si trova e dall’altro fornisce un punto di vista esterno sulle dinamiche politiche, sociali e militari dell’Unione Sovietica dell’epoca.
Bruno, infatti, non rinuncia a descrivere il contesto storico in maniera quanto più fedele possibile, mescolando insieme scene oniriche con altre di vita quotidiana, i pesanti addestramenti presso il cosmodromo, le inquietanti discussioni politiche dietro le vicende narrate. Per comporre questo affresco, l’autore adotta una struttura ordinata della pagina con una colorazione piatta e realistica, con l’aggiunta di effetti cromatici in momenti particolari, in particolare le visioni di Smirnov/Gagarin, coperte da un velo che attenua la colorazione, o le riunioni politiche, dominate dai toni rossi. Il tratto, abbastanza realistico per gli sfondi, risulta fortemente influenzato da Jordi Bernet e particolarmente efficace nella rappresentazione delle espressioni facciali, soprattutto nei momenti umoristici. Evidente, poi, il lavoro di approfondimento iconografico realizzato dal fumettista per la costruzione dell’ambientazione, mentre il ritmo della storia risulta abbastanza efficace in quasi ogni scena. Unica eccezione l’unica porzione del racconto in cui Bruno prova a sovrappore tre sottotrame distinte che forse avrebbe giovato di una costruzione della pagina meno classica e ordinata.
Nel complesso un’ottima opera, fresca, interessante e ben costruita che per certi versi completa e arricchisce il Laika di Nick Abadzis.
Abbiamo parlato di:
Da quassù la Terra è bellissima
Toni Bruno
Bao Publishing, 2016
208 pagine, cartonato, colore – 20,00 €
ISBN: 9788865436639
Note
↑1 | Vedi russiapedia.rt.com |
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