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I re del Sole: storia di una ricerca stellare

"I re del Sole" di Stuart Clark è un appassionante racconto sullo studio del Sole e degli astronomi che hanno cercato di capire come funziona la nostra stella.

Aggiornato il 1 Giugno 2022

Versione riveduta e ridotta di una recensione precedentemente pubblicata sul blog Science Backstage

Era l’1 settembre del 1859 quando Richard Carrington osservò uno dei più grandi e importanti brillamenti solari a memoria d’uomo. La Terra venne investita da un’intensa attività  magnetica, che a occhio nudo si manifestò attraverso intense e bellissime aurore boreali, visibili anche a latitudini inconsuete, come ad esempio a Lunenburg dove vennero osservate da William Rogers, che ne tracciò un resoconto quantomai dettagliato.
L’11 novembre dello stesso anno, Carrington insieme con Richard Hodgson, di fronte alla Royal Astronomical Society, lesse il suo resoconto dell’osservazione allegando anche le immagini tracciate a mano durante l’evento. L’avventura degli astronomi che si occuparono del Sole, però, mosse i primi passi sul finire del 1700 in contemporanea con l’inizio dell’epopea della famiglia Herschel, una delle più importanti schiatte di astronomi.
Con grande lucidità  e intelligenza, con passione e con un ritmo che cattura il lettore nella lettura, Stuart Clark ne I re del Sole ci accompagna attraverso i misteri dell’osservazione solare. Lo studio del Sole è uno degli aspetti dell’astronomia e dell’astrofisica tra i più difficili: le difficoltà  sono dovute all’attività  solare superficiale della nostra stella, sia quella visibile (brillamenti, eruzioni, macchie solari), sia quella invisibile (vento solare, emissione del campo magnetico); queste attività  non sono completamente comprese, anche a causa della nostra non perfetta conoscenza sull’interno del Sole. La sua struttura interna, infatti, viene ricavata a partire dai dati rilevati dall’esterno e da come questi si adattano ai modelli noti. A complicare il tutto c’è anche l’influenza che il Sole ha sulla Terra, un’influenza legata sia alla quantità  di energia che rilascia verso il nostro pianeta, sia all’interazione dei due campi magnetici, quello solare e quello terrestre.
Il primo ad aver intuito un legame tra il clima della Terra e l’attività  solare fu William Herschel, che propose una teoria abbastanza curiosa: secondo l’astronomo il Sole era un luogo abitato da esseri vivienti, nè più nè meno come la Terra(1)Kawaler, S., & Veverka, J. (1981). The Habitable Sun-One of Herschel, William’s Stranger Ideas. Journal of the Royal Astronomical Society of Canada, 75, 46. BibCode: 1981JRASC..75…46K. Herschel, però, era soprattutto uno dei migliori costruttori di telescopi, oltre ad aver avuto la grande intuizione di collegare l’attività  solare con il clima terrestre. Per verificare questa idea confrontò l’attività  solare degli anni precedenti con il prezzo del grano, un indicatore riguardo la quantità  di grano prodotta ogni anno.

Una delle prime foto di un’eclissi solare tratta da On the solar total eclipse of July 18th, 1860 observed at Rivabellosa, near Miranda de Ebro, in Spain di Warren De La Rue

La prima parte del libro è, quindi centrata su William Herschel e sul figlio John Herschel(2)E’ interessante osservare come la Great Moon hoax, orchestrata nell’agosto del 1835 dal giornalista Richard Adams Locke secondo cui la Luna era abitata, era stata associata proprio a John Herschel per fornire l’iniziale credibilità  della presunta scoperta, suo ultimogenito che raggiunse una fama anche superiore a quella del padre, tessendo i collegamenti con altre discipline e altri scienziati dell’epoca, mostrando così la natura multidisciplinare dell’astronomia moderna: ecco allora tra gli studiosi del Sole fare capolino personaggi come Alexander von Humboldt, uno dei primi climatologi; Edmond Halley, l’astronomo che ha dato il suo nome a una delle più famose comete in assoluto; Samuel Heinrich Schwabe, farmacista tedesco e astronomo amatoriale, le cui decennali osservazioni sarebbero state estremamente utili ai re del Sole.
La seconda parte è, invece, centrata sul già  citato Richard Carrington, figura particolare che anima il resto del libro non solo per il suo talento, ma anche per una vita particolarmente interessante: astronomo brillante sempre in lotta con il potere, che gli nega i fondi o gli fornisce cifre inferiori alle sue attese, è spesso messo in secondo piano nonostante i risultati e le pubblicazioni. A questo sono da aggiungere anche i problemi familiari con il fratello, personaggio ingombrante nella vita di Carrington che si rivelò essere l’amante della moglie, Esther Clarke Aplin.
Clark, però, non si ferma alla tragica figura di Carrington e, seguendo le gesta dei suoi eredi, in particolare Edward Walter Maunder e la moglie Annie Russell, continua nel suo appassionante racconto delle ricerche solari fino all’arrico dell’era moderna, caratterizzata dai satelliti artificiali in orbita intorno al Sole per raccogliere i dati provenienti dalla sua superficie, necessari per sperare di comprendere le dinamiche interne della nostra stella e il suo legame con il clima terrestre. Solo così è stato possibile quantificare in maniera sempre più precisa e inequivocabile il contributo antropico al cambiamento climatico.

Abbiamo parlato di:
I re del Sole. Il racconto dell'astronomia moderna
Stuart Clark
Traduzione di Giorgio Panini
Einaudi, 2009
292 pagine, cartonato – € 25,00
ISBN: 9788806184186

Note

Note
1 Kawaler, S., & Veverka, J. (1981). The Habitable Sun-One of Herschel, William’s Stranger Ideas. Journal of the Royal Astronomical Society of Canada, 75, 46. BibCode: 1981JRASC..75…46K
2 E’ interessante osservare come la Great Moon hoax, orchestrata nell’agosto del 1835 dal giornalista Richard Adams Locke secondo cui la Luna era abitata, era stata associata proprio a John Herschel per fornire l’iniziale credibilità  della presunta scoperta

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l'Università  della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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