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Figli dello stesso cielo

Il razzismo e il colonialismo raccontati ai ragazzi

Aggiornato il 28 Novembre 2024

Figli-ddello-stesso-cielo-libroDevi sapere, cara nipote, che colonialismo fa rima con egoismo. È uno dei concetti che nonno Omar cerca di trasmettere a una giovane Igiaba, che il nonno non l’ha mai conosciuto ma lo incontra, undicenne e curiosa, in sogno. Un sogno che attraversa la città  di Roma, sconfinando nel tempo e nello spazio verso i territori che, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà  del Novecento, sono stati colonizzati dall’Italia.
È lungo questo sogno che si snoda Figli dello stesso cielo "“ Il razzismo e il colonialismo raccontati ai ragazzi, il primo libro per young adults di Igiaba Scego, scrittrice italiana nata a Roma da famiglia di origini somale, autrice di numerosi romanzi tradotti anche all’estero, tra cui La linea del colore (2020), Adua (2015) e La mia casa è dove sono (2010), vincitrice del Premio Napoli nel 2020, del Premio Viareggio – Rèpaci e del Premio Matilde Serao nel 2021.
Attraverso i racconti del nonno, che dipingono la Somalia di inizio Novecento e l’avvento degli italiani in Africa orientale, qualche decennio prima, tra battaglie i cui nomi si studiano a scuola ma forse non abbastanza, come quelle di Dogali del 1887 e di Adua del 1896. E attraverso i luoghi della Capitale, dalla stele commemorativa proprio della battaglia di Dogali, che ancora campeggia a pochi passi dalla stazione Termini ma rimane sconosciuta a tanta parte della popolazione romana, fino al ponte Principe Amedeo Savoia Aosta, non lontano dal Vaticano, eretto negli anni Quaranta e dedicato all’allora vicerè di Etiopia "“ luoghi a cui peraltro Scego ha dedicato, insieme al fotografo Rino Bianchi, il volume Roma Negata (2014).
La leggerezza scandita dalla complicità  tra nonno e nipote fa da contraltare alle atrocità  sciorinate con grande lucidità  nella narrazione. Prende così forma un quadro dell’impresa coloniale italiana in Africa, dall’Eritrea e Somalia alla Libia, fino all’invasione dell’Etiopia. Impresa iniziata solo pochi anni dopo l’unità  nazionale, con la neonata Italia che, entrata ormai nel “club” delle potenze europee, non intende restare fuori dalla spartizione della “torta” africana decretata a Berlino nel 1884. Impresa che precede di quasi mezzo secolo l’avvento del fascismo, che con esso continua, si espande e raggiunge i picchi più atroci ma con il quale viene spesso, erroneamente, identificata tout court.
Il libro, indirizzato a ragazze e ragazzi dai dieci anni in su, racconta alcune delle pagine più buie della storia italiana. Pagine evidenti nella topografia delle nostre città , presenti nelle memorie familiari, che risuonano nei versi di canzoni, nei personaggi di fumetti e addirittura nei nomi di prodotti di consumo, alcuni ancora in commercio, ma a tutti gli effetti sopite, dimenticate o forse, a dirla tutta, nascoste, in un processo di rimozione collettiva che va avanti da oltre settant’anni. Nel raccontarle a chi forse le incontra per la prima volta, Scego traccia a chiare lettere le ripercussioni di ieri e di oggi sulla vita di cittadini, italiani e non, di origine africana.
Vale la pena menzionare una di queste ripercussioni: quella sulla scuola. Già , perchè i figli dello stesso cielo di allora, gli studenti italiani e somali sotto l’amministrazione coloniale italiana, non avevano gli stessi diritti. Durante il fascismo, ai somali "“ ma lo stesso valeva anche per eritrei e libici "“ era vietato proseguire la scuola oltre la quarta elementare.
Il divieto di completare gli studi, sotto il colonialismo italiano, ha negato a intere popolazioni il fondamentale diritto all’istruzione, la gioia di imparare, le opportunità  di un futuro rimasto in potenza. Tra loro, Ali Scego, figlio dell’Omar voce narrante e padre dell’autrice, a cui il libro è dedicato, che da bambino sognava di diventare un astronomo per scoprire nuove stelle e osservare galassie lontane nell’immenso universo. Un sogno che come tanti, troppi, non potè coronare. Autodidatta, divenne poi ministro della Somalia indipendente, e da rappresentante di quella bandiera azzurra come il cielo con al centro proprio una stella si battè in modo speciale per il diritto all’istruzione del suo popolo.
Da astronoma, questo episodio mi ha fatto particolarmente male. Immaginare una mente brillante, uno scienziato che, in un universo parallelo, sarebbe potuto essere stato nostro docente, nostro mentore. Una mente di tante, a cui una legge ingiusta e un sistema razzista hanno impedito di realizzarsi liberamente. Per questo ritengo urgente leggere questo libro nell’Italia di oggi, in famiglia oppure a scuola, anche e soprattutto in un’aula di scienze. Perchè se alcuni tra gli orrori più brutali del colonialismo sono retaggio del passato, i loro effetti si propagano tuttora, dalle disuguaglianze dell’economia globale alle limitazioni alla libera circolazione di chi è nato nel Sud del Mondo, fino alle leggi razziste che regolano l’accesso alla cittadinanza in molti paesi, non ultimo il nostro.

Ecco perchè è importante conoscere la storia del colonialismo. Perchè non è ancorata al passato, ma ha conseguenze nel presente. Le migrazioni di oggi seguono le linee coloniali del passato.

Abbiamo parlato di:
Figli dello stesso cielo
Igiaba Scego
Piemme, ottobre 2021
191 pagine, brossurato – 14,00 €
ISBN: 978-88-566-8226-7

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Scritto da

Claudia Mignone Claudia Mignone

Astrofisica e comunicatrice scientifica, tecnologa all'Istituto Nazionale di Astrofisica.

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