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Caccia alla meteora

Aggiornato il 1 Giugno 2022

Frontespizio dell’edizione originale

Giovani turisti della fantascienza, questa volta il corpo celeste che ispira il romanzo è una meteora, ma, ovviamente, del tutto particolare.
Il 19 aprile di un anno imprecisato di fine Ottocento, sui giornali americani si legge che due giorni prima “alle nove, diciannove minuti e nove secondi della sera, un bolide di grande volume ha attraversato lo spazio nella parte occidentale del cielo, a velocità vertiginosa“. Lo strano caso vuole che questa meteora venga scoperta nella città di Whatson, lo stesso giorno e alla stessa ora sia dal signor Dean Forsyth, secondo l’osservatorio astronomico di Pittsburgh, sia dal dottor Sydney Hudelson, secondo l’osservatorio di Cincinnati.
La paternità di tale scoperta sarà motivo di rivalità tra i due astrofili.
La notizia si diffonde nel mondo e non si fa altro che puntare i telescopi verso quel bolide che gira intorno alla Terra da non si sa quanto tempo e che segue… un’orbita chiusa! Esiste l’eventualità che possa cadere? Sì. I calcoli degli astronomi indicano che quel bolide dalla vivissima luce ha un diametro di 57 metri, un volume di 97.000 metri cubi e un peso di 1.867.000 tonnellate. In quale parte della Terra cadrà? Il panico generale che si scatena per timore dell’imminente impatto si trasforma ben presto in cupidigia umana, quando si viene a sapere che la meteora è fatta di un prezioso metallo: oro puro. Valore economico: 5.788 miliardi di franchi. I due rivali ora rivendicano anche la proprietà di quel bolide. La caccia alla meteora è aperta, in particolare un altro personaggio, un genio delle fisica e della matematica, Zeffirino Xirdal, escogita un modo per appropriarsi di quell’enorme massa d’oro. Come farà? Ci riuscirà? Lasciamo a voi scoprirlo leggendo il libro.

Curiosità

Bolidi nello spazio

Bolide è il nome generico di quelle meteore (o stelle cadenti) che appaiono in cielo con scia particolarmente brillante, larga e persistente, a volte accompagnati da rumori simili a tuoni lontani: si tratta di blocchi o frammenti di comete, asteroidi o altri corpi del Sistema Solare, che diventano luminosi nell’attraversare la parte più densa dell’atmosfera terrestre. Se tali “proiettili cosmici” riescono a raggiungere il suolo, superando l’atmosfera senza esplodere o frantumarsi completamente, sono chiamati meteoriti. La caduta di meteoriti abbastanza grandi può provocare effetti catastrofici e generare i cosiddetti crateri da impatto. I meteoriti vengono classificati in base alla loro composizione rocciosa o metallica. In particolare, quelli metallici contengono principalmente ferro e nichel. Da alcuni anni, lo sfruttamento minerario degli asteroidi è diventato un serio oggetto di studio. Alcuni di questi corpi celesti contengono effettivamente metalli preziosi, come oro, argento e platino, ma anche molti altri elementi chimici (tra cui iridio, osmio, palladio, rodio) relativamente rari sulla Terra.

Meteor Crater, Arizona, largo circa 1.200 metri, profondo 170, generato 49.000 anni fa dall’impatto di una meteorite ferrosa del diametro di circa 46 metri.

Sull’argomento Jules Verne consultò molto probabilmente il testo Les Météores di Élie Margollé e Frédéric Zurcher (1869) e Histoire des météores et des grands phénomènes de la nature di Jean Rambosson (1870). Inoltre probabilmente vide o comunque venne a conoscenza del bolide che attraversò i cieli della cittadina di Picquigny, a poci chilometri dalla città dello scrittore, Amiens, il 16 agosto del 1901. Nel romanzo sono ricordate anche diversi meteoriti cadute nel corso della storia.

In quel di Amiens

La casa di Dean Forsyth dall’edizione originale de “la caccia alla meteora” illustrata da George Roux (vedi altre illustrazioni su jv.gilead.org.il)
Casa di Jules Verne nel 1900 – via commons
Casa di Jules Verne nel 2012 – via commons
Amiens, Place du Maréchal Joffre, scultura di Albert Roze

L’osservatorio di uno dei protagonisti, Dean Forsyth, illustrato da George Roux, rappresenta la torre della casa di Verne ad Amiens, oggi aperta ai visitatori. In questa cittadina l’autore viene celebrato anche con questa scultura che lo vede insieme a giovani assorti nella lettura.

Aggiornamenti e dediche

Michel Verne

La caccia alla meteora venne pubblicato postumo nel 1908, completato e modificato rispetto al manoscritto originale, ritrovato nel 1986, dal figlio di Jules Verne, Michel (1861-1925), soprattutto nelle parti relative ai calcoli dell’orbita e della velocità del bolide. Per esempio, quando Zeffirino Xirdal studia un metodo per appropriarsene, Michel fa riferimento all’equivalenza materia-energia, \(E = mc^2\), alla quale Albert Einstein aveva dedicato uno dei suoi più famosi articoli nel 1905.
Inoltre, nel libro si parla di analisi spettrale del bolide. La spettroscopia è una metodologia di studio della composizione chimica di oggetti che emanano luce propria o riflessa. La tecnologia necessaria a tale scopo si sviluppa nella seconda metà dell’Ottocento, ed è quindi ai suoi albori ai tempi di Jules Verne. Alcuni studiosi italiani sono stati protagonisti di questo progresso scientifico, come raccontato nello spettacolo teatrale e mostra Starlight, La nascita dell’astrofisica in Italia.
Gli astronomi hanno dedicato a Jules Verne tre asteroidi, 1640 Nemo, scoperto nel 1951, 5231 Verne, scoperto nel 1988, e 9769 Nautilus, scoperto nel 1993, e uno dei più importanti crateri sulla faccia nascosta della Luna, il cratere Jules Verne, dal diametro di 143 km, a ovest del Mare Ingenii. Infine anche un veicolo di trasferimento automatico con la stazione orbitante è stato chiamato Jules Verne.

Cratere lunare “Jules Verne
Il veicolo di trasferimento automatico “Jules Verne” mentre rientra nell’atmosfera il 29 settembre del 2008

Abbiamo parlato di:
La caccia alla meteora
Jules Verne, Michel Verne
Traduzione di Vincenzo Brinzi
Mursia Editore, ottobre 2015
175 pagine, cartonato – 13,30 €
ISBN: 9788842589983

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