Aggiornato il 28 Novembre 2024
nel buio, e l’universo mi rivela
un altro dei suoi segreti, dico i nomi
delle mie tante, perdute sorelle, dimenticate
nei libri che ricordano
la nostra scienza…
Non dobbiamo, però, pensare alla scienza in termini moderni. Come ricordò Giulio Giorello in un incontro tenutosi all’Accademia di Brera alcuni anni fa e cui ebbi il piacere di assistere, l’astronomia e l’astrologia erano strettamente legate in origine. D’altra parte, proprio come ci ricorda uno studio attento dei calendari, l’osservazione delle stelle aveva spesso uno scopo calendarico e meteorologico: prevedere l’alternanza delle stagioni o, nel caso specifico dell’Antico Egitto, le esondazioni del Nilo.
Non ci sono molte fonti sulle osservazioni astronomiche egiziane e, in particolare, su quelle di Aganice. Effettivamente, come ricorda sempre Bernardi, ciò che sappiamo è giunto fino a noi grazie al Libro di Nut, da cui si evincono i legami tra astronomia e religione, e in cui sono descritte diverse osservazioni astronomiche. Altre testimonianze di questa attività sono poi state trovare nelle pitture rinvenute all’interno di tombe e piramidi.
Non dobbiamo poi dimenticare il legame dell’astronomia egiziana con quella mesopotamica, in particolare babilonese: d’altra parte tutte le costellazioni zodiacali hanno proprio un’origine babilonese, incluse quelle di cui parleremo a breve nell’esame del cielo di febbraio. Prima di procedere, però, mi corre obbligo di ricordavi che l’11 febbraio ricorre la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, motivo per cui su EduINAF stiamo preparando alcuni contenuti in proposito che verranno raccolti nella pagina dedicata e dove al momento trovate gli articoli usciti negli anni passati.
Le costellazioni
Mentre, come sempre, il Grande Carro si mostra alto sopra l’orizzonte, con aspetto “capovolto” alle latitudini italiane, iniziamo a fare il giro dell’orizzonte celeste notturno partendo dal nord e dirigendoci verso est con la costellazione di Cefeo. Accanto a essa spunta il Dragone che ci guida verso nord-est dove, invece, troviamo Ercole basso sull’orizzonte. Nel corso del mese il suo viaggio lo porterà sempre più in alto, “spingendo” con se verso l’alto e verso est anche la Corona Boreale che al momento possiamo vedere al confine con l’orizzonte est.
Qui incrociamo il mostro marino Bootes e alcune stelle brillanti come la rossa Arturo e la stella più luminosa della costellazione della Vergine, Spica. Questa è la prima costellazione di origine babilonese che incrociamo, conosciuta come Il solco. Rappresentava la dea Shala con la sua spiga di grano. Questa rappresentazione ha lasciato tracce proprio nel nome della stella Spica, che in latino indica la spiga di grano. Questo è anche il motivo per cui la costellazione è anche associata con la fertilità .
In particolare per gli astrofili la costellazione della Vergine risulta un ottimo punto verso cui volgere i propri strumenti, visto il gran numero di galassie osservabili anche con piccoli strumenti amatoriali. In particolare al confine con la Chioma di Berenice, ecco l’ammasso di galassie della Vergine, che contiene almeno 2.500 galassie di diverso tipo, dalle spirali alle ellittiche, e si trova a circa 60 milioni di anni luce da noi.
Abbandoniamo l’orizzonte est e spostiamo lo sguardo verso sud, non prima di esserci soffermati sulle due piccole costellazioni del Corvo e del Cratere, che nel “bestiario astronomico” babilonese erano assimilate insieme in un’unica costellazione, quella del Corvo. In particolare a sud possiamo trovare la grande costellazione dell’Idra e, piuttosto basse sull’orizzonte, le due piccole costellazioni della Macchina Pneumatica e della Bussola, che in effetti sono tipiche dell’emisfero meridionale.
A sud-ovest ecco la Lepre, bassa sull’orizzonte e che presto si nasconderà ai nostri occhi “settentrionali” e poco sopra Cane Minore, mentre il centro viene dominato dall’Unicorno. Sono tutte costellazioni piuttosto deboli che anticipano il dominio, a ovest delle due costellazioni di Orione e del Toro, con l’Auriga poco sopra a quest’ultima. In particolare Orione ci ricorda che, per quanto stia iniziando a spuntare il Leone a sud, questo è ancora un cielo prettamente invernale. In ogni caso queste costellazioni si andranno ad abbassare sempre di più già nel corso di questo mese di febbraio.
E finalmente chiudiamo il cerchio dell’orizzonte con la costellazione di Perseo, a nord-ovest che si ricollega a quella di Cassiopea e, da qui, a Cefeo.
Tutto il cielo si sposterà man mano verso destra nel corso del mese e alcune costellazioni, come abbiamo visto, scenderanno sempre più sotto l’orizzonte, segnando, così, il ciclico ricambio del cielo notturno, che nonostante ciò ci regala sempre meraviglia e stupore.
La Luna
Nell’immagine qui sotto potete vedere le fasi lunari di febbraio, ricavate utilizzando lo Sky Calendar della NASA. Guardando questo calendario, si vede come il nostro satellite farà alcuni incontri interessanti, come quello con Venere il 7 febbraio, poco prima delle 20:00 (quindi ancora osservabile visto che a quell’ora dovrebbe già essere buio) o quello in piena notte (poco prima delle 2:00) con Polluce il 21 febbraio.
Note
↑1 | Mia traduzione del passo Women were an integral part of this society, to such an extent that there were medical schools in which they could be educated dall’articolo di Bernardi |
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