L'astronomo risponde Stelle

Perché non vediamo stelle di colore verde?

Aggiornato il 13 Ottobre 2021

Perché non vediamo stelle di colore verde?Paola

Ci sono molte stelle che hanno il picco di luminosità nel verde, come il Sole, e nonostante ciò noi le vediamo di colore bianco. Non solo: anche l’occhio umano ha il massimo di sensibilità nel verde. E allora viene naturale chiedersi il motivo per cui, se l’occhio umano ha il massimo di sensibilità nel verde e in cielo ci sono stelle con il massimo di luminosità nel verde, non si osservano stelle verdi. Sembra proprio uno scherzo di cattivo gusto, altro che scherzo di carnevale!
Cerchiamo allora di capire cosa succede, senza entrare nei dettagli complicati della fisiologia dell’occhio. L’occhio umano riceve la luce attraverso delle cellule della retina, chiamate “coni”, che percepiscono i fotoni inviati dalle stelle come segnali elettrici. I “coni” hanno il picco nei tre colori fondamentali: rosso, verde e blu. In parole semplici, ogni cono “vede” solo la radiazione corrispondente a questi 3 colori e trasferisce l’informazione al cervello che la elabora producendo così la sensazione di “colore” complessivo.
Ogni “cono” trasmette al cervello una certa quantità di segnale che sarà proporzionale alla lunghezza d’onda della luce che lo colpisce e per cui il “cono” è specializzato. Inoltre ogni “cono” ha una certa curva di sensibilità che ha un picco nella lunghezza d’onda per cui è specializzato, ma che si estende agli altri due colori fondamentali, anche se in maniera nettamente minore, in modo analogo a ciò che può accadere per le bande passanti di un sistema fotometrico. In poche parole, l’occhio può essere paragonato ad un sistema fotometrico a 3 colori.
Il cervello, successivamente, mischia i vari contributi e dà luogo a sensazioni diverse a seconda delle percentuali di segnale in arrivo.

In conclusione, cosa succede se riceve la luce di una stella blu, ossia di un astro che ha il picco di intensità nel blu? La sensazione finale è ancora blu, dato che il contributo degli altri coni è molto basso. La stessa cosa capita se la stella è rossa. Per una stella come il Sole, la distribuzione di energia è centrata nel verde, ma raccoglie un importante contributo da tutti e tre i coni (3800 – 6800 Å, come si vede dalla figura dello spettro solare) e quindi tutti e tre i coni si attivano, mescolando tutti i colori. In queste condizioni, la sensazione di colore risultante sarà quella del bianco.
Questo è ciò che succede per il nostro Sole e per le altre stelle che, come il Sole, hanno il massimo di luminosità nel verde ma anche un contributo notevole nel blu e nel rosso.
I colori delle stelle che noi osserviamo sono dunque generati con un processo non dissimile da quello che sta alla base del funzionamento dei sistemi RGB della televisione e di molte altre tecnologie che danno immagini “colorate”.

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Scritto da

Agatino Rifatto Agatino Rifatto

Astronomo Ricercatore presso l’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte dal 1990. Laureato in Astronomia presso Università degli Studi di Padova. Socio della Società Astronomica Italiana (SAIt) dal 1987 di cui è componente del Consiglio Direttivo dal 2014. Componente del Comitato Scientifico del Centro Internazionale Scrittori (CIS) Calabria. Docente a contratto di Astrofisica all’Università di Salerno dal 2002 al 2008. Correlatore di tesi di Laurea e di dottorato presso l’Università Federico II di Napoli e l’Università di Padova. Partecipazione a numerosi progetti scientifici, nazionali e internazionali. Responsabile e Direttore di corsi di formazione per docenti e di “Summer School” per studenti organizzati dalla SAIt. Attivamente impegnato nella didattica e nella divulgazione dell’astronomia (conferenze pubbliche, lezioni, articoli su quotidiani, presenza in programmi radio e televisivi locali e nazionali, partecipazione al programma “Explora – La TV delle Scienze – Rai Educational).

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