Nella rubrica di oggi vi proponiamo le risposte a ude domande giunte sul nostro canale YouTube dopo la visione del video “Due o tre cose sull’espansione dell’universo”. Prima di leggere le domande e le risposte di Sandro Bardelli, autore del video, rivediamolo:
Ragionamento compatibile con la RG e la RS credo. Non potremmo interpretare il redshift cosmologico come una compressione del tempo invece di una espansione dello spazio?
da YouTubeDomanda non facile. Che si espanda lo spazio lo sappiamo perchè la densità locale diminuisce con il tempo. E’ vero che gli intervalli di tempo come sono visti da noi su un’altra galassia sono visti allungati. Mi spiego meglio: le curve di luce delle supernovae hanno tutte la stessa durata ma quelle a più alti redshift sembrano durare di più di una quantità (1+z) e questo è legato alla quantità di spostamento verso il rosso (perchè in fondo la frequenza è un intervallo di tempo).
Se lo spazio si espande perchè non si espande anche il metro col quale lo misuro? In quel caso non me ne accorgerei. Non mi convince fino in fondo che lo spazio nel metro non si espande perchè ci sono forze elettriche che lo tengono insieme “più forti”… del resto è come dire che tali forze elettriche permettono agli atomi del metro di “scivolare” su uno spazio sottostante che si espande? Oppure addirittura che le forze elettriche degli atomi del metro (stessa cosa per la gravità fra i pianeti) impediscono allo spazio di espandersi? E quindi lui riesce a farlo solo nei luoghi dove le forze elettriche (o gravitazionali) sono sotto un limite critico?
da YouTubeIn qualche modo è vero la seconda spiegazione. Infatti deve pensare ad una superficie elastica che si espande e io metto una goccia di colla a presa rapida che blocca localmente la superficie. Consideriamo una zona con del gas il cui destino è condensare in una galassia. All’inizio, quando il gas è rarefatto, esso si espande (quasi) alla stessa velocità dello spazio vuoto, solo leggermente rallentato. Poi la forza di gravità di questo gas lo fa rallentare sempre di più fino a che si ferma (noi diciamo che si “stacca” dall’espansione) per poi contrarsi e formare la galassia.
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