Aggiornato il 28 Novembre 2024
Sia se vediamo la forza gravitazionale da un punto di vista classico, ovvero usando la legge di gravitazione universale di Newton, sia se la vediamo da un punto di vista relativistico, il raggio d’azione della gravità risulta matematicamente infinito, mentre la sua intensità diminuisce con il quadrato della distanza. Poichè la proporzionalità è inversa, a un certo punto il suo valore diventerà trascurabile. In particolare il valore dell’accellerazione di gravità di un oggetto celeste si riduce a 1/9 del valore misurato sulla sua superficie a una distanza di circa 3 volte il raggio dell’oggetto stesso misurata dal suo centro.
Il valore dell’accellerazione di gravità , a ogni modo, dipende dalla massa dell’oggetto stesso, quindi se per l’accellerazione di gravità terrestre un valore di 1/9 inferiore rispetto a quello della superficie potrebbe essere considerato sufficientemente basso (anche se saremmo intorno a 1 m/s2), per una stella o in generale per un oggetto particolarmente massiccio, la distanza per cui possiamo considerare l’accellerazione di gravità trascurabile è ben maggiore del valore su indicato. Quindi per ottenere un’approssimazione paragonabile in termini assoluti a quella della gravità terrestre, dovremmo considerare distanze maggiori rispetto a quelle determinate con la semplice formuletta precedente.
In conclusione: il raggio d’azione di un campo gravitazionale è infinito. Possiamo però sottrarci all’azione di questo campo gravitazionale, ma l’energia necessaria per farlo è direttamente proporzionale all’intensità del campo, che diminuisce con il quadrato della distanza.
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