Aggiornato il 27 Gennaio 2021
L’astronomia, o scienza dell’universo, è una disciplina affascinante per il grande pubblico, ma pochi conoscono le ricercatrici e i ricercatori che ne sono protagonisti tutti i giorni, i luoghi dove essi operano, e la storia di osservatori astronomici, istituti e laboratori di ricerca. Dove si svolge la ricerca astronomica in Italia? Chi sono gli astronomi di oggi e a cosa lavorano? Per rispondere a queste domande e scoprire alcune recenti novità, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha realizzato una serie di brevi cortometraggi dedicati alle proprie strutture, in Italia e presso le Isole Canarie, che raccontano in pochi minuti anche di alcuni personaggi passati alla storia. Questi “video INAF” verranno presentati per la prima volta su questo sito in occasione della Settimana Nazionale dell’Astronomia 2018. Oggi parliamo del Telescopio Nazionale Galileo
Un percorso in macchina, quasi un’ora a partire dal livello del mare su una tortuosa strada di montagna, ci porta al Parco Nazionale de La Caldera de Taburiente, situato a 2426 metri di quota sulla cime dell’isola de La Palma, dove si può contemplare la distesa dei telescopi dell’Osservatorio Astronomico del Roque de Los Muchachos, uno dei più grandi dell’Emisfero Nord.
È qui che 20 anni fa l’Italia ha deciso di installare il suo telescopio ottico per eccellenza, il Telescopio Nazionale Galileo, il cui nome rende onore al padre dell’astronomia moderna Galileo Galilei.
L’Osservatorio del Roque de Los Muchachos include telescopi appartenenti a numerosi Paesi europei e si estende tra una coltre di nubi che si forma a circa 1000 metri di quota dal livello del mare ed un cielo sereno per la maggior parte dell’anno. La presenza di un anticiclone semipermanente impedisce l’accesso di perturbazioni meteorologiche e del maltempo. Queste sono solo alcune delle ragioni per cui è stata scelta La Palma come sede di questo Osservatorio.
Il TNG è un telescopio con montatura alt-azimutale, una configurazione ottica Ritchey-Chretien e due fuochi Nasmyth per gli strumenti. È stato progettato in Italia negli anni ’90, come sviluppo del telescopio NTT (New Technology Telescope) situato nell’Osservatorio Europeo Australe (ESO, Cile). È così che il TNG è stato installato ed ha avuto il battesimo, la prima luce, nell’anno 1998. A partire dal 2002, l’Istituto Nazionale di Astrofisica ha preso in carico la gestione del telescopio, che conta ora di uno staff tecnico-scientifico di 30 persone.
Il suo specchio principale di 3,6 m di diametro ha un controllo ad ottica attiva, per poter mantenere la forma corretta dello specchio primario attraverso l’uso di 78 pistoni distribuiti sotto la sua superficie. In questa maniera vengono corrette le aberrazioni ottiche presenti sulle immagini.
Inoltre, il disegno particolare della cupola del TNG fa si che quando la cupola è aperta l’aria si muova seguendo un flusso laminare, ottimale per minimizzare le turbolenze e favorire un rapido equilibrio termico della struttura. Per la stessa ragione durante tutto il giorno, a cupola chiusa, la temperatura è mantenuta da un sistema di refrigerazione al valore previsto al momento dell’apertura serale successiva.
Il TNG è attualmente dotato di 4 strumenti che operano permanentemente nei suoi fuochi Nasmyth ed offrono una grande varietà di modi osservativi: dalla fotometria su larga banda alla spettroscopia ad alta risoluzione, coprendo lunghezze d’onda che vanno dall’ottico al vicino infrarosso.
Incontriamo così DOLORES (Device Optimized for the LOw RESolution) e NICS (Near Infrared Camera Spectrometer) per immagini e spettri a bassa/media risoluzione, nelle lunghezze d’onda visibili e infrarosse rispettivamente.
E poi HARPS-N (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher – North) che è sicuramente lo strumento d’avanguardia del TNG, uno spettrografo ad alta risoluzione (R=115000) nella luce visibile, caratterizzato da una elevatissima accuratezza.
Infine il nuovo GIANO, lo spettrografo nell’infrarosso, in grado di prendere spettri nell’intervallo in lunghezze d’onda 0.9-2.5 µm con una risoluzione R = 50 000.
I due spettrografi si possono usare insieme. Tra i loro principali obiettivi ci sono osservazioni di spettri ad alta risoluzione per misure accurate di velocità radiali per la scoperta e caratterizzazione di pianeti extrasolari e studi chimici e dinamici di oggetti stellari e extragalattici.
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