Aggiornato il 28 Novembre 2024
EduINAF lancia il primo concorso nazionale gestito dal gruppo di didattica innovativa Play. Si chiama C’è posta per E.T. e quello che si chiede ai partecipanti è di preparare un messaggio da inviare verso esopianeti potenzialmente abitabili. Ovviamente a portare il messaggio non ci saranno bici o una versione verde di Maria de Filippi, bensì onde radio. Non ci saranno bigliettini all’interno di buste o bottiglie di vetro abbandonate nello spazio ma numeri: tanti 0 e 1 quanti saranno quelli che servono per codificare l’informazione che deciderete di inviare.
In realtà , l’esperimento che vi proponiamo è già stato fatto in passato, nel lontano 1974. Il 16 novembre di 47 anni fa, dal radiotelescopio di Arecibo è stato inviato nello spazio "“ verso l’Ammasso Globulare di Ercole, a 25mila anni luce di distanza dalla Terra "“ un messaggio radio composto da 1679 cifre binarie. A idearlo fu Frank Drake, che qualche anno prima aveva formulato la famosa equazione che porta il suo nome, utilizzata per stimare il numero di civiltà extraterrestri esistenti in grado di comunicare nella nostra galassia. Quindi non uno studente ma un astrofisico statunitense, allora professore di astronomia alla Cornell University. Non fece tutto da solo: si dice che, tra quelli che collaborarono al progetto, ci fu anche Carl Sagan, famoso astrofisico e divulgatore scientifico, nonchè autore di diversi libri, tra cui Contact, da cui è stato tratto l’omonimo film.
Capirete quindi che quello che vi si chiede di fare non è proprio un “gioco”: è più simile a un compito di realtà .
Un compito di realtà da svolgere in gruppo, oggi come allora. Perchè, vi assicuro, decidere cosa dire "“ e come dirlo "“ a un extraterrestre che potrebbe ascoltarci di cui non sappiamo assolutamente nulla, non è affatto facile. Occorre fare considerazioni filosofiche, etiche, sociali. I temi che potrebbero emergere sono multidisciplinari, dalla matematica all’arte, passando per la fisica, l’astronomia, la chimica, la biologia. Ci sarà poi chi non vorrà inviare proprio nulla perchè, diciamocelo, potrebbe non essere furbo accendere una torcia nel bosco, di notte.
La cosa importante è parlarne, insieme e in modo costruttivo, per dare sostanza a un messaggio che convinca tutto il gruppo. Poi sarà la volta della forma, per la quale saranno utili l’arte, la matematica e il coding. Per questo vi potrebbero essere utile la risorsa didattica introduttiva proposta da EduINAF per l’occasione o le risorse di coding proposte da PLAY, alcune delle quali sviluppate appositamente per il concorso.
Proprio perchè non è facile, vi lasceremo tanto tempo per pensarci: il concorso parte oggi ma la scadenza sarà l’anno prossimo, il 24 aprile 2022.
Noi vi aiuteremo in due modi: il 27 settembre alle ore 17, lunedì prossimo, faremo un webinar in diretta YouTube nel quale vi parleremo del messaggio di Arecibo, analizzandolo nei minimi particolari. Conoscerlo vi potrebbe tornare utile per capire alcuni linguaggi che potreste usare per comporre il vostro messaggio. Nel webinar "“ che rimarrà disponibile su YouTube, sul canale di EduINAF "“ vi illustreremo anche come effettuare la consegna. L’altro modo in cui vi aiuteremo è rimanendo disponibili come mentor nel corso del progetto. In questo caso chiediamo ai docenti di fungere da ponte tra noi e gli studenti che intendono partecipare.
Al termine del concorso, prima della fine dell’anno scolastico, verranno premiati dieci messaggi, selezionati da una giuria di ricercatori e tecnologi di Inaf e Asi, e uno di questi messaggi verrà inviato nello spazio. L’invio del messaggio selezionato avverrà utilizzando il grande radiotelescopio del Centro spaziale dell’Asi, a Matera. Doreen Hagemeister (referente del settore comunicazione del Centro spaziale di Matera) si occuperà , insieme a Inaf, della selezione dei messaggi e dell’organizzazione dell’evento conclusivo. Luciano Garramone, ingegnere radioastronomo di Asi, si occuperà degli aspetti legati alla trasmissione del messaggio, in collaborazione con Amsat Italia. Il messaggio verrà trasmesso dapprima puntando la grande antenna verso l’esopianeta prescelto, poi verso la Luna. L’invio verso la Luna avrà una duplice valenza: permetterà a molti radioamatori presenti sulla Terra di ricevere il messaggio per effetto della sua riflessione sulla superficie lunare e inoltre farà sì che la Luna lo diffonda, seppure affievolito, verso molteplici ignote destinazioni.
Poi se qualcuno un giorno lo riceverà è tutto da vedere. Noi di certo rimarremo in ascolto 🙂
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