Aggiornato il 12 Giugno 2023
Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto: nel luglio 2022, un gruppo di persone provenienti da vari paesi del Mediterraneo, si sono incontrate a Lampedusa e, in una settimana di workshop e lavoro collettivo, hanno perfezionato una decina di risorse educative per le scuole primarie. Lo abbiamo chiamato primo Workshop STEAM-Med e hanno partecipato rappresentanti di Croazia, Italia, Libano, Marocco, Portogallo, Siria, Slovenia, Spagna, Turchia. E al progetto hanno aderito anche Cipro, Egitto, Francia, Palestina e Tunisia.
In questi mesi, però, quando lo abbiamo raccontato ai colleghi, ce lo hanno chiesto in tanti: sembra una bella iniziativa, ma esattamente che cosa avete fatto a Lampedusa? E chi eravate? E perché? E per chi?
È proprio per iniziare a rispondere a queste domande, che pubblichiamo un compatto mini-sito (qui la versione in inglese) che riassume il senso e i punti salienti di questo percorso, durato oltre un anno.
Tutto inizia nel settembre del 2021, quando l’Office of Astronomy for Education Center Italy (I-OAE), l’ufficio internazionale ospitato da INAF, inizia a essere operativo con il suo primo progetto internazionale: un percorso per sostenere i processi di apprendimento nelle scuole primarie dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Tutti: indipendentemente da confini, conflitti o guerre.
Al percorso, secondo il nostro obiettivo, dovevano partecipare i cosiddetti National Coordinator of Astronomy for Education (NAEC) riconosciuti dalla IAU nei vari paesi. I NAEC di un paese sono astronomi, educatori, insegnanti, che hanno la funzione di interfaccia fra l’Office of Astronomy for Education e la collettività degli insegnanti.
Inoltre il percorso doveva essere condotto secondo due principi guida: la partecipazione alla pari di tutti i paesi (cioè di tutti i NAEC) e lo sviluppo di attività centrate sui bambini di ciascuna delle comunità coinvolte.
Obiettivo finale: la realizzazione di una decina di attività da svolgere nelle scuole primarie di ciascuno dei paesi partecipanti.
Ma attività decise da chi? E come è possibile calibrare le attività su ciascuno dei paesi? È realistico pensare che un’attività progettata in Spagna o in Croazia possa essere realizzata così com’è in Egitto, in Siria o Italia? Quali modifiche sono necessarie?
Nel mini-sito raccontiamo proprio questo: quali sono stati passi convergenti che ci hanno portato a quella meravigliosa esperienza in presenza a Lampedusa. Le prime conoscenze online, la scelta collettiva di un tema, la luce, intorno al quale realizzare le attività. La scelta delle attività da proporre per il percorso comune. Le lunghe fasi di discussione: a coppie di paesi e in tre round, in ciascuno dei quali le coppie si rimescolavano, proprio per arricchire di punti di vista diversi i suggerimenti didattici delle attività progettate.
E poi le interviste, la scoperta dell’inglese come lingua franca – parlata da tutti, ma senza che nessuno sia madrelingua: una lingua comune, ma imperfetta, le immagini, i video, le foto. E anche il legami che si sono creati e la scoperta della vocazione storica di Lampedusa: l’incontro, il dialogo e la creazione di un futuro migliore.
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