Aggiornato il 21 Luglio 2021
“La mente in movimento. Un cielo stellato, il vento in un passo, i suoni del bosco” è stato il tema del VII Summer Camp per bambini e ragazzi ad alto potenziale (gifted) e per le loro famiglie, che si è tenuto dal 29 luglio al 3 agosto 2019, presso Casa Cares, nella magnifica cornice del Chianti. L’evento è stato organizzato da CTS Gifted aps, in collaborazione con l’associazione Step-Net ONLUS nazionale, di cui è uno spin off. Si tratta di una rete a supporto del talento, delle emozioni, del potenziale e della plusdotazione in Italia. L’obiettivo di tale associazione non è quello di esaltare le performance e mettere in mostra le abilità di bambini e ragazzi plusdotati, bensì di occuparsi dei loro bisogni, supportandoli nei percorsi di crescita affinché il loro potenziale possa esprimersi e raggiungere una situazione di benessere.
L’Istituto Nazionale di Astrofisica, da sempre interessato a tutte le tematiche legate all’inclusione, ha partecipato attivamente al camp proponendo una serie di attività laboratoriali legate all’astronomia e all’esplorazione spaziale.
Una celebre frase di Albert Einstein cita così:
Le parole del fisico e premio Nobel tedesco ci insegnano che l’intelligenza deve essere valutata all’interno di un più ampio contesto, nel quale prendono forma e significato le abilità di ciascuno. Senza un contesto di riferimento il rischio è quello di attribuire ad altri ciò che appartiene a categorie nostre, al nostro modo di leggere e interpretare la realtà.
Questa citazione offre un ottimo punto di partenza per comprendere meglio che cosa si intenda con il termine plusdotazione (giftedness). Tale espressione si riferisce ad una complessa varietà di caratteristiche genetiche, psicologiche e comportamentali che riguarda circa il 5% della popolazione. I bambini e i ragazzi gifted, se confrontati con i loro coetanei, mostrano potenzialità cognitive superiori in una o più delle seguenti aree: abilità intellettiva generale, specifica attitudine scolastica, pensiero creativo, attitudine alla leadership, arti visive e dello spettacolo. Tuttavia, non bisogna cadere nell’errore di pensare che tutti i bambini plusdotati siano dei geni, come, d’altra parte, non tutti i ragazzi che hanno raggiunto risultati straordinari sono plusdotati.
I bambini/ragazzi plusdotati sono curiosi, possono avere idee originali, discutono ed osservano i dettagli, manifestano sentimenti, emozioni e pareri molto intensi. A scuola potrebbe accadere che ottengano risultati al di sotto delle loro potenzialità. Questo, ad esempio, potrebbe accadere quando le loro abilità e competenze siano maggiori per numero e per livello rispetto a quelle dei loro coetanei, per cui potrebbero affrontare un vissuto di noia che tende a demotivarli. Se i contesti non si mostrano accoglienti e stimolanti a volte possono manifestare comportamenti anomali e fatica a socializzare. In altri casi la pressione del gruppo sociale di riferimento potrebbe indurre i ragazzi plusdotati a sottostimare e svalutare le proprie capacità. La loro reale inclusione, oltre a stimolare e sviluppare le loro potenzialità in armonia con un percorso di crescita personalizzato, eviterebbe in alcuni casi il rischio di sotto-rendimento e abbandono scolastico.
Per questi motivi sono nate l’associazione Step-net Onlus Nazionale la rete di sviluppo, di supporto e di riferimento per il talento, le emozioni, il potenziale e la plusdotazione a supporto di famiglie, scuole ed esperti che si occupano di bambini e ragazzi gifted con il suo spin off CTS Gifted aps. I loro obiettivi primari sono il raggiungimento del benessere dei bambini e dei ragazzi plusdotati, che sono sostenuti dal punto di vista cognitivo ed emotivo, offrendo anche supporto alle famiglie e ai docenti.
Le ricerche internazionali ci dicono che i contesti di crescita e gli eventi della vita hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento dell’alto potenziale. Il Summer Camp al quale abbiamo partecipato nasce proprio da queste considerazioni e ha l’obiettivo di fornire un’esperienza stimolante su differenti livelli, dall’arte alla scienza, dalla musica allo sport, facendo un viaggio alla scoperta di sé stessi e dei propri punti di forza, in equilibrio tra mente e cuore.
Al camp hanno partecipato 39 ragazzi, tra i 4 e i 16 anni, suddivisi in 4 gruppi con criteri specifici: età, competenze, attitudini, passioni. Inoltre, ogni gruppo è stato affiancato in tutte le attività da una psicologa che, all’occorrenza, ha supportato il lavoro degli educatori. I partecipanti sono stati coinvolti in molteplici percorsi laboratoriali, spaziando dall’astronomia alla scrittura creativa, alla pittura, alla land-art, all’orientiring, all’equitazione, al pilates e ad attività a diretto contatto con la natura e con gli animali, che hanno permesso loro di mettersi alla prova all’interno di una cornice ludica. Le attività che sono state svolte durante il Summer Camp hanno un’alta valenza educativa: da un lato vengono rafforzate e sviluppate le abilità sociali ed emotive, dall’altro è possibile esprimere e sviluppare il loro potenziale, confrontandosi con pari cognitivi, in un’esperienza stimolante a tutti i livelli.
Tra le attività che sono state svolte nell’arco di nell’intensa settimana del camp, INAF ha realizzato 5 laboratori legati all’astronomia, all’astrofisica e all’esplorazione spaziale che hanno visto impegnati i giovani partecipanti nella costruzione, ad esempio, di piccoli razzi fatti con tubi di spugna isolante ed elastici da lanciare in aria, oppure hanno simulato la realizzazione di una missione di esplorazione spaziale verso Marte, o ancora hanno classificato galassie e realizzato semplici spettroscopi.
La progettazione di queste attività non è stata facile e ha richiesto molto tempo, attenzione e cura dei dettagli. Infatti, per prima cosa è stato fondamentale pensare ad attività che potessero stimolare la curiosità e l’interesse dei ragazzi. Altro punto sul quale si è deciso di insistere molto è stato il lavoro di gruppo e il team building. Infatti, per ciascuna attività il gruppo di lavoro è stato diviso in piccoli sottogruppi, stimolando i membri a collaborare e condividere le proprie opinioni, idee e suggerimenti con il resto del proprio team. Nella creazione dei gruppi di lavoro è stato fondamentale l’intervento delle psicologhe e dello staff, al fine di creare sottogruppi amalgamati e funzionali. Un altro elemento che è stato tenuto in forte considerazione, su consiglio delle organizzatrici, è stata la necessità di evitare l’insorgenza di meccanismi di competizione tra i ragazzi, per non ferirne la marcata sensibilità.
La complessità affrontata nella progettazione, realizzazione e conduzione delle attività è stata ricompensata dai sorrisi, dalla gioia dei bambini e dai risultati ottenuti alla fine dei laboratori quando, ad esempio, sono riusciti a simulare la loro missione spaziale o quando il loro razzo ha spiccato il volo per la prima volta.
Durante il camp è stato anche dedicato del tempo alle osservazioni del cielo mostrando, mediante l’ausilio di telescopi, alcuni oggetti celesti, fra cui i pianeti Giove e Saturno, le stelle, gli ammassi stellari e tanto altro. Per alcuni partecipanti è stata la prima esperienza con uno strumento astronomico e notare lo stupore nei loro occhi dopo aver visto gli anelli di Saturno o sentirli dire “ma sembra disegnato!” è stata un’emozione bellissima.
Il Campus si è chiuso con una presentazione di tutte le attività svolte sia dai piccoli partecipanti che dai loro genitori. Dapprima ci siamo riuniti tutti, organizzatori, tutor, bambini e genitori nel teatro di Casa Cares, una piccola chiesa sconsacrata, per la consegna dei diplomi. È stata realizzata una mostra dei lavori svolti e proiettato un video con le immagini più significative della settimana. Successivamente ogni operatore ha raccontato brevemente la propria esperienza e ha ringraziato. È stato proprio in questo momento che sono affiorate le emozioni di tutta la settimana.
Lavorare con questi ragazzi è stata un’esperienza molto interessante, costruttiva ed emozionante, a tratti faticosa e complessa, ma i momenti più difficoltosi sono stati cancellati dalla gioia e dai loro sorrisi al termine delle varie attività o quando hanno osservato la volta celeste o ancora quando hanno trovato risposta a un interrogativo che non li lasciava dormire la notte.
Grazie a questa esperienza abbiamo capito quali siano le difficoltà che questi ragazzi devono affrontare ogni giorno per vivere in un sistema omologante e quali siano le competenze e le risorse che possono essere utilizzate e incentivate per lavorare con loro al fine di usare, come recita l’hashtag dell’INAF, “l’astronomia per un mondo migliore”.
Da un punto di vista emozionale questa è stata un’esperienza intensa e bellissima. Come ci ha detto il primo giorno Viviana Castelli, presidente dell’associazione Step-Net, “questi ragazzi sono splendidi e quando finirete questa esperienza impegnativa ed eccezionale li amerete“. Noi li abbiamo amati fin da subito e non vediamo l’ora di poter svolgere nuove attività insieme a tutti loro.
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