Aggiornato il 25 Marzo 2021
Il motto, sul loro sito è “dagli insegnanti per gli insegnanti“: Science on Stage, anche chiamata SonS, è una rete di insegnanti provenienti da oltre 30 paesi, che cerca di raccogliere quanto di meglio e stimolante si propone in Europa nel campo della didattica per le scienze, l’ICT o l’ingegneria. Tra workshop di formazione, gruppi di lavoro, e pubblicazioni didattiche, le attività di Science on Stage sono molteplici e trovano la loro massima espressione in un Festival europeo che si svolge ogni due anni in una diversa città europea. Sul loro sito, il Festival è descritto come “la più grande e importante fiera sull’educazione a livello Europeo che vede la partecipazione di circa 450 insegnanti“, ma basta aver partecipato a uno solo di questi momenti di condivisione per rendersi conto che far parte di questa rete e partecipare a un festival SonS nazionale o europeo è molto, molto altro.
Da questo mese, INAF inizia una collaborazione con Science on Stage, che arricchirà la nostra rivista di nuove risorse e del punto di vista privilegiato di chi insegna. Festeggiamo questa nuova collaborazione con una lunga intervista a Giovanni Pezzi, Coordinatore del Direttivo Nazionale di Science on Stage Italia.
È appena uscito il bando italiano per partecipare alla prossima selezione italiana. A supportare Science on Stage Italia, ci sono INFN, il Festival scienza Cagliari, l’Associazione per l’Insegnamento della Fisica (AIF), la società Chimica Italiana, l’Associazione Europea per l’Educazione Astronomica. E ovviamente l’INAF. Giovanni, ci spieghi come funziona SonS in Italia e chi è che la organizza?
Cominciamo dal prossimo Festival europeo, che si svolgerà a Praga dal 24 al 27 marzo 2022. Il Festival comprende la sezione Fiera, dove i delegati hanno uno stand per esporre i loro progetti, la sezione Workshop, costituita da attività interattive in cui gli insegnanti lavorano insieme per apprendere nuove pratiche o acquisire nuove competenze, e infine la sezione On Stage dove i partecipanti mostrano sul palcoscenico i loro progetti ed esperimenti.
L’Italia sarà presente con una delegazione di 11 partecipanti, la cui selezione avviene in due tempi: inizialmente saranno scelti i lavori che permetteranno a 30 insegnanti di partecipare al Festival nazionale, che avrà luogo a Faenza dal 16 al 18 aprile 2021. A seguito di questo evento, sarà fatta la designazione ufficiale dei delegati per Praga.
L’organizzazione in Italia di tutte le manifestazioni collegate al progetto, gli eventi regionali e quello nazionale, la partecipazione italiana al Festival europeo è curata dal Comitato Euroscienza.
In pratica, cosa deve fare un insegnante interessato a partecipare?
Per partecipare al bando, un insegnante deve elaborare, da solo o con altri colleghi, un progetto didattico innovativo in ambito STEM, secondo i temi guida descritti nel bando pubblicato da Science on Stage. Il progetto va inviato per la selezione, entro il 7 marzo 2021, con le modalità indicate nel bando. Nel sito di Science on Stage Italia si possono guardare poster e video dei progetti presentati nelle passate edizioni dei Festival, così da avere una prima idea.
Parliamo di questa speriamo lunga e proficua collaborazione nata tra INAF e SonS. Science On Stage ha una lunga tradizione di collaborazione con il mondo accademico, considerando che la prima edizione si è svolta vent’anni fa al CERN a Ginevra. Cosa possiamo aspettarci dalla nostra collaborazione e che ruolo hanno e possono avere lo spazio e l’astronomia nei progetti SonS?
Science on Stage nasce per valorizzare l’insegnamento delle materie STEM e fra queste è ovviamente compresa l’astronomia. Inoltre, alcune edizioni passate dei Festival si sono svolte nel centro ESTEC dell’ESA, e l’ultima edizione, a Cascais, ha avuto tra gli organizzatori il gruppo Nuclio. Tra i progetti presentati nei vari Festival, alcuni riguardavano lo spazio e l’astronomia, e uno dei temi guida per i progetti da presentare per Cascais era “Astronomy And Space Exploration In Science Education“.
Credo che la collaborazione con l’INAF possa favorire la conoscenza di SonS presso gli insegnanti che fanno riferimento alle iniziative dell’INAF e, viceversa, SonS può, a sua volta, tramite i propri canali, far conoscere le risorse didattiche in EduINAF, che possono essere una fonte preziosa di ispirazione per realizzare progetti per i Festival, a cui l’INAF potrebbe fornire consulenza e supporto.
Giusto per capire di cosa stiamo parlando nello specifico, raccontaci un progetto didattico italiano, possibilmente legato allo spazio, che ha partecipato nelle edizioni precedenti e che hai trovato particolarmente interessante.
Tocchiamo un tasto dolente: all’ultimo Festival a Cascais tra i progetti italiani selezionati non ce n’era nessuno riguardante spazio e astronomia, nonostante uno dei temi guida fosse: “Astronomy and space exploration in science education: projects with focus on e.g. astronomy, aerospace, life on other planets or spaceflight inventions in everyday life“. Tre erano stati presentati, ma non avevano superato la selezione.
Credo che questo rispecchi la situazione italiana in merito all’insegnamento dell’astronomia e penso che l’INAF possa avere un ruolo importante per i prossimi Festival, favorendo la nascita e l’elaborazione di progetti didattici su questi temi.
In ambito italiano potrei citare un progetto non direttamente legato allo spazio, ma alle condizioni di assenza di peso e quindi anche alla stazione spaziale e situazioni simili: “Space… Effects, Weightlessness Experiments“. Lo avevo presentato a Copenaghen, si può vedere ancora l’ipertesto del progetto, ora ospitato nel sito web della Palestra della Scienza di Faenza.
Ci racconti in pratica come si svolge un Festival Science on Stage e perchè è un’esperienza unica divertente e incredibile.
Ci sono alcuni aspetti che rendono l’esperienza della partecipazione a un Festival di SonS molto diversa rispetto ad altre iniziative scientifiche. In altre manifestazioni scientifiche, il partecipante a volte è solo spettatore, qui è protagonista. Coloro che vi hanno preso parte sottolineano che si tratta di un Festival per insegnanti, dove la formazione è da insegnante a insegnante, dove c’è un confronto libero tra pari, dove nessuno “sale in cattedra” e si ha grande interazione con colleghi di tanti paesi europei; c’è un respiro internazionale e un contagioso entusiasmo e capacità di divertirsi. È molto apprezzata la possibilità di condividere tra colleghi di tutta Europa le proprie esperienze e le buone pratiche didattiche e di ricevere molti stimoli didattici legati alla every day life.
Come Science on Stage, avete anche curato delle pubblicazioni molto interessanti, distribuendole al pubblico. Raccontacene una in particolare che ritieni possa essere interessante per i lettori di EduINAF.
Tutte le pubblicazioni di Science on Stage sono il frutto di un paio d’anni di lavoro di team di docenti selezionati da tutta Europa, che hanno anche testato con le scuole il materiale prodotto (sono scaricabili da questo link). Fra le varie pubblicazioni, quella a cui sono più affezionato è “Smartphones in Science Teaching“, una importante novità quando è stata pubblicata nel dicembre 2014. Al team di sviluppo ha partecipato una mia collega, Lorenza Resta, con cui abbiamo sviluppato il progetto Matebilandia premiato al Festival europeo di SonS nel 2013. Una serie di percorsi didattici di Matematica nel parco di Mirabilandia. L’unità “A smart accelerometer” comprende esperimenti e misure di accelerazione realizzati nelle giostre rotanti di Mirabilandia con l’uso di smartphone.
La stessa pubblicazione comprende anche unità didattiche di argomento astronomico: “Smart Astronomers: from the classroom to the Sky“, dedicato al tema della parallasse e delle distanze nell’Universo e “iSky: smart measurements of the heavens“, sull’utilizzo di app per misure di altezze di stelle, del sole, orientamento.
Nell’AIF (Associazione per l’Insegnamento della Fisica), coordino il gruppo di lavoro “SMART: smartphone, tablet e nuove tecnologie per l’insegnamento della fisica” e, utilizzando questa risorsa, abbiamo tenuto nel corso degli anni decine di workshop e seminari, in Italia e all’estero, sull’utilizzo degli smartphone e tablet nell’insegnamento scientifico.
Per chiudere, una domanda personale: tu sei un insegnante, ora in pensione e a tempo pieno al coordinamento di SonS Italia. Come è stata la tua esperienza personale in questa rete e come questa manifestazione ha influito e influisce sulla tua vita?
Ho partecipato a varie edizioni dei Festival, fin dalla prima edizione nel 2000, presentando miei progetti. Poi ho avuto il ruolo di coordinatore della delegazione italiana nei SonS 2017 e 2019.
Con SonS ho avuto la possibilità di trovarmi in un ambiente europeo, a contatto con insegnanti molto validi. Ho visto lavori interessanti, ho mostrato i miei progetti in Fiera, in workshop (Londra), in sessione plenaria (Olanda-Esa) e questo è stato motivo di orgoglio e stimolo per procedere. Mi sono arricchito professionalmente allargando i miei orizzonti.
Ho fatto venire in Italia colleghi stranieri con l’iniziativa SonS “Take a workshop in your country“, colleghi che dalla Francia e dall’Inghilterra sono venuti per tenere seminari al Congresso AIF 2013, alla scuola estiva per insegnanti sull’uso degli smartphone (2014), al Convegno a Città della Scienza (2015) su Smartphone e tablet per l’insegnamento delle Scienze. A mia volta sono stato invitato in UK (2016) per seminari su questi temi.
Il mio, non è un caso isolato: esperienze simili, di scambio con colleghi stranieri conosciuti nei Festival, le hanno vissute altri insegnanti italiani, sviluppando Joint Projects con altre nazioni e ricevendo premi ai Festival. Insomma, una esperienza personale molto positiva.
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