Aggiornato il 19 Maggio 2020
“Educare al futuro!” E’ questo il motto del Festival della Scienza che ha preso il via il 15 novembre a Verona, nella prestigiosa sede del Palazzo Orti Manara, in stradone Porta Palio, che fino al 24 novembre si trasforma in un vero e proprio Space Camp.A giudicare dalle premesse e da quel che si è visto, o meglio, intravisto, ieri nella giornata dell’inaugurazione, gli ingredienti ci sono tutti. Un astronauta del calibro di Umberto Guidoni, un’esposizione curata dalla Fondazione Museo civico di Rovereto e patrocinata dall’Agenzia Spaziale Italiana insieme con la Nasa, nove intensi giorni di eventi, workshop, talk e laboratori dedicati a grandi e piccini ne fanno una kermesse di sicura attrattiva.
E proprio ieri, mentre Luca Parmitano compiva la sua passeggiata spaziale di 6 ore ruotando con la Stazione Spaziale Internazionale attorno alla Terra e sopra le nostre teste, quaggiù l’astronauta e astrofisico Guidoni ha incontrato tantissimi giovani e adulti, tutti appassionati di voli nello spazio e viaggi sulla Luna, che hanno affollato ogni posto libero della sala conferenze fino all’esaurimento.
Guidoni ha parlato con grande generosità dei primi viaggi spaziali, della storia dell’allunaggio, di cosa si prova a essere un astronauta, ma, cosa più importante per i ragazzi e le ragazze di adesso, di come la Luna sarà la meta del futuro. Con un po’ di rammarico a dire la verità , dato che ritiene di essere nato nel momento “meno opportuno“:
A seguire, si è potuto anche avere un assaggio della mostra dal titolo “La luna e poi? 50 anni dall’allunaggio: storia e prospettiva dell’esplorazione spaziale“, che rappresenta il centro del festival. E’ pensata come una narrazione in cui lasciarsi trasportare. Si parte dalla conquista della Luna con le missioni Apollo e la corsa allo spazio, e si va oltre, sul più lontano Marte, fino a scoprire quali nuovi orizzonti l’umanità possa traguardare in futuro. Realtà aumentata, proiezioni immersive e filmati d’archivio le danno carattere esperienziale, ma sono presenti anche alcuni oggetti originali, come un meteorite lunare, alcuni modellini realizzati con i lego, scarpe o cibo in dotazione agli astronauti.
Di impatto il grande pannello dedicato ai 7 astronauti italiani, che Umberto Guidoni ha autografato con un sorriso, a testimonianza di come l’Italia abbia tutte le carte in regola per continuare a partecipare attivamente nell’esplorazione scientifica e spaziale.
Da oggi iniziano gli eventi e le attività dedicate alle scuole e a tutti gli appassionati di spazio, ma non solo. Guardando infatti il ricchissimo programma è impossibile non trovare argomenti e esperienze di interesse per ogni età : Luna e missioni spaziali, biotecnologia, robotica, astronomia, informatica sono solo alcuni esempi dei temi trattati dalla manifestazione.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la passione e la determinazione di quattro giovani donne: Caterina Lorenzetti, Francesca Tezza, Petra Grigoletti e Giulia Zanetti. Con un grande lavoro di equipe sono riuscite a coinvolgere i dipartimenti di Informatica, Neuroscienze e Biotecnologie dell’Università di Verona, l’Accademia di Belle Arti, la Fondazione Museo Civico di Rovereto, il Politecnico di Torno e quello di Milano, e tantissime aziende e associazioni del territorio veronese che, ha affermato orgogliosamente Caterina,
Per informazioni e prenotazioni: festivalscienzaverona.it
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