Dal 26 ottobre al 5 novembre 2023 torna a Genova il Festival della Scienza. Il festival, alla sua ventunesima edizione, è ormai un appuntamento imperdibile e, come si legge sul sito ufficiale dell’evento, uno dei leader tra gli eventi di diffusione della cultura scientifica diventato, negli anni, un punto di riferimento a livello internazionale.
Scienziati, ricercatori, divulgatori, artisti, autori, enti scientifici, associazioni e imprese, incontrano il pubblico, in un confronto aperto e, come promettono gli organizzatori, libero da un approccio accademico.
Per undici giorni la città ospita un ricco programma con più di 200 eventi, come conferenze, mostre, laboratori, spettacoli, dibattiti. Sono coinvolti più di 50 spazi cittadini, tra cui Palazzo Ducale, Palazzo della Borsa, Palazzo Reale, Galata Museo del Mare, Acquario di Genova e quasi tutti i musei civici e nazionali genovesi.
Anche l’astrofisica ha uno spazio rilevante al festival, con un ricco ventaglio di contributi, con laboratori, conferenze, spettacoli ed eventi speciali. L’Istituto Nazionale d’Astrofisica, direttamente coinvolto in molte attività , ha un ruolo da protagonista.
Ad attirare l’attenzione è un laboratorio su Italo Calvino a cura dell’INAF dal titolo Storie della storia dell’universo – Mettiamo in scena le Cosmicomiche di Calvino. Ci si potrebbe chiedere che cosa c’entri uno scrittore, un pubblicista, un narratore con un festival scientifico.
Come ci racconta Claudia Mignone, ideatrice del Laboratorio, Italo Calvino è uno degli scrittori che più ha tratto ispirazione dalla scienza, e in particolare dalla nostra disciplina, l’astronomia, per farne letteratura. Le sue famose Cosmicomiche, raccolta di racconti fantastici ambientati a cavallo di tutta la storia dell’Universo, ci trasportano in luoghi improbabili – dalla Terra primordiale alle nebulose in cui si formano le stelle, fino al Big bang, l’inizio di tutto – eppure i loro personaggi dai nomi impronunciabili vivono vicende del tutto umane. Uno straniamento che sicuramente non lascia indifferenti, che fa riflettere sulla nostra società e può stimolare la curiosità verso le materie scientifiche. Mi sembra il mix perfetto per un festival della scienza.
Calvino pubblicò le sue Cosmicomiche nel 1965 e da allora non smettono di affascinare. Sarà proprio a partire da quei racconti, letti a rotazione nei vari giorni del festival, che i partecipanti ai laboratori, attraverso lavori di gruppo verranno a contatto con temi importanti dell’astrofisica: le distanze e le dimensioni nell’universo, la finitezza della velocità della luce, le teorie più attuali sulla formazione della Luna.
Il laboratorio ci aspetta presso Galata Museo del Mare, dal 26 ottobre al 5 novembre, dalle ore 10:00 alle 16:00 nei giorni feriali, sabato e festivi dalle ore 10:00 alle 19:00. Età consigliata dagli 11 ai 19 anni.
Sempre a Calvino e alle sue Cosmicomiche è dedicato lo spettacolo, a cura di Realtà Debora Mancini in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica, dal titolo: Le cosmicomiche, Dialoghi di scienza, musica, segni e parole, un percorso per scoprire, o riscoprire, la raccolta di racconti di Italo Calvino nel centenario della nascita dell’autore, un viaggio tra parole, scienza, musica e immagini. L’attrice e musicista Debora Mancini, il musicista e polistrumentista Daniele Longo e l’astrofisico Stefano Sandrelli si incontrano tra le pagine del libro, esplorando i contenuti di scienza, le suggestioni musicali, le evocazioni e gli stimoli dell’autore e dei suoi mondi. Li accompagna l’illustratrice Daniela Tediosi. Lo spettacolo, consigliato ad un pubblico d’età maggiore di 11 anni, sarà in scena presso il Teatro della Tosse, sala Dino Campana, il 1o novembre, alle ore 19:00 e poi replicato sempre nello stesso teatro il 2 novembre alle ore 11:00.
Con la conferenza Cacciatori di pianeti extrasolari – Alla ricerca delle impronte di nuovi mondi è possibile incontrare i protagonisti italiani dell’avvincente esplorazione dei pianeti extrasolari. Roberto Ragazzoni, Isabella Pagano, Giuseppina Micela, moderati da Federico Di Giacomo, presentano i risultati più recenti sulle conoscenze di altri sistemi planetari e su che cosa ci riservi il futuro. Oggi conosciamo migliaia di pianeti extrasolari. Nel corso degli anni, gli astronomi hanno imparato a studiare le flebili tracce che ci mostrano la presenza di mondi lontani orbitanti attorno a stelle. I tre relatori dell’INAF, astronomi d’eccezione, presentano anche tre missioni scientifiche alla cui realizzazione hanno contribuito direttamente: il telescopio spaziale Cheops, lanciato nel 2019 per studiare le caratteristiche di esopianeti noti, e i futuri Plato, previsto per 2026 per cercare un gemello della Terra, e Ariel, previsto per il 2029 per studiare le atmosfere dei mondi alieni. La conferenza, pensata per un pubblico di età maggiore di 14 anni, si svolgerà il 31 ottobre alle ore 18:00 presso la Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale.
Il satellite Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea, un esperimento in cui l’Italia ha un ruolo fondamentale, è il protagonista della conferenza Il satellite Euclid e le impronte dell’universo – Un’avventura cosmica tra geometria e tecnologia. Andrea Cimatti, Chiara Sirignano, Anna Di Giorgio, Elisabetta Tommasi, moderati da Sandro Bardelli, ci guidano alla conoscenza del satellite e alle sfide scientifiche alle quali esso tenta di dare risposta, come capire quale sia l’influenza dell’energia oscura sulla formazione delle strutture cosmiche e sull’espansione dell’universo. Euclid mapperà un’area vastissima del cielo con l’obiettivo di ottenere immagini di circa 10 miliardi di oggetti cosmici, per studiare la velocità della loro evoluzione, il loro effetto come lenti gravitazionali e il loro grado di aggregazione. Inoltre si potranno studiare decine di milioni di galassie per capire meglio la loro distribuzione nello spazio e il modo in cui si aggregano negli ammassi e nei super-ammassi di galassie. La conferenza, rivolta ad un pubblico con età a partire dai 16 anni, avrà luogo il 2 novembre alle ore 18:30 presso la Sala del Minor Consiglio del Palazzo Ducale.
La luce più energetica delle sorgenti più potenti dell’universo sarà al centro della conferenza dal titolo Lampi di luce blu per studiare l’universo – L’Italia protagonista dei telescopi Cherenkov. Alcuni dei protagonisti di queste ricerche sono presenti a Genova per raccontare al pubblico il ruolo fondamentale dell’Italia in questa appassionante ricerca. Roberta Zanin, responsabile scientifica del CTAO (Cherenkov Telescope Array Observatory) e Giovanni Pareschi, coordinatore del programma MIUR ASTRI (Astrofisica con Specchi a Tecnologia Replicante Italiana), moderati da Laura Paganini, discuteranno di raggi Gamma, di cascate di particelle, di lampi di luce blu chiamati luce Cherenkov e di come i telescopi Cherenkov possono svelare i segreti dei fenomeni più estremi e violenti dell’universo.
Come ci ricorda Giovanni Pareschi: L’astronomia Gamma nella regione spettrale dei TeV ci permette di studiare oggetti celesti caratterizzati da fisica relativistica per studiare fenomeni ancora irrisolti, come per esempio l’origine e l’accelerazione dei raggi cosmici che, continuamente, colpiscono la nostra Terra. Inoltre con queste osservazioni riusciamo ad affrontare aspetti di fisica fondamentale fuori dalla portata dei più moderni acceleratori di particelle sulla Terra – come LHC – che non sono in grado di raggiungere le energie di decine e centinaia di TeV osservabili tramite l’astronomia in raggi Gamma da terra.
L’appuntamento con buchi neri, getti relativistici di materia e molto altro è il 5 novembre alle ore 15:00, presso la Biblioteca Universitaria di Genova. La conferenza, dedicata ad un pubblico di età maggiore di 16 anni, è a cura di INDACO (INaf per la Divulgazione di Astri e CtaO) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
La ventunesima edizione del Festival di Genova è caratterizzata dalla parola chiave Impronte e l’astrofisica, a ben vedere, non è altro che una gigantesca raccolta di impronte e tracce lasciate da particelle come i fotoni (impalpabili quanti di luce), raggi cosmici, evanescenti neutrini, onde gravitazionali (le ultime che abbiamo imparato a riconoscere come deboli increspature di spazio e di tempo). Vi aspettiamo tutti a Genova per provare a decifrare insieme alle ricercatrici e ai ricercatori dell’INAF le enigmatiche impronte del cosmo.
Per consultare tutte le attività collegate all’astrofisica e allo spazio presenti alla ventunesima edizione del Festival della Scienza di Genova, visita anche la nostra pagina dedicata.
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