Scoperte

Su Marte con Francesco Vacca

In occasione dell’uscita su Topolino #3477 della storia Zio Paperone e le acque marziane, abbiamo intervistato lo sceneggiatore Francesco Vacca.

Aggiornato il 20 Luglio 2022

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Francesco Vacca
La serie di storie con il bollino Topolino Comisc&Science iniziò nel 2016 quando sul Topolino #3175 venne pubblicata Topolino e l’esperimento del dottor Pi. Scritta da Francesco Artibani con la consulenza di Carlo Rovelli (peraltro anche disneyzzato nel finale della storia) e disegnata da Alessandro Perina, vedeva Topolino e Pippo viaggiare indietro nel tempo e incontrare Albert Einstein mentre partecipava a una delle più importanti conferenze Solvay, quella del 1927 su Elettroni e fotoni.
Da allora le storie di Topolino Comics&Science hanno toccato diversi temi scientifici, raccontati da diversi autori e ora, con il Topolino #3477 è il turno di Francesco Vacca, che dopo aver scritto una serie di storie sulle Giovani Marmotte, conduce i paperi su Marte con l’assistenza scientifica di Teresa Fornaro dell’INAF. Ed è proprio con Francesco Vacca che abbiamo scambiato qualche parola su questa particolare esperienza.

Zio Paperone e le acque marziane è la tua prima storia per Topolino Comics&Science: come sei stato coinvolto nel progetto?
Ciao, Gianluigi. E Grazie allo spazio che dedicate a me… e soprattutto a questa storia!
È stato il direttore, Alex Bertani, a coinvolgermi: mi ha telefonato annunciandomi la possibilità di produrre una storia con la supervisione scientifica dell’INAF e proponendomi di sceneggiarla… ovviamente non ci ho pensato due volte e ho accettato, essendo appassionato di astronomia.

Hai gestito per diversi mesi in maniera più che efficace le storie delle Giovani Marmotte. Al di là della narrazione seriale utilizzata per le GM, ci sono state particolari differenze tra storie a tema ecologista e naturalista con una storia su una disciplina apparentemente così diversa come l’esplorazione di un altro pianeta? E quali, invece, i punti in comune?
Al di là della tematica ecologica, le storie delle GM sono incentrate sui giovanissimi protagonisti e sulle dinamiche del gruppo. Qui, Quo e Qua ultimamente hanno mostrato delle peculiarità dei loro caratteri, delle differenze più o meno sottili che non li rendono più indistinguibili l’uno dall’altro e che, soprattutto nell’interazione con i loro coetanei, hanno dato luogo a piccoli scontri e difficoltà ma anche, e soprattutto, a momenti di profonda amicizia e spirito di gruppo. Penso, per esempio, alla tensione tra Qui e Beth e alla prova di amicizia delle GM verso Jamal nel ricomprargli la fotocamera che era andata distrutta.
“Zio Paperone e le acque marziane” è invece una storia per certi versi più classica: Paperone trascina i nipoti e Archimede alla ricerca dell’ennesima possibilità di guadagno. Ma la destinazione, per quanto un altro pianeta, è un luogo reale e descritto quanto più verosimilmente possibile, grazie soprattutto alla consulenza scientifica della dott.ssa Teresa Fornaro. La cosa più importante, in questo tipo di storie, è riuscire a mantenere quell’equilibrio tra le nozioni scientifiche da comunicare e il lato più comico e leggero che deve essere sempre presente in una storia Disney.
E il punto in comune tra la saga delle GM e “Le acque marziane”, in fondo, è proprio questo: quella componente di divertissement rappresentato nel primo caso dalle stramberie di Newton e nel secondo dalla passione culinaria di Paperino. Elementi entrambi, che risulteranno però fondamentali allo sviluppo della trama.

topolino3477-ammartaggio_paperiPer affrontare la scrittura di Zio Paperone e le acque marziane hai “ripassato” le precedenti storie marziane dei disney italiani? E/o quali altre fonti, fumettistiche e non, hai consultato per affrontare la storia?
Le storia marziane dei Disney italiani hanno una tradizione di lunga data, che risale addirittura al 1937 con “Paolino Paperino e il mistero di Marte“, di Federico Pedrocchi.
Per qualsiasi storia, generalmente, faccio un’ampia opera di “ripasso”, come dici tu: adoro la continuity e, per quanto in ambito disneyano questo sia un concetto abbastanza elastico, cerco di essere quanto più fedele alle storie scritte in precedenza, così da rendere l’universo di Paperopoli e Topolinia il più coeso possibile.
Chi ha letto “Topolino e l’anomalia concentrica“, ad esempio, può trovare al suo interno numerosi riferimenti a storie del passato, che mi sono divertito ad amalgamare e che sono entrati a far parte della struttura della storia. E lo stesso dicasi per le già citate GM: nella recentissima “Le Giovani Marmotte in Occhio al Manuale” ci sono elementi della più disparata natura: dal barksiano, generale Fido, al gervasiano tenente Sheriduck, passando per le donrosiane origini del Manuale.
Nel caso di “Zio Paperone e le acque marziane”, però, ho evitato di inserire riferimenti che mal si sarebbero conciliati con la natura scientifica della storia. Per cui, ovviamente, non vedremo il pianeta Marte visualizzato nella già citata storia di Pedrocchi o quello immaginato da Carl Barks per “Zio Paperone postino dello spazio“; né ci saranno riferimenti alla backstory marziana narrata in “Indiana Pipps e le insidie del Pianeta Rosso“. Insomma, questa volta Marte è quello reale e i Paperi vi si muovono con le stesse modalità con cui lo si farebbe nella realtà.
Le fonti consultate, quindi, sono stati svariati testi e articoli di astronomia, materia di cui ho un’infarinatura per mio personale interesse. Forse l’opera di finzione a cui concettualmente “Zio Paperone e le acque marziane” si avvicina di più è la serie “Mars”, prodotta da National Geographic. Pur con le ovvie enormi differenze di tono, anche in quel caso assistiamo alle vicende di un gruppo di persone che devono tentare di stabilirsi sul Pianeta Rosso nel rispetto del realismo e della scientificità.

Roberto Gagnor ha affermato di aver inviato una grande quantità di riferimenti ad Alessandro Perina per la Paperiliade. E tu, quanto hai tormentato il disegnatore in questo caso?
L’ho tormentato moltissimo! E la “vittima”, anche in questo caso, era sempre Alessandro Perina!
Scherzi a parte, tendenzialmente fornisco parecchie references e quando si trattano temi particolari come questo non faccio economia. Dai panorami marziani, ai rover che fanno capolino, fino alle strutture abitative, ho dato ad Alessandro parecchio materiale grafico.
Per non parlare delle complesse macchine che i Paperi utilizzano per analizzare suolo, atmosfera e acqua di Marte, descritte con dovizia dalla dott.ssa Fornaro e di cui, anche in questo caso, ho fornito ampia documentazione fotografica.

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Infine, se puoi anticipare qualcosa, hai altri progetti futuri per Topolino Comics&Science? E più in generale per Topolino?
Non ho altri progetti in corso per Comics&Science, al momento… ma moltissimi per Topolino! Temo di non potermi sbottonare troppo ma nei prossimi mesi uscirà una storia che, di nuovo, guarderà allo spazio. E, più avanti, un progetto storico.
Al momento, invece, sono alle prese con alcune avventure in cui mi sto cimentando con una new entry del cast topolinese che spero divertirà i lettori tanto quando sta divertendo me.

Ringraziando Francesco per aver risposto alle nostre domande, invitiamo i lettori a dare un’occhiata al Topolino in edicola questa settimana, magari proprio con un occhio verso Marte.

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l’Università della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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