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Incontro ravvicinato con Cerere

Sull'asteroide Cerere insieme con la missione Dawn della NASA

Aggiornato il 28 Novembre 2024

Il suo nome è Cerere, ed è un appena un asteroide. Ma attenzione, un asteroide di tutto rispetto, perchè è il più grande nella fascia principale di asteroidi del Sistema Solare. Scoperto nel 1801 dal sacerdote italiano Giuseppe Piazzi, per la sua grandezza (può vantare un diametro di quasi mille chilometri…) è stato considerato per più di un secolo come l’ottavo pianeta del nostro sistema. Derubricato poi al rango di mero asteroide, è stato riabilitato – almeno parzialmente – nel 2006, anno dal quale riveste ufficialmente il ruolo di pianeta nano (con compagni decisamente illustri, quali Plutone, Makemake ed altri).

È notizia di questi giorni che la NASA abbia deciso di prolungare la sua missione Dawn (missione lanciata nel 2007 proprio per investigare gli ambienti di Cerere e dell’asteroide Vesta). In virtù di questo prolungamento vitale, la sonda si farà  anche più ardita, tanto da avvicinarsi alla superficie del pianeta nano, ad un livello mai tentato prima: per la precisione, si spingerà  fino ad una altezza inferiore ai 200 km dalla superficie, laddove il precedente record di avvicinamento si attestava su una distanza quasi doppia. Inutile spendere parole sul vantaggio di poter osservare Cerere così da vicino, e sulle cose nuove che potremo imparare.

Immagine di fantasia di un passaggio di Dawn sopra Cerere (Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)

Il prolungamento della missione ha difatti un senso assai preciso, che è quello di misurare accuratamente quantità  e spettro di energia dei raggi gamma e dei neutroni. Informazioni importantissime per comprendere la composizione della superficie di Cerere, e sopratutto per capire quanto ghiaccio può davvero contenere. La sonda non mancherà  poi di regalarci foto ravvicinate della superficie, naturalmente. Ma c’è dell’altro. Il valore aggiunto di tutto questo è che Dawn si troverà  ancora in “azione” quando l’orbita di Cerere giungerà  al perielio (il punto di massimo avvicinamento al Sole) nell’aprile del prossimo anno. E qui ci si aspettano cose davvero interessanti, perchè – a motivo dell’inevitabile innalzamento della temperatura – parte del ghiaccio superficiale si sublimerà  in vapore, e il fenomeno potrà  essere accuratamente monitorato dalla sonda, in combinazione con telescopi a terra. C’è infatti molto da capire ancora sulla natura della superficie di questo bizzarro pianetino, e possiamo scommettere che i dati che Dawn ci regalerà  in questa occasione saranno, a dir poco, estremamente preziosi.

Così la sonda, un po’ come Cassini con Saturno, terminerà  in gloria la sua missione. Sì, ma dopo? Come verrà  scritto il capitolo finale di Dawn? Ebbene, gli scienziati sono decisi ad evitare che questo peculiare pianeta nano venga contaminato con materiale terrestre. Piuttosto che terminare i suoi giorni schiantandosi su Cerere, dunque, Dawn si assesterà  buono buono nella sua orbita finale, terminando quietamente la sua attività  (inviando nuovi dati a Terra, fino a quando ci riesce…), ma rimanendo integro. A segno perpetuo dell’interesse umano per la comprensione di Cerere, e attraverso questo, del sistema, incredibilmente ricco e complesso, di pianeti, pianetini ed asteroidi all’interno del quale abitiamo, e guardiamo il cielo.

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Scritto da

Marco Castellani Marco Castellani

Ricercatore presso l'Osservatorio Astronomico di Roma. Si interessa di popolazioni stellari ed è nel team scientifico del satellite GAIA di ESA. Divulgatore e scrittore per passione, gestisce da anni il blog divulgativo Sturdust.blog (già  GruppoLocale.it) e coordina il progetto Altrascienza.it.

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