Scoperte Olimpiadi Spaziali

Gol interplanetari

Olimpiadi spaziali headerE per concludere il nostro viaggio sportivo nello spazio vediamo come sarebbe giocare calcio e basket in giro per il Sistema Solare.

Aggiornato il 18 Novembre 2021

La scienza è tale da influenzare profondamente la vita di chi vi si dedica. Un caratteristica simile sembra averla anche la passione per gli sport di squadra. Ma cosa accade se si prova a mettere insieme le due cose? Non si vive di sola scienza, dopotutto!

Novantesimo minuto… marziano!

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Così la NASA immagina il primo habitat umano su Marte – commons

Lasciamo andare la fantasia e immaginiamo, in un lontano futuro, una colonia marziana. I primi insediamenti saranno costituiti da quartieri residenziali, aree di shopping, sezioni agricole, laboratori, industrie, aree lavorative. Tutto racchiuso da cupole che isolano gli abitanti dalle condizioni estreme presenti su Marte. Inclusa l’area sportiva. Proprio qui ci dirigiamo, in particolare al campo di calcio, cui è dedicata una gigantesca cupola esclusiva: sta per iniziare la prima finale del campionato marziano. 11 contro 11, come è giusto che sia. E tu sei sugli spalti, ad assistere a un evento che resterà negli annali della storia di uno degli sport più famosi del mondo!
Come sarebbe questa partita? Intanto – a prescindere dalla concreta abilità calcistica dei giocatori – i colpi di testa, le rovesciate e le spinte verso l’alto sarebbero più semplici rispetto alla Terra per via della riduzione di peso. Marte ha una massa pari a circa un decimo di quella terrestre, e quindi la sua attrazione gravitazionale è molto inferiore.
Insomma qui sarebbe semplice dare vita a spettacolari elevazioni da far invidia a Cristiano Ronaldo!
Inoltre su Marte, un bel calcio al pallone creerebbe parabole più ampie e gittate più lunghe rispetto ai nostri standard terrestri. Se il mitico Andrea Pirlo calciasse la sua “maledetta” (la famosa punizione “a effetto” di cui il centrocampista italiano era specialista), in virtù dell’effetto Magnus, la parabola descriverebbe un arco decisamente più esteso.

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Andrea Prilo durante Italia-Portogallo del 2015 – via commons

Quindi servirebbero campi davvero molto ampi – un po’ come quelli che apparivano lunghissimi nel classico cartone animato giapponese degli anni Ottanta, Holly e Benji – tanto che gli spettatori potrebbero perdersi ampie frazioni di partita, quando il gioco avviene troppo lontano da loro!
Attenzione, però. La palla, nel rimbalzare, impiegherebbe quasi il triplo del tempo ad arrivare nel punto più alto possibile, raggiungendo nel contempo circa il triplo dell’altezza che raggiungerebbe sulla Terra (e qui gli architetti marziani dovrebbero prendere nota, prima di costruire la cupola protettiva, in modo da porla al sicuro dalle pallonate).
Anche la corsa di calciatrici e calciatori – quel si invola sulla fascia di pizzuliana memoria – sarebbe parecchio complicata. Il coordinamento dei movimenti non sarebbe proprio banale, in condizioni di peso ridotto: più che di essere impegnato in una corsa vera e propria, i calciatori sembrerebbero quasi di galleggiare.
Sarebbe anche difficile, per il portiere, prendere le misure per un eventuale tuffo. Persino Gianluigi Donnarumma, portiere della nazionale italiana campione d’Europa 2021 e nominato miglior giocatore del torneo, rischierebbe di finire un po’ troppo “lungo” rispetto allo specchio della porta, lasciandola quindi completamente sguarnita. E ovviamente, lo stesso discorso vale per le entrate in scivolata!
Insomma… come hai già capito, giocare a calcio su Marte probabilmente non sarebbe il massimo… e non ci sarebbe VAR che tenga, per dare “correttivi”.

Vola a canestro in giro per il Sistema Solare

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Una schiacciata di Michael Jordan durante la stagione NBA 1987/88

E dal calcio saltiamo alla pallacanestro! Potrà sembrarti sorprendente, ma la Terra non è il posto più comodo per giocare a basket, nel Sistema Solare. La gravità terrestre infatti attrae i corpi verso la superficie con un’accelerazione di \(9,8 m/s^2\), quindi se salti un metro o poco più verso l’alto per schiacciare, tornerai al suolo dopo appena un secondo. Non proprio un lungo volo insomma, come sappiamo bene guardando le partite: e non c’è campione che tenga!
Ma quanto durerebbe un ipotetico “volo” a canestro su altri corpi del sistema solare?
Su Venere, ad esempio, l’accelerazione gravitazionale è abbastanza simile a quella terrestre (\(8,87 m/s^2\)) ma leggermente inferiore. Un cestista venusiano arriverebbe un po’ più in alto, superando di poco il secondo di volo terrestre prima di ricadere al suolo… dove però il povero giocatore troverebbe una poco accogliente temperatura di quasi 500 °C! Sarebbero necessarie scarpe sportive fatte con materiali molto speciali, ma rimarrebbe comunque il problema delle possibili cadute, su un terreno così rovente.
Su Giove, invece, l’accelerazione gravitazionale sarebbe ben più elevata che sulla Terra (\(24,92 m/s^2\)) e il nostro giocatore si alzerebbe dal “suolo” nemmeno di mezzo metro, ricadendo in circa 0,40 secondi. Ciò senza considerare come il maggior peso influenzi la fase che precede lo stacco dal “suolo”: immaginate quanto sarebbe difficoltoso saltare con un amico sulle spalle. Ma forse il problema più insormontabile sarebbe la completa assenza di un vero e proprio “suolo”, essendo Giove un pianeta gassoso!
Tutto sommato, il posto ideale nel nostro Sistema Solare per giocare a basket sembra essere proprio la nostra Luna, così spesso negletta in favore dei corpi celesti più grandi: con un’accelerazione gravitazionale di soli \(1,62 m/s^2\), consentirebbe un’elevazione da terra di oltre 6 metri e una ricaduta al suolo in un tempo record di oltre 5,5 secondi. Si avvererebbe finalmente il sogno di Michael Jordan, che una volta dichiarò Non so se volo o no, ma so che quando sono in aria, a volte sento che non devo mai scendere… sulla Luna, anche tu saresti in grado di volare!
A quando, dunque, una vera partita di basket sul nostro satellite, magari nel centro sportiva di una estesa base lunare? Tra tutte le ipotesi di “sport planetario” che abbiamo indagato, andando a spasso per il nostro Sistema Solare, questa appare decisamente una tra le possibilità più concrete, in un futuro neanche troppo remoto.

La sezione sul basket è liberamente ispirata a una Ted Lesson di Andy Peterson e Zack Patterson.

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Scritto da

Marco Castellani Marco Castellani

Ricercatore presso l'Osservatorio Astronomico di Roma. Si interessa di popolazioni stellari ed è nel team scientifico del satellite GAIA di ESA. Divulgatore e scrittore per passione, gestisce da anni il blog divulgativo Sturdust.blog (già GruppoLocale.it) e coordina il progetto Altrascienza.it.

Claudia Mignone Claudia Mignone

Astrofisica e comunicatrice scientifica, tecnologa all'Istituto Nazionale di Astrofisica.

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