Personaggi Marte

Schiaparelli e la vita su Marte

Non solo George Welles, ma anche Giovanni Schiaparelli prova a immaginare la struttura sociale e politica di una società intelligente sul pianeta Marte.

Aggiornato il 30 Giugno 2020

Illustrazione ispirata al titolo del serial televisivo Life on Mars

Giovanni Schiaparelli, che fu direttore dell’Ossevatorio astronomico di Brera dal 1862 al 1900, noto al grande pubblico soprattutto per la sua scoperta dei “canali” di Marte, si mostrò sempre di essere molto cauto nell’esprimersi riguardo all’ipotesi di una civiltà intelligente sul pianeta rosso. Nonostante ciò, anche lui si lasciò contagiare almeno una volta dalla “febbre marziana“: in un articolo scritto nel 1895 per la rivista divulgativa Natura e Arte, Schiaparelli molla un po’ i freni e lascia che la sua fantasia sia sedotta da ipotesi sulla struttura sociale e politica di una civiltà marziana tecnologicamente avanzata.
Partendo sempre dalle sue osservazioni, Schiaparelli descrive i canali come un vero e proprio sistema di irrigazione, che porterebbe l’acqua dai poli al resto del pianeta. In particolare, le nevi dell’emisfero nord sarebbero come le nostre, fatte di acqua dolce, al contrario di quelle dell’altro emisfero, che si mescolano all’acqua salata del grande oceano marziano. E l’acqua dolce può essere usata per coltivare.
A questo punto Schiaparelli dichiara di voler concedere “alla fantasia un più libero volo“, per capire come “sarebbe possibile in Marte l’esistenza e lo sviluppo di una popolazione di esseri intelligenti“, pur precisando che “ciò che diremo non avrà il valore di un risultato scientifico, ed anzi confinerà in parte col romanzo“.
Schiaparelli immagina così come questa ipotetica società avrebbe risolto il problema dell’acqua su un mondo che non ha piogge, ma neppure fiumi e laghi, se non, appunto, durante lo scioglimento delle nevi del suo emisfero nord. I “canali” sarebbero in realtà valli in cui l’acqua scorre e che ci appaiono così larghe e scure a causa della vegetazione che cresce lì attorno. D’estate, “il Gran Prefetto dell’agricoltura ordina che si apran le chiuse più alte, e che sia immessa I’acqua nei due canali più elevati a destra e a sinistra della valle“, causando così il fenomeno della geminazione che Schiaparelli aveva osservato, ovvero l’apparente sdoppiamento dei canali nel periodo che precede e segue le “inondazioni” prodotte dal disgelo. I marziani avrebbero quindi costruito sistemi di dighe per trattenere l’acqua e non farla arrivare al mare, in modo da distribuirla gradualmente nella valle.

La mappa di Marte di Schiaparelli del 1890

Schiaparelli si lancia poi in ipotesi sul tipo di società più adatto a un mondo come questo e la scelta cade sul socialismo collettivista: ogni valle potrebbe gestire autonomamente le proprie risorse come parte di una grande federazione planetaria, oppure potrebbe esistere una monarchia (molto) illuminata che si occupa di distribuire l’acqua in modo equo fra i suoi sudditi. Una cosa è certa: una società simile deve per forza aver raggiunto i più alti livelli nello studio della Matematica, della Fisica, dell’Idraulica e della discipline legate alla costruzione di strutture: insomma, Marte potrebbe essere il paradiso di idraulici e socialisti.
Ma a questo punto forse Schiaparelli si rende conto di aver superato il confine tra ‘fatti’ e ‘opinioni’, una distinzione che era sempre stata un caposaldo dei suoi scritti. Così “scende dall’Ippogrifo” della fantasia e lascia il resto all’immaginazione del lettore.
Oggi sappiamo che le calotte polari di Marte sono costituite solo in parte da ghiaccio d’acqua, mentre il resto è anidride carbonica. E sappiamo anche che i canali di Marte visti da Schiaparelli non esistono, ma sono solo illusioni ottiche. Tuttavia, per ironia della sorte, sappiamo che in passato (miliardi di anni fa) su Marte c’è stata probabilmente acqua in abbondanza, come dimostra la presenza di strutture geologiche come letti di fiumi e bacini vuoti di laghi, ma si tratta chiaramente di strutture naturali, e non il segno di antiche civiltà. Anche oggi sul pianeta esiste una piccola quantità d’acqua, soprattutto in forma di ghiaccio nelle calotte polari, o nel sottosuolo. Nel 2018 è stata finalmente confermata anche la presenza di un bacino di acqua liquida e salmastra nelle profondità del Polo sud di Marte.

Alcune informazioni tratte dal libro La vita sul pianeta Marte, a cura di Tucci P., Mandrino A. e Testa A.

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