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Gallerie Astronomia da paura

Astronomia da paura – Atto 3

Ritorna la galleria astronomica... da brividi!

Aggiornato il 28 Novembre 2024

fog_nebula-cover_halloweenE siamo giunti alla terza galleria astronomica dedicata a Halloween, una delle feste di passaggio che dall’autunno ci traghetta verso l’inverno. Come già  nelle gallerie degli anni precedenti (2020 e 2021), anche quest’anno vengono mescolate ispirazioni tratte dagli elementi tipici della festa, come streghe e gatti, ma anche fascinazioni provenienti dal mondo dei supereroi o del cinema, come nel caso dell’illustrazione di apertura, che prende spunto da una foto astronomica reale, ma anche da un classico dell’horror, come avrà  modo di scoprire chi giungerà  alla fine di questa nuova galleria… da brividi!

La scopa della strega

La foto che vedete è un dettaglio della Nebulosa Velo, che è ciò che resta di una supernova esplosa 9000 anni fa, classificata come NGC 6960, scattato da Fred Herrmann dell’Owl Mountain Observatory sulle Blue Mountain a Huntsville, in Alabama. Il nome, Witch’s broom, la scopa della strega, è quanto mai indicato ed è stato proposto proprio dallo stesso Hermann. La scopa ha un’estensione di circa 35 anni luce e dista da noi 1500 anni luce. La stella brillante al centro è 52 Cygni, che può essere visualizzata anche a occhio nudo, ma solo in una serata serena e lontano da qualunque fonte di luce terrestre.

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Dettaglio della Nebulosa Velo definita come Scopa della strega. Scatto di Fred Herrmann via Space.com

Il cappello dello stregone

NGC 7380 è un ammasso aperto nella costellazione di Cefeo scoperto nel 1787 da Caroline Herschel. Intorno all’ammasso si trova una nebulosa a emissione nota come Wizard Nebula, la nebulosa dello stregone (o del mago), anche se ricorda più che altro il tipico cappello a punta di maghi e stregoni (o in un’interpretazione meno inquietante un sombrero).

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NGC 7380 via commons

La mano che sorregge l’universo

Scoperta nel 1982, la pulsar PSR B1509−58 è circondata da una nebulosa che si disperde per 150 anni luce posta nella regione identificata come RCW 89. A causa della sua forma caratteristica, viene chiamata Hand of God ed effettivamente ricorda una mano che sorregge l’universo, un po’ come la mano di Nur-ud-din Muhammad Salim, quarto imperatore Mughal, rappresentato proprio nell’atto di sorreggere un globo. D’altra parte l’imperatore era noto come Jahangir, ovvero colui che tiene in mano il mondo.
La foto, scattata dal telescopio a raggi X Chandra, richiama alla mente anche un’altra immagine, più vicina a noi, ovvero la mano che creò l’universo disegnata da John Byrne nello speciale di Lanterna Verde Ganthet’s Tale scritto dallo stesso Byrne insieme con Larry Niven e uscito nel 1992.

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RCW 89 via NASA

Occhio di gatto

La Cat’s Eye Nebula (nebulosa occhio di gatto), classificata come NGC 6543, è una nebulosa planetaria scoperta nel 1786 da William Herschel. Fa parte della lunga serie di "occhi cosmici" osservati dai nostri strumenti, ovvero una collezione di nebulose, per lo più planetarie, dove la particolare simmetria sferica del gas che circonda la stella centrale ricorda proprio un occhio. Se poi combiniamo insieme le informazioni che ci vengono dalla luce visibile con quelle provenienti dai raggi X, otteniamo uno scatto perfetto per il periodo di Halloween!

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La Nebulosa Occhio di Gatto in raggi X osservata da Chandra – via commons

Bonus 2022: Attenti alla nebbia

Se vediamo la nebbia dall’esterno, possiamo anche restarne affascinati: è un po’ come se un pezzo di cielo venisse a trovarci sulla terra. Se, però, ci troviamo al suo interno, può causare diversi inconvenienti dovuti alla scarsa visibilità . Oppure, come nel caso de La nebbia di John Carpenter, portarsi dietro una terribile e sanguinaria maledizione.
In un certo senso IRAS 05437+2502, nebulosa a riflessione nella costellazione del Toro sembra minacciare le stelle intorno a se proprio come La nebbia di Carpenter. E da qui anche l’ispirazione dell’illustrazione in apertura di questa galleria.

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IRAS 05437+2502 scattata dal telescopio spaziale Hubble – via commons

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l'Università  della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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